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Webuild

Perché Crosetto pizzica Webuild sul Pnrr? Parole e ipotesi (su Salvini e non solo)

Ipotesi e interpretazioni dopo le critiche del ministro Guido Crosetto al gruppo Webuild guidato dall'ad Pietro Salini. Parole, fatti, numeri e approfondimenti

Perché Crosetto ha criticato Webuild? Il giallo politico-istituzionale-economico-finanziario non è stato finora chiarito.

Alla domanda infatti non ci sono ancora risposte precise, tanto meno spiegazioni e precisazioni da parte del ministro della Difesa, Guido Crosetto, che nel corso dell’intervista rilasciata al Corriere della sera su diversi temi ha fatto quell’accenno molto critico sul (peraltro non citato) gruppo italiano attivo per lo più come general contractot nelle opere pubbliche non solo in Italia, Webuild, che tra gli azionisti ha anche Cdp (controllata dal ministero dell’Economia), Unicredit e Intesa Sanpaolo.

Ma ecco parole, fatti, numeri e approfondimenti.

CHE COSA HA DETTO CROSETTO SU WEBUILD

“Le dico cosa ho scritto a Fitto in un messaggio subito dopo l’approvazione: sei stato molto bravo, non ne avevo dubbi, ma adesso la mia preoccupazione è se il tessuto burocratico, industriale, privato sarà davvero in grado di tradurre in opere i piani. Più quello privato, mi preoccupa, in verità”. Si riferisce alle aziende che hanno vinto gli appalti? Risponde Crosetto: “Io dico che, per le opere pubbliche e industriali, mi auguro che le aziende, soprattutto la più grande del settore, che ha vinto moltissime gare sia in grado, cioè abbia la capacità tecniche, organizzative e finanziarie di realizzarle davvero, nei tempi previsti”.

L’IPOTESI POLITICA

L’ipotesi più accreditata in ambienti parlamentari è che la sortita di Crosetto ha più che altro una connotazione politica visto che il leader della Lega, Matteo Salvini (nella foto con Pietro Salini di Webuild), nella veste di ministro delle Infrastrutture ha ottime e pubbliche relazioni con i vertici di Webuild e con l’amministratore delegato Pietro Salini e non solo, perché il colosso delle costruzioni realizzerà il Ponte sullo stretto di Messina tanto caro a Salvini: il ministro e vicepresidente del Consiglio partecipa quasi sempre agli eventi pubblici organizzati da Webuild in occasioni di inaugurazioni di opere.

Un legame, quello con la Lega, che – dicono fonti parlamentari – fa alzare il sopracciglio agli esponenti di Fratelli d’Italia come Crosetto. E guarda caso la staffilata di Crosetto al gruppo Webuild è arrivata nel corso dell’intervista proprio dopo i passaggi in cui parlava delle critiche del Carroccio ad alcuni atti del governo Meloni: insomma l’attivismo di Salvini e della Lega (anche sul caso Lollobrigida-Fs e decreto energia) sta irritando non poco il partito guidato da Meloni. Ipotesi o dietrologie?

L’IPOTESI ISTITUZIONAL-FINANZIARIA

C’è anche un’altra lettura – in assenza di spiegazioni ufficiali o informali – delle parole di Crosetto. E rimanda a una considerazione di fondo che da tempo serpeggia sia in ambienti politici che in quelli finanziari. Ossia che la sovraesposizione mediatica, con lunghe interviste rilasciate ai giornali e in interventi durante eventi pubblici, da parte del numero uno del gruppo, Pietro Salini, metta di fatto in secondo piano – se non celando del tutto – il ruolo fondamentale che hanno avuto il ministero dell’Economia e le fondazioni bancarie tramite la Cassa depositi e prestiti, insieme con banche del rilievo come Intesa Sanpaolo e Unicredit – presenti come la Cdp nell’azionariato di Webuild – nel salvataggio di fatto del gruppo privato Salini-Impregilo. Ipotesi o malignità?

L’IPOTESI ECONOMICA

Inoltre c’è una parte più economica e meno evanescente nelle interpretazioni delle parole di Crosetto contro Webuild. Ossia una reale preoccupazione sulle capacità umane, tecnologiche ed economiche del gruppo per far fronte agli impegni derivanti dalle gare vinte nell’ambito dei progetti del Pnrr, l’unico aspetto toccato ed esplicitato dall’esponente di spicco di Fratelli d’Italia nel corso dell’intervista al Corriere della sera.

