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Contratti Bancari

Cosa accade al tavolo Abi per il nuovo contratto dei bancari

Fatti e indiscrezioni sulle trattative per il rinnovo del contratto nazionale di lavoro dei 280mila dipendenti delle banche italiane come Intesa Sanpaolo, Unicredit, Montepaschi, Banco Bpm, Bper, Credit Agricole e Bnl Bnp Paribas. I fatti e le indiscrezioni sindacali

 

La partita per il rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro dei bancari ripartirà l’11 e il 12 ottobre. Sono due date chiave: in quella occasione, infatti, l’Abi dovrà rispondere punto per punto alle richieste presentate dai sindacati e confezionate nella piattaforma.

La richiesta di risposte puntuali e motivate è arrivata la scorsa settimana, nell’ultimo incontro a Palazzo Altieri, sede dell’Associazione bancaria a Roma. In quella circostanza, i rappresentanti del Comitato affari sindacali e del lavoro della stessa Abi hanno presentato un documento, una sorta di contropiattaforma che non è stata affatto gradita dai segretari generali di Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca e Unisin, Lando Maria Sileoni, Riccardo Colombani, Susy Esposito, Fulvio Furlan ed Emilio Contrasto.

Il tema più rilevante resta l’aumento economico. La richiesta di 435 euro medi mensili avanzata dai sindacati è stata appoggiata dall’amministratore delegato di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina (nella foto), mentre gli altri big per ora si trincerano dietro l’Abi. Una posizione di attesa, tuttavia, che non potrà durare a lungo. Ma non c’è solo il nodo dei salari da sciogliere, considerando che la parte normativa del contratto, tenuto conto delle esigenze di trasformazione e riorganizzazione dei grandi gruppi bancari, assume comunque un peso non irrilevante nell’ambito dell’intero negoziato.

Sull’esito finale delle trattative molto dipenderà dalla capacità del presidente del Casl, Ilaria Dalla Riva (Unicredit), di trovare la quadra sul fronte delle banche. Per quanto riguarda l’altra parte del tavolo, si guarda agli equilibri e anche a quello che avviene all’interno nei singoli gruppi. Gli occhi degli addetti ai lavori sono puntati, da alcuni giorni, su Unisin: la sigla meno rappresentativa del settore bancario, infatti, sta perdendo pezzi in Bnl Bnp Paribas. Sembra che un centinaio di iscritti abbiano appena deciso di passare alla Fabi e ad altre organizzazioni del credito. E che altri dipendenti della stessa Banca nazionale del lavoro stiano per seguirli. La faccenda infastidisce – e non poco – Tommaso Vigliotti, segretario nazionale di Unisin. Riferiscono fonti ben informate che il sindacalista, coordinatore di Unisin in Bnl, sia rimasto clamorosamente spiazzato dalla fuga di iscritti.

Al di là delle vicende in Bnl, il negoziato per il rinnovo del contratto nazionale prosegue. Alla prossima puntata.

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