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Testamento Berlusconi

Cosa c’è (e cosa non c’è) nel testamento di Silvio Berlusconi

Un impero fatto di aziende, ville, jet privati, yacht, quadri e una squadra di calcio. Da Fininvest, con Media For Europe (ex Mediaset), Mondadori e parte di Mediolanum, fino a Villa Certosa. Ecco cosa ha lasciato nel suo testamento l’ex premier Silvio Berlusconi ai cinque figli, al fratello Paolo, alla compagna Marta Fascina e allo storico amico Marcello Dell’Utri

 

Su un blocco note, color giallo paglierino, con l’intestazione Villa San Martino, l’ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, il 2 ottobre del 2006, aveva già scritto a mano le sue prime volontà. A riferirlo è l’Ansa, che ha visionato in anteprima il documento. Poche righe, con uno stile asciutto e chiaro, precisa l’agenzia di stampa.

Ecco quindi cosa contiene il testamento di Berlusconi, aperto ieri a Milano nello studio del notaio Arrigo Roveda, alla presenza dei due avvocati di famiglia, Luca Fossati e Carlo Rimini, in rappresentanza dei cinque figli, collegati da remoto.

IL PATRIMONIO DI SILVIO BERLUSCONI

Berlusconi è apparso per la prima volta nella classifica degli uomini più ricchi d’Italia stilata da Forbes nel 1988, con un patrimonio in euro di circa 900 milioni. La stessa classifica, la scorsa primavera, lo vedeva al primo posto con una ricchezza complessiva di 6,3 miliardi di euro.

Al centro dell’impero economico del Cavaliere c’è Fininvest, la holding che detiene una quota di controllo del 48,6% di Media For Europe (MFE, ex Mediaset), del 53,3% di Mondadori, del 30% di Mediolanum e del 100% per il Teatro Manzoni e il Monza Calcio. Partecipazioni azionarie pari a circa 2,8 miliardi di euro. La quota del Cav in Fininvest era del 61% e, dunque, la sua distribuzione determinerà i nuovi assetti del gruppo.

Oltre agli affari, il piacere e la bellezza, che Berlusconi non ha mai nascosto di apprezzare. L’enorme patrimonio immobiliare, gestito attraverso la società Dolcedrago, ammonta a 412 milioni di euro, affermava ieri sera il Tg1. Tra le residenze più lussuose spicca Villa Certosa in Sardegna, il cui valore è stimato intorno ai 250 milioni. Ma ci sono anche Villa San Martino ad Arcore, Villa Campari sul lago Maggiore, Villa Belvedere a Macherio in provincia di Monza e della Brianza e, infine, l’ultimo acquisto: Villa Grande a Roma, già residenza del regista Franco Zeffirelli. Per l’Ansa il valore totale di queste proprietà si aggira intorno ai 4-5 miliardi di euro.

E poi quadri, jet privati, yacht, il Monza Calcio e molte liquidità.

LA SPARTIZIONE DI FININVEST E NON SOLO

È andata a Pier Silvio e Marina la maggioranza di Fininvest, holding con un fatturato delle società controllate e partecipate di oltre 5 miliardi di euro e circa 20mila dipendenti. Come spiega l’Ansa, avendo ricevuto l’intera quota disponibile, i due figli di primo letto avuti con Carla Elvira Lucia Dall’Oglio raggiungono insieme il 53% del gruppo con quote paritarie.

La decisione era abbastanza prevedibile anche perché altrimenti, i due figli maggiori, che già ricoprono ruoli apicali, avrebbero avuto complessivamente una quota più bassa dei tre figli minori, molto meno coinvolti nella holding.

A Barbara, Eleonora e Luigi, nati dal secondo matrimonio con Veronica Lario e che già dividevano in parti uguali una quota del 21,87%, va la loro parte di ‘legittima’, ovvero una quota complessiva del 24,99% che porta la partecipazione dei tre fratelli al 47%.

Fininvest a parte, aggiunge l’Ansa, tutto il resto del patrimonio è stato anch’esso suddiviso tra i figli secondo lo stesso schema: la quota legittima equamente divisa in cinque parti, il 13,32% di tutti i beni e la quota ‘disponibile’ divisa in parti uguali tra Marina e Pier Silvio, il 16,65% a ciascuno.

