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Crédit Agricole

Creval, come sarà la banca valtellinese di Dumont e Crédit Agricole

Una banca con il cuore in Valtellina ma con gruppi esteri (con il portafoglio in Francia) e fondi esteri al comando. Benvenuti nel nuovo Creval, il Credito Valtellinese.

Una banca con il cuore in Valtellina ma con gruppi esteri (con il portafoglio in Francia) e fondi esteri al comando. Benvenuti nel nuovo Creval, il Credito Valtellinese.

E’ questo l’effetto dell’assemblea dei soci dell’istituto che venerdì scorso ha eletto il nuovo consiglio di amministrazione.

Ha vinto l’unica lista di maggioranza presentata, quella promossa dall’azionista franco-svizzero Denis Dumont: a favore si è dichiarato il 69,9% del capitale presente, pari al 45,55% del capitale sociale, mentre per la lista dei gestori si è schierato il 29,69% degli azionisti presenti, 19,34% del capitale.

LE MOSSE FRANCESI

È il segnale – previsto – che gran parte dell’azionariato si è compattato sulla proposta avanzata dall’imprenditore transalpino Dumont, colui che lo scorso 8 agosto – con una mossa invece inattesa – ha chiesto la revoca del board e la nomina di un nuovo consiglio di amministrazione.

FIORDI SILURATO

Obiettivo raggiunto, quello di Dumont, anche alla luce delle dimissioni presentate nei giorni scorsi da parte dei consiglieri e del presidente Miro Fiordi, figura storica dell’istituto valtellinese, silurato di fatto dai nuovi padroni anche se molte cronache giornalistiche raccontano che si sia signorilmente defilato.

CHI SONO GLI ALLEATI DI DUMONT

Ma se Dumont (titolare del 5,12%) è riuscito nel suo intento, molto si deve al supporto degli altri principali azionisti. Tra questi, in prima fila c’è il fondo Algebris di Davide Serra (5,28%), oltre ai fondi Hosking Partners (5,057%) e Steadfast Capital Management (8,197%). Accanto a loro, venerdì, hanno votato a favore anche il gruppo francese Crédit Agricole (5%) e Blackrock.

IL NUOVO BOARD DEL CREVAL

Quindici i componenti del board eletto per un triennio (fino al 2020). Il nuovo board ruota attorno alla figura di Luigi Lovaglio, presidente in pectore con oltre quarant’anni d’esperienza nel settore bancario, gran parte in Unicredit. Della vecchia guardia Mauro Selvetti, a lungo direttore generale del Creval e poi, da luglio, promosso amministratore delegato ed Elena Beccalli, professore alla Cattolica.

Nella lista targata Dumont poi Alessandro Trotter e Teresa Naddeo (entrambi nel collegio sindacale di Salini-Impregilo), il prorettore per gli Affari Internazionali alla Bocconi Stefano Caselli, Fausto Galmarini (ex Unicredit), Massimo Massimilla (ex Algebris), Livia Aliberti Amidani (nel supervisory board di Bank Austria), Massimiliano Scrocchi, Paola Bruno, Carlo Crosara. Per i gestori entrano Anna Doro, Serena Gatteschi, Stefano Gatti.

LE PAROLE DEI NUOVI PADRONI

Passa dunque la linea di Denis Dumont, azionista di peso dal 2016. “Siamo soddisfatti del risultato”. E quanto alla quota nella banca “penso che resteremo a livello attuale”, ha spiegato a margine dell’assemblea Pierre Mestdagh, presidente di Dgfd, la holding attraverso cui opera l’imprenditore francese e che controlla il 5,12% dell’istituto.

NON SOLO CREDITO

La catena di supermercati francese Grand Frais punta ad implementare la propria presenza in Italia. “Si vogliamo svilupparci in Italia. Abbiamo già due negozi con il marchio Banco Fresco, nel 2020 ne apriremo un terzo a Torino e poi a Milano”, spiega – a margine dell’assemblea del Creval – Pierre Mestdagh, il presidente di Dgfd, la holding dell’imprenditore francese Denis Dumont che controlla tra l’altro il 5,12% dell’istituto valtellinese.

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