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I giochetti di Credit Agricole con Banco Bpm, Unicredit e Mps

Che cosa cambierà nel risiko bancario dopo la mossa del gruppo francese Credit Agricole su Banco Bpm. Fatti, numeri, commenti e scenari

I francesi di Credit Agricole zitti zitti puntano sempre più al risparmio degli italiani e vogliono sedersi al banchetto del risiko bancario per trattare con Unicredit e non solo.

E’ questo il succo dell’ultima mossa in Italia del colosso creditizio transalpino Credit Agricole salito al 15,1% di Banco Bpm.

Ecco fatti, numeri, approfondimenti e scenari.

COME CRESCE IL CREDIT AGRICOLE IN BANCO BPM

Ieri sera Crédit Agricole ha annunciato di aver acquistato strumenti finanziari pari al 5,2% del capitale di Banco Bpm. In questo modo il gruppo bancario francese, già titolare del 9,9% di Banco Bpm, porta la sua partecipazione al 15,1% e si prepara ad andare oltre: ha infatti richiesto alla Bce di salire fino al 19,99%, escludendo però il lancio di un’Offerta pubblica di acquisto.

CHE COSA DICE LA NOTA DEL CREDIT AGRICOLE

«L’operazione è coerente con la strategia di Crédit Agricole quale investitore e partner di Banco Bpm – recita una nota del Credit Agricole -; rafforza le partnership industriali in essere tra il gruppo Agricole e Banco Bpm nel settore del credito al consumo e della banca-assicurazione, nonché testimonia l’apprezzamento di Crédit Agricole per le qualità intrinseche di Banco Bpm, una solida posizione di mercato e positive prospettive finanziarie».

LA MOSSA DEI FRANCESI SPIEGA L’OPS DI UNICREDIT

“La notizia spiega il blitz di Unicredit che il 25 novembre ha lanciato un’Offerta pubblica di scambio da 10,1 miliardi sul Banco Bpm. Dietro la mossa dell’ad di Unicredit, Andrea Orcel, c’è stato il tentativo di anticipare la strategia dei francesi fermandone l’avanzata”, ha sottolineato Camilla Conti sul quotidiano La Verità.

LE MIRE DEL CREDIT AGRICOLE

“È presto per dire se la Banque Verte vestirà i panni del cavaliere bianco dell’istituto guidato da Giuseppe Castagna, magari in un’operazione straordinaria verso Monte dei Paschi o facendo pesare il proprio nutrito pacchetto di voti in un’eventuale assemblea straordinaria, fuori dai limiti della passivity rule – ha scritto il Corriere della sera – Di certo la banca d’Oltralpe ha raggiunto una buona posizione per negoziare con Andrea Orcel nell’ambito dell’Ops e potrà alzare la posta”.

CONTRO OPA SU BANCO BPM?

Scenario da contro Opa dunque? La mossa sarebbe già esclusa a priori dai francesi. «Crédit Agricole non intende lanciare un’offerta pubblica di acquisto su azioni Banco Bpm», sottolineava un comunicato diffuso ieri sera. “Tatticismi a parte, vero è che avventurarsi in una contro-Opa con UniCredit a suon di rilanci sarebbe anzitutto un’operazione costosa, con esiti tutti da scrivere – ha scritto il Sole 24 ore – Ma è soprattutto il profilo politico della faccenda a rendere impervia questa strada: difficile che il Governo, e in particolare la Lega – che già sta guardando con scetticismo alla scalata di una banca con sede in Italia come UniCredit, tanto da invocare l’applicazione della Golden Power – non si schieri in difesa dell’italianità di BancoBpm a fronte di un blitz francese. Soprattutto in considerazione della partecipazione che la banca di Piazza Meda detiene in Anima (22%), la maggiore società indipendente di gestione del risparmio italiano, con oltre 200 miliardi di patrimonio”.

LA MOSSA NEGOZIALE

“Più probabile allora che quella dell’Agricole sia una (accorta) mossa negoziale in vista dell’Ops di UniCredit. Comprare azioni di Banco Bpm oggi, a Ops ancora da lanciare e prima di eventuali (probabili) rilanci di UniCredit, è anzitutto una scelta finanziaria che permetterà di beneficiare degli eventuali ritocchi del prezzo. Questo “consentirebbe ai francesi di presentarsi al tavolo delle trattative con UniCredit – mettendo sul piatto il proprio pacchetto da conferire – da una posizione di maggiore forza”, ha aggiunto il Sole 24 ore.

L’ANALISI DI GRAZIANI DEL SOLE 24 ORE

L’annuncio del Credit Agricole è stato così commentato e sintetizzato da Alessandro Graziani in un’analisi sul Sole 24 ore: “Avanti a piccoli passi, senza volontà di lanciare Opa. Ma anche per avere voce in capitolo sui destini futuri di BancoBpm in qualunque scenario si apra dopo l’annuncio dell’Ops lanciata da UniCredit sulla ex popolare. Si spiega così l’ascesa (potenziale, tramite strumenti derivati) del gruppo francese Credit Agricole al 15% del capitale di BancoBpm e la contemporanea richiesta alla Vigilanza Bce di poter salire fino al 19,9%”.

IL CREDIT PUNTA SU SIENA?

Si staglia anche una sorta di politica dei due forni di andreottiana memoria per il gruppo creditizio francese: “Forte del suo 20% potenziale, può sedersi al tavolo con UniCredit e trattare – con le necessarie contropartite industriali – di aderire all’Ops lanciata dal ceo Andrea Orcel. Se invece Banco Bpm dovesse tentare di sfuggire all’offerta di UniCredit puntando a una fusione con Mps, i francesi sono altrettanto disponibili a esaminare il dossier a patto di salvaguardare i propri interessi industriali”, conclude Graziani del quotidiano confindustriale.

FANTASCENARIO SU MPS

C’è infine uno scenario fantabancario, seppure evocato in alcuni ambienti più sovranisti della maggioranza di governo, per lo più concentrati in alcuni settori della Lega, che auspicano un ruolo di primo piano per Mps nel risiko, adombrando addirittura una sorta di Opa di Mps su Banco Bpm. Ipotesi che sarebbe, secondo il quotidiano La Stampa, al vaglio dei tecnici del Mef, visto che il Tesoro è pur sempre primo azionista del Monte anche dopo l’entrata di soci privati come Caltagirone e Del Vecchio oltre che di Banco Bpm. Eventualità improbabile vista anche la situazione finanziaria complessiva di Mps oltre che dei paletti di Bruxelles che l’istituto di Siena deve rispettare.

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