“Lascio la disponibile in parti uguali ai miei figli Marina e Pier Silvio. Lascio tutto il resto in parti eguali ai miei cinque figli Marina, Pier Silvio, Barbara, Eleonora e Luigi”, si legge nel testamento del 2006.

IL COMUNICATO DEI FIGLI

“Marina Berlusconi, Presidente del CdA, e Pier Silvio Berlusconi, Barbara Berlusconi e Luigi Berlusconi, amministratori, ricevuta lettura delle volontà testamentarie del padre Silvio Berlusconi, informano che da esse risulta che nessun soggetto deterrà il controllo solitario indiretto su Fininvest SpA, precedentemente esercitato dal padre stesso”, afferma un comunicato di Fininvest. “Il notaio che ha dato lettura delle volontà testamentarie provvederà nelle prossime ore agli adempimenti di legge”, conclude la nota.

LE DISPOSIZIONI PER IL FRATELLO PAOLO, LA COMPAGNA MARTA, L’AMICO DELL’UTRI E UN PICCOLO MISTERO

Le disposizioni in favore del fratello Paolo, aggiunte in un secondo testamento del 2020, prevedono che riceva un legato di 100 milioni di euro, pari a quello lasciato in un terzo documento datato 2022 alla compagna Marta Fascina, che non fa parte dell’asse ereditario, a cui si aggiunge un legato di 30 milioni anche allo storico amico Marcello Dell’Utri.

Lo scriveva Berlusconi sempre su della carta intestata di Villa San Martino il 19 gennaio 2022, poco prima di recarsi al San Raffaele di Milano, rivolgendosi ai figli: “Se non dovessi tornare vi prego di prendere atto di quanto segue […] Per il bene che gli ho voluto e per quello che loro hanno voluto a me. Grazie, tanto amore a tutti voi. Il vostro papà”.

IL CASO SUL FIGLIO LUIGI

Proprio questo terzo documento, una scheda testamentaria olografa chiusa in una busta non sigillata e riportante la scritta “Ai miei figli”, sta sollevando domande specialmente sui social. La lettera si apre, infatti, così: “Cara Marina, Pier Silvio, Barbara e Eleonora”, senza menzionare l’ultimogenito Luigi. Sul perché ancora non v’è risposta.

L’assenza di Luigi da quell’elenco ha delle conseguenze concrete, ha scritto il Sole 24 ore: “In questo modo, infatti, i lasciti decisi da Berlusconi per il fratello Paolo, la compagna Marta Fascina e l’amico Marcello Dell’Utri, per un assegno complessivo di 230 milioni di euro, non saranno (o non dovrebbero essere) presi pro quota dall’eredità dell’ultimogenito”

LA REAZIONE DELLA BORSA

Il testamento di Berlusconi si preannunciava una questione delicata non solo per l’entità del patrimonio ma anche per i possibili effetti sui mercati tanto che la comunicazione sui contenuti si pensava sarebbe arrivata alla chiusura delle Borse.

Milano Finanza, che sta seguendo in tempo reale l’andamento dei titoli coinvolti, finora ha scritto: “Andamento contrastato per le due tipologie di azioni MFE [che a Piazza Affari vale 1,8 miliardi di euro, ndr]: a poco più di due ore dall’apertura degli scambi le A, quelle a voto multiplo, viaggiano negative, perdendo intorno all’1%; le B, dopo un inizio in discesa, hanno recuperato e scambiano poco sopra la parità (+0,14%) a 0,73 euro”.

“Va ricordato – aggiunge MF – che in occasione della presentazione dei palinsesti di Mediaset, Pier Silvio Berlusconi ha negato la volontà di vendere la società della famiglia. Piatta Mondadori, mentre Banca Mediolanum, di cui Fininvest controlla il 30%, lascia sul terreno l’1,66% scambiando poco sotto gli 8 euro”.

COSA RESTA FUORI DAL TESTAMENTO

Nessuna sorpresa, dunque, nemmeno per l’unico lascito che resta fuori dal testamento e cioè l’eredità politica. Pier Silvio, intanto, ha confermato che “per ora non ha intenzione di scendere in politica” e su Fascina, a quanto scrive Open, pare che in Forza Italia si ripeta: “Se chiedesse un incarico nessuno glielo negherebbe”.

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