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Cosa farà la Fondazione Fincantieri

Nuovo corso per la Fondazione Fincantieri che amplia la sua missione con progetti di cultura, innovazione e inclusione. Tutti i dettagli

Il gruppo cantieristico di Trieste rilancia Fondazione Fincantieri.

Nata nel marzo 2008 con l’obiettivo di promuovere un’attività di recupero e tutela del patrimonio storico della società, la Fondazione omonima oggi riparte con una nuova mission e nuovo vertice.

Tutti i dettagli sulla presentazione, che si è tenuta questa mattina a Roma.

LA NUOVA GOVERNANCE

Si apre quindi una nuova stagione per la Fondazione Fincantieri, con l’insediamento di un nuovo consiglio di amministrazione, presieduto da Fausto Recchia e composto da Alessandra Battaglia, Loretana Cortis, Lorenza Pigozzi e Claudio Sforza.

Il presidente di Fincantieri Biagio Mazzotta ricopre il ruolo di presidente onorario della Fondazione.

E LA NUOVA MISSION

Proprio quest’ultimo ha aperto i lavori ricordando che la “navalmeccanica riveste particolare importanza per il nostro paese”.

‘L’innovazione è la bussola che guida Fincantieri ed è stimolata dalla sempre maggiore domanda di green e di digital. È un gruppo veramente solido basato su un ricco e grande passato” ha spiegato Mazzotta, introducendo i pilastri della nuova mission della Fondazione che “sono le persone, l’innovazione e l’inclusione”.

“La fondazione ha saputo re interpretare i passaggi più solidi” della sua tradizione “con finalità di utilità sociale”, pertanto “potrà potenziare sempre di più la sua mission” ha concluso il presidente di Fincantieri.

IL CONNUBIO CON LA MARINA MILITARE

Inoltre, la presentazione della Fondazione Fincantieri segue la consegna di nave Trieste, costruita da Fincantieri, alla Marina Militare, lo scorso 7 dicembre. “Un evento unico e storico” dal momento che si tratta della “nave più grande mai avuta dalla Marina”, ha ricordato l’ammiraglio Enrico Credendino, Capo di Stato Maggiore della Marina, sottolineando che “l’abbiamo fatto insieme noi e Fincantieri, abbiamo firmato il passaggio di consegne” e questo “è l’unico modo per essere i primi nel mondo”, Fincantieri è eccellenza in questo momento, grazie alle competenze”.

IL RUOLO DELLA FONDAZIONE SECONDO IL CAPO DI STATO MAGGIORE DELLA MARINA

Secondo il Capo di Stato Maggiore della Marina, “la fondazione deve avere un ruolo importantissimo, partendo dalla storia si capisce come innovare e farlo insieme”. “Costruire le navi va bene ma bisogna far capire ai nostri political masters e ai tax payers (come dicono gli inglesi) che è fondamentale avere le navi soprattutto per un paese come il nostro che è una media potenza regionale a forte connotazione marittima”. “Il Mediterraneo non è più solo allargato ma i fenomeni sono globali, quello che avviene nell’Indo Pacifico si riverbera direttamente” pertanto “vanno mantenute le comunicazioni marittime”.

“La fondazione deve aiutare a far capire questo e vuole mettere insieme istituzioni, grande industria e centri di ricerca” ha spiegato l’ammiraglio Credendino, ribadendo che “L’unica strada possibile per essere all’avanguardia nel mondo è lavorare insieme tra Fincantieri e la Marina Militare. Fincantieri oggi è un’eccellenza unica. Il motto della Nato ‘stronger together’ è anche il nostro: le competenze e la capacità di Fincantieri e le competenze e le capacità della Marina Militare”.

LA ROTTA TRACCIATA DALL’AD FOLGIERO

Per il numero uno di Fincantieri, Pierroberto Folgiero, “il rapporto tra passato e futuro ci deve portare a far pensare che l’aristocrazia non esiste, non esistono regole che valevano 10 anni fa e varranno così anche in futuro “.

Dunque la fondazione sarà “il luogo dove trasformare il dna nobile ed evolverlo”, non deve essere posto “autoreferenziale dove reclamiamo origini nobili, bensì dove prendiamo la storia con responsabilità per evolverlo” ha sottolineato l’ad di Fincantieri, nel corso della presentazione della Fondazione Fincantieri, a Roma.

