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Bnl

Cosa succede ai conti di Bnl?

Che cosa emerge dalla trimestrale di Bnl comunicata dal gruppo Bnp Paribas. L'articolo di Emanuela Rossi

 

Utile lordo a 65 milioni di euro per Bnl che archivia il primo trimestre dell’anno in calo del 33,8%. Segno più invece per la controllante Bnp Paribas che nel periodo gennaio-marzo ha messo a segno un utile netto di 2,1 miliardi (+19,2%).

Il gruppo francese, a seguito dello scoppio della guerra in Ucraina, fa sapere di aver svalutato la partecipazione nella banca Ukrsibbank per 159 milioni di euro, ambito, di aver donato 14,5 milioni di euro ad ong partner di lunga data del Gruppo (Unhcr, Croce Rossa e Medici senza Frontiere) e che si farà carico dell’alloggio di oltre 1.700 persone, fra i dipendenti ucraini e le loro famiglie.

Soddisfatto dei numeri generati da Bnp Paribas l’amministratore delegato, Jean-Laurent Bonnafé: “Forte del proprio modello, BNP Paribas realizza un’ottima performance nel primo trimestre 2022, sostenuta