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Tutte le sfide (non solo italiane) sul Pnrr

Cosa emerge dal rapporto 2022 della Corte dei conti europea. Caso Pnnr e non solo. L'articolo di Chiara Oldani

 

Al Senato della Repubblica è stato presentato il rapporto per il 2022 della Corte dei conti europea ed è emerso un quadro fosco. La capacità di spendere i fondi e il raggiungimento degli obiettivi qualitativi sono due facce della (ricca) medaglia dei fondi dei PNRR nazionali. Gli ingenti finanziamenti pubblici post pandemia devono portare a una radicale revisione delle loro modalità di gestione e rendicontazione.

IL RUOLO DELLA CORTE DEI CONTI IN NEXTGENEU

La Corte dei conti europea ha 27 membri, uno per ogni stato, e si occupa di audit finanziari, di audit di conformità e controlli di gestione e Pietro Russo (nella foto) rappresenta l’Italia. La Corte svolge un controllo esterno sui conti e rilascia la certificazione dei conti dell’Unione.

Data la grande dimensione di NextGenEU, la Corte ha acquisito un ruolo centrale, ma questo ha forse aumentato delle criticità già note. Difficoltà di spesa, lentezze, procedure complesse e un apparato normativo poco efficiente hanno contribuito ad alimentare i conflitti nella gestione e rendicontazione delle spese all’interno dello Stato e con l’UE.

I fondi di coesione rappresentano il 40% del bilancio UE e l’Italia è fanalino di coda nella classifica della capacità di spesa.

La Recovery and Resilience Facility (RRF) e i PNRR nazionali pongono problemi di audit molto diversi; il raggiungimento degli obiettivi (di investimenti, di policy) non dipende dai costi sostenuti, ma è un fenomeno anche qualitativo, che aumenta il conflitto tra controllato e controllore sulla ammissibilità di costi. Servono delle best practice.

LA SFIDA TREMENDA DEL PNRR PER L’ITALIA

L’onorevole Caterina Chinnici della Commissione di controllo del bilancio europeo ha chiarito che la prima sfida è l’aumento del tasso di errore (non fraudolento), soprattutto nelle spese di coesione. Questo porta con sé l’esigenza di semplificazione delle procedure che andrebbe a vantaggio delle PMI e non solo della PA nazionale. La seconda sfida è la necessità di accrescere l’affidabilità delle autorità nazionali.

A livello nazionale il PNRR pone una sfida tremenda per le piccole amministrazioni pubbliche, annichilite dalla burocrazia kafkiana di questi fondi. Il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, e Franco Massi, segretario generale della Corte dei conti, concordano sulla necessità di spendere i fondi pubblici rapidamente e con efficacia, cosa possibile solo con una semplificazione radicale, a tutti i livelli.

Un problema rilevante e trasversale è che molti progetti importanti non sono finanziabili, perché preesistenti alla pandemia, come quelli per ridurre il rischio idrogeologico o sismico.

Domenico Lombardi e Luciano Monti del Luiss Policy Observatory concordano sul fatto che la resilienza è centrale nel PNRR; l’esperienza di altri paesi potrebbe aiutare a uscire dalle secche. Negli Usa il Governement Accounting Office (GAO) svolge dall’inizio del 1900 un controllo qualitativo, non amministrativo e si è evoluto per rispondere alle mutate esigenze federali.

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