“Nell’industria pesante l’innovazione è quotidiana e aziende come Fincantieri sono realtà speciali”, ma per “restare leader nel tempo bisogna prendere decisioni difficili” ha evidenziato Folgiero.

EVOLVERE PRODOTTI E PROCESSI

“Nella cantieristica tutto questo vale ancora di più, il 95% della cantieristica è andato ad est, in Cina e Corea” ha ricordato l’ad di Fincantieri precisando che “il 5% che resta qua è cantieristica ad alta complessità: navi militari, navi da crociera e navi da lavoro”.

Quindi “Dobbiamo proiettarci nell’integrazione di ulteriori nuovi sistemi sulla nave” ha spiegato Folgiero, aggiungendo che “Stiamo lavorando per diventare digital design authority di una nave”, sottolineando la necessità di “ripensare anche i processi produttivi”.

Inoltre, “Siamo impegnati ad avere un ruolo culturale anche sul tema dei subappalti: la Fondazione sarà un laboratorio per ripensare le catene di fornitura lunghe. Facciamo innovazione tecnologica ma anche innovazione su come si gestiscono queste catene di subappalto. Il rapporto con subappalti e col mondo del lavoro sono due grandi temi di Fincantieri” ha dichiarato l’ad del gruppo navale.

COSA FARÀ LA FONDAZIONE FINCANTIERI

Infine, il presidente della Fondazione Fincantieri Fausto Recchia ha sottolineato che con il rilancio della fondazione “ci vogliamo prendere la briga e il gusto di riscoprire la storia attraverso la fondazione che è uno strumento che inizia dal 2008 con l’obiettivo di tutelare e recuperare il patrimonio storico navale, ma ha avuto un andamento altalenante”.

“In questo nuovo capitolo della sua vita, Fondazione Fincantieri sarà custode della memoria e promotrice del cambiamento, unendo tradizione e modernità per costruire un futuro condiviso – ha proseguito Recchia. La storia delle comunità del mare italiane e quella di Fincantieri sono legate a doppio filo. Abbracciando i valori della cultura, dell’innovazione e dell’inclusione perseguiamo un obiettivo concreto: promuovere il cambiamento e rinsaldare il legame tra il Gruppo, i territori e le persone che ne fanno parte.”

In occasione del suo rilancio, la Fondazione Fincantieri “promuove una collana per raccontare la navalmeccanica nella storia italiana con il ruolo di Fincantieri” ha spiegato Lorenza Pigozzi, direttore comunicazione strategica del gruppo e membro del CdA della Fondazione. “Negli ultimi sotto la guida del vertice il gruppo ha fortemente investito in innovazione e sviluppo per collocarsi tra i principali player della cantieristica mondiale” ha ricordato Pigozzi evidenziando l’obiettivo del “2035 per l’abbattimento completo delle emissioni” con una “visione olistica della nave, dalla mesa in opera dello scafo si aggiunge l’integrazione dei sistemi”.

I PROSSIMI PROGETTI

Sul fronte della storia, Fondazione Fincantieri ha avviato un percorso di conservazione dell’eredità della cantieristica italiana, attraverso la digitalizzazione degli archivi storici, la creazione di un museo interattivo e multimediale per offrire al pubblico un’esperienza immersiva nella storia della cantieristica navale italiana, e l’allestimento di una nuova sala espositiva dedicata alla storia di Fincantieri presso il Museo della Cantieristica di Monfalcone.

Per quanto riguarda l’innovazione, la Fondazione opera per promuovere il progresso tecnologico e lo sviluppo culturale nel settore marittimo. Da qui, l’istituzione di percorsi di studio, laboratori e borse di studio con partner istituzionali, accademici ed enti di ricerca con un’attenzione particolare alla dimensione subacquea “a cui vogliamo approcciarci con la Marina militare e il polo nazionale della subacquea” ha spiegato il presidente della Fondazione Fincantieri.

Insieme al Centro Alti Studi per la Difesa, la Fondazione ha costituito un premio per il miglior progetto di ricerca presentato dai dottorandi, dedicato alla memoria del Presidente di Fincantieri recentemente scomparso, il Generale Claudio Graziano.

Infine, riguardo al tema dell’inclusione, Fondazione Fincantieri ha già avviato dei corsi di lingua italiana nei cantieri di Monfalcone e Sestri Ponente in collaborazione con l’Associazione Dante Alighieri, pensati per favorire l’integrazione culturale e la solidarietà sociale dei lavoratori stranieri impiegati nei cantieri del gruppo.

 

 

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