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Mediobanca

Ecco come e perché il fondo Bluebell vuole azzoppare Nagel in Mediobanca

Tutti i piani del fondo Bluebell che punta a presentare una lista per rinnovare il board di Mediobanca. Fatti, nomi, commenti e scenari: Nagel deve preoccuparsi?

Forse non è un vento di tempesta ma certo qualche brivido chi passa da Piazzetta Cuccia potrebbe avvertirlo. Il fondo Bluebell, quello che a giugno scorso aveva presentato il suo cahiers de doléances ai vertici di Mediobanca, avrebbe deciso di presentare una sua lista per il rinnovo del board, in diretta competizione con quella dell’amministratore delegato Alberto Nagel e del presidente Renato Pagliaro e con quella del Comitato gestori. La società dei partner italiani Giuseppe Bivona e Marco Taricco ha infatti raggiunto la soglia minima del capitale della merchant bank e si appresta – da Londra, dove ha sede – a far sentire la sua presenza a Milano.

E non è detto che sulla sua strada non trovi qualche compagno di viaggio come Leonardo Del Vecchio che con la sua finanziaria lussemburghese, Delfin, possiede il 9,9% di Mediobanca e che ad agosto ha avuto il sì dalla vigilanza della Banca centrale europea a poter arrivare al 19,9% del capitale.

LA MOSSA DI BLUEBELL PER IL RINNOVO DEL CDA DI MEDIOBANCA

Dunque il fondo Bluebell guidato da Bivona avrebbe le carte in regola, secondo indiscrezioni raccolte da Repubblica, per presentare una sua lista – entro il prossimo 3 ottobre – per rinnovare il board di Piazzetta Cuccia fino al 2023, appuntamento in programma il 28 ottobre. In questo modo competererebbe, come dicevamo, con la lista del cda uscente e con quella del Comitato gestori.

Per il quotidiano romano “Bluebell, che da settimane si diceva possibilista sull’inoltro di una propria lista, avrebbe convinto un fondo di private equity del Nord Europa a supportarla: e s’appresta a depositare (c’è tempo fino al 3 ottobre) almeno un paio di nomi per il cda”. Poco probabile, invece che la cassaforte lussemburghese di Leonardo Del Vecchio, Delfin, decida di appoggiare la lista di Bluebell: “Recenti inviti a riguardo sarebbero caduti nel vuoto”.

Qualche effetto, però, questa mossa potrebbe determinarlo perché “la lista Bluebell sposterà l’attenzione su un’agenda critica che in Piazzetta Cuccia i vertici, tra i più apprezzati dagli investitori del mercato, da mesi provano a raffreddare”. Il rischio, sempre secondo Repubblica, è che la lista voluta da Bivona favorisca indirettamente quella di Nagel e Pagliaro gareggiando con la lista dei gestori per ottenere i due posti di minoranza.

Alla riunione di ottobre gli esperti ipotizzano che parteciperà circa il 60% del capitale di cui una metà sono investitori istituzionali, il 12,5% è rappresentato dal patto di Mediobanca, il 5,6% dal finanziere bretone Vincent Bolloré e il 9,9%, appunto, da Del Vecchio con Delfin. La lista del cda, prosegue Repubblica, potrebbe raccogliere circa il 25-30% dei voti (considerando il patto, Bolloré e qualche fondo) mentre la finanziaria del patron di Essilor-Luxottica difficilmente dovrebbe schierarsi, “specie se il suo ruolo si rivelerà determinante”. Dunque la lista di Bluebell, il “terzo incomodo”, rischia di “disgregare i fondi e contribuire alla vittoria della lista del cda uscente”.

LE CRITICHE AI VERTICI DI PIAZZETTA CUCCIA

Quale sarà il “programma elettorale” della società di gestione non è dato sapere ma è probabile che i punti salienti ricalchino il contenuto della lettera spedita da Bivona al board di Mediobanca solo qualche mese fa. Oggetto di critiche era la struttura operativa, ritenuta poco efficiente e con costi eccessivi da rivedere e magari da tagliare; il core business, ormai lontano da quello originario dell’investment banking, cui invece – a suo dire – era opportuno tornare.

Sotto accusa pure la governance e in particolare il fatto che, secondo lo statuto, per la nomina ad amministratore delegato occorre essere stati almeno tre anni nel board di Mediobanca, esigenza che di fatto chiude le porte di Piazzetta Cuccia a manager esterni. Infine un nodo che riguarda il più importante investimento di Mediobanca, Generali, di cui la merchant bank detiene il 12,86% del capitale rivestendo il ruolo di principale azionista.

Nella lettera il fondo Bluebell proponeva di distribuire ai soci le azioni del Leone di Trieste quale dividendo straordinario. In tal modo, peraltro, Piazzetta Cuccia non avrebbe seguito le indicazioni della Bce di non staccare le cedole a causa della pandemia da Covid-19.

E LA SOMIGLIANZA CON LE LAMENTELE DI DEL VECCHIO

Le critiche di Bivona&Co. non devono aver stupito più di tanto Nagel e Pagliaro che in precedenza avevano subito gli attacchi di Del Vecchio. Quasi un anno fa l’85enne imprenditore milanese aveva annunciato l’acquisto di quasi il 7% di Piazzetta Cuccia e circa un mese prima della presentazione del piano industriale parlando con Radiocor si era detto speranzoso di leggere un documento che non basasse “i risultati di Mediobanca solo su Generali e Compass” ma che progettasse “un futuro da banca di investimenti”. Insomma secondo Del Vecchio Mediobanca doveva essere “capace di giocare un ruolo da leader in Italia e in Europa” e “così dare soddisfazione a tutti gli azionisti, Delfin inclusa”. Allora come ora si invoca il ritorno al ruolo di banca di investimenti per Mediobanca.

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