Su questo aspetto oggi si dilunga il Fatto Quotidiano, che in un’inedita sintonia con il titolare del dicastero della Difesa, segue e asseconda il ragionamento di Crosetto.

Scrive oggi il Fatto Quotidiano: “Salini si vanta in ogni intervista di puntare all’estero ma in realtà fa incetta di appalti in Italia. La progressione è impressionante: oggi il mercato nazionale vale il 30% dei ricavi, il 48% del portafoglio ordini, quota che nel 2019 comprendeva tutta l’Europa; solo nel 2022 si sono aggiunti ordini per 3,8 miliardi e nel 2023 altri 9,2. Nel 2019 aveva progetti in Italia per 9 miliardi, nel 2022 sono saliti a 17, a giugno 2023 a 25. La bulimia è ancora più chiara con gli appalti Pnrr: Webuild è l’azienda che ne ha presi di più, 6,2 miliardi, destinati a salire ancora molto. La lista è lunga: tra i nuovi c’è l’Alta velocità in Sicilia, la Napoli-Bari, il primo lotto della Salerno-Reggio Calabria, la diga foranea di Genova, le autostrade siciliane, Terzo Valico, Brennero, Fortezza-Verona e via costruendo”.

Ma la tesi è abbastanza inconsistente. Dice un analista finanziario che preferisce l’anonimato: “I documenti contabili del gruppo non mostrano criticità, per lo più Webuild opera come general contractor, in Borsa il titolo va bene e non si percepiscono dissidi fra azionisti, quindi la sortita di Crosetto mi pare tutta politicistica”.

LA POSIZIONE DI WEBUILD AL FATTO

Webuild ha spiegato al Fatto di “prendere con responsabilità il proprio ruolo di main contractor. La dimensione raggiunta consente al gruppo di catalizzare e coordinare l’intera filiera fatta di pmi e questo modello assicura il rispetto dei tempi di realizzazione dei progetti”.

LE PAROLE DI SALINI SU PNNR E NON SOLO

Di recente Salini ha detto, elogiando tra l’altro indirettamente il governo Meloni: “La nuova politica di investimenti in infrastrutture in Italia rappresenta una opportunità senza precedenti per gettare le basi per una crescita competitiva a lungo termine del settore e per supportare una nuova cultura di esecuzione focalizzata non sui processi, ma sulla realizzazione e consegna delle opere ai cittadini. In questa fase abbiamo l’occasione di modernizzare il Paese con grandi investimenti in strade, ponti, impianti per produzione di acqua, e anche in scuole e ospedali, ed è un dovere sfruttarla al meglio per crescere e dare lavoro e un futuro alle imprese del territorio e ai nostri giovani.  I tre pilastri su cui poggia il futuro del settore sono sicurezza, innovazione e formazione. Solo nel campo della formazione, nel periodo 2020-2022, Webuild ha investito in 1 milione di ore di formazione, a beneficio del personale proprio e della filiera, di cui quasi 700mila ore sono state dedicate alla sicurezza. Sono numeri sostenibili solo se affrontati in un approccio di sistema”.

“Il mercato delle costruzioni – ha proseguito Salini – è in forte espansione in Italia e in tutto il mondo, e noi stiamo adottando criteri sempre più selettivi nella scelta dei progetti. Per continuare a crescere abbiamo bisogno che nella nostra squadra entri nuovo personale specializzato. Per questo è sempre più importante per il Paese investire nelle scuole professionali. Come grande azienda, Webuild è attiva su più fronti in tema di formazione: dalla Scuola di Mestieri di Webuild, un percorso professionalizzante che combina teoria ed esperienza in cantiere a fianco dei manager del Gruppo – anche ricorrendo a nuove modalità di addestramento “immersivo” dei lavoratori grazie a simulatori 3D in realtà virtuale –, a programmi di formazione manageriale, borse di studio e talent attraction per i giovani. Il Gruppo conta 85mila persone nel mondo, e solo in Italia prevediamo un fabbisogno nel prossimo triennio 2024-2026 di circa 10.000 persone”, ha concluso.

Il gruppo Webuild – si legge in una nota per la stampa – “è attualmente impegnato in 31 progetti infrastrutturali in Italia, che vanno dalla linea M4 della metropolitana di Milano, al Progetto Unico Terzo Valico di Giovi-Nodo di Genova, alle linee ferroviarie ad alta capacità in Sicilia, con una forza lavoro di oltre 16.300 persone, tra personale diretto e di terzi, distribuite su tutto il territorio nazionale”

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