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Multa Didi

Cosa succederà a Didi dopo la maxi multa della Cina?

In arrivo da Pechino una multa da oltre 1 miliardo di dollari per Didi. Dettagli e scenari sulla “Uber cinese”

 

Multa da oltre 1 miliardo di dollari per il colosso cinese dei trasporti urbani Didi Global a causa delle violazioni dei dati personali. La decisione da parte delle autorità di regolamentazione di Pechino è arrivata oggi dopo un anno di indagini sulle pratiche di cybersicurezza dell’azienda.

LA MULTA

La multa, scrive il Wall Street Journal, rappresenterebbe circa il 4% dei 27,3 miliardi di dollari di vendite totali di Didi lo scorso anno e sarebbe tra le sanzioni più salate imposte dall’antitrust cinese a una società tecnologica nazionale dopo quella da 2,75 miliardi di dollari al gigante dell’e-commerce Alibaba e quella da 527 milioni di dollari all’impero delle consegne Meituan.

Anche la multa di Alibaba equivaleva a circa il 4% delle vendite nazionali del 2019, mentre quella di Meituan al 3% delle vendite nazionali del 2020.

COSA SUCCEDERÀ A DIDI

Secondo le rivelazioni del Wsj, una volta annunciata la sanzione, il governo intende sia allentare una precedente restrizione che vietava a Didi di aggiungere nuovi utenti alla sua piattaforma che consentire il ripristino delle app gestite dall’azienda negli app store nazionali.

Inoltre, dopo la multa, la “Uber cinese” potrebbe lanciarsi in una nuova quotazione azionaria a Hong Kong.

LA STRETTA CINESE

Didi, che l’anno scorso è diventato un obiettivo di alto profilo nella repressione del governo sul settore Internet del Paese, ha visto crollare di oltre l’80% le sue azioni rispetto al prezzo di quotazione dopo che la Cyberspace Administration of China, il potente organo di vigilanza cinese su Internet, nel giugno 2021 ha annunciato un’indagine sulla sicurezza dei dati e ordinato agli app store nazionali di rimuovere 25 app dell’azienda.

Le restrizioni, scrive Reuters, hanno intaccato la posizione dominante di Didi e hanno permesso ai competitor di ride-hailing gestiti dalle case automobilistiche Geely e SAIC Motor di guadagnare quote di mercato.

Il fatto è accaduto solo pochi giorni dopo la quotazione della società a Wall Street e un anno più tardi Didi ha dovuto dire addio alla Borsa di New York, spiegando agli azionisti di doverlo fare per risolvere l’indagine sulla cybersecurity avviata da Pechino.

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