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Contratto, ipotesi Ubi Banca e non solo. Cosa succede in Bper

Mentre Bper chiude un accordo su assunzioni e uscite dal gruppo e potrebbe arrivare alla fusione con Ubi Banca la trattativa con l'Abi per il rinnovo del contratto procede a fatica

Si chiude un accordo importante in Bper con soddisfazione reciproca dell’azienda e dei sindacati mentre la trattativa sul rinnovo del contratto dei bancari arranca. E non è escluso che si possa arrivare a una mobilitazione dei lavoratori del settore. Nel frattempo continuano le manovre per il consolidamento del sistema nazionale – auspicato da Banca d’Italia e Bce – che potrebbe portare proprio la Popolare dell’Emilia Romagna a fondersi con Ubi Banca.

L’ACCORDO RAGGIUNTO IN BPER

L’intesa sul piano industriale 2019-2021 di Bper, siglata ieri dopo un confronto sindacale aperto a giugno, prevede 645 ingressi, 1 ogni 2 uscite. In particolare, le uscite di 1.289 dipendenti saranno gestite attraverso il pensionamento o l’esodo a carattere volontario e incentivato. Chi maturerà i requisiti per la pensione tra gennaio 2021 e fine dicembre 2025 potrà chiedere da aprile l’adesione al fondo di solidarietà del settore finché non incasserà l’assegno dell’Inps. Inoltre, vengono stabillizzati i contratti di apprendistato e a tempo determinato di 65 lavoratori. Nell’intesa è prevista pure una progressiva fruizione di ferie ed ex festività e la riduzione o la sospensione dell’attività lavorativa per contribuire a ridurre strutturalmente i costi del personale. Introdotti strumenti di bilanciamento tra tempi di vita e di lavoro, attivazione di modelli di lavoro flessibili, rafforzamento delle politiche di welfare, investimenti nella formazione.

Per Alessandro Vandelli, amministratore delegato di Bper, l’accordo “permetterà di raggiungere importanti obiettivi del piano industriale e favorirà un importante ricambio generazionale e al contempo lo sviluppo di qualificate competenze professionali”.

Soddisfatti i sindacati con la Fabi – la sigla più rappresentativa – che sottolinea come “circa 443 nuovi ingressi avverranno nei territori dove saranno maggiori le uscite volontarie concordate e privilegiando le aree d’Italia con maggiori difficoltà occupazionali e con maggiori percentuali di pensionamenti ovvero Sardegna e Mezzogiorno”. Sulla stessa lunghezza d’onda il commento della First Cisl, secondo sindacato di settore, che evidenzia pure come si tratti di “una novità di assoluto rilievo per il settore bancario che sia stata conclusa un’intesa che prevede un tasso di sostituzione di due a uno tra uscite e nuove assunzioni”.

LE POSSIBILI NOZZE CON UBI BANCA

Di Bper, come dicevamo, si sta parlando da diverse settimane per una possibile fusione con Ubi Banca in vista di un consolidamento del comparto. Secondo il Sole 24 Ore i grandi soci dei due istituti starebbero guardando con sempre maggiore attenzione all’ipotesi di merger. Per il quotidiano confindustriale Bper è un istituto “che per dimensioni qualità degli attivi e, in particolare, assetto azionario sembra offrire la migliore combinazione potenziale con il gruppo guidato da Victor Massiah”.

A CHE PUNTO E’ LA TRATTATIVA PER IL RINNOVO DEL CONTRATTO DEI BANCARI

Intanto la trattativa per il rinnovo del contratto dei circa 300mila bancari procede a stento. All’ultimo incontro a Palazzo Altieri l’Abi ha presentato una sua piattaforma – i sindacati l’avevano presentata a inizio confronto – in cui spicca un salary cap che comporta un taglio delle retribuzioni di 9mila euro, una riforma degli inquadramenti e varie novità riguardanti l’area contrattuale e il rapporto tra primo e secondo livello di contrattazione.

Ora i sindacati del settore – oltre a Fabi e First Cisl, Fisac Cgil, Uilca Uil e Unisin Confsal – aspettano il 5 novembre, quando l’Associazione bancaria dovrà fornire risposte su alcune richieste unitarie delle sigle: aumento medio di 200 euro al mese e il ripristino dell’articolo 18. In ballo c’è pure una possibile mobilitazione della categoria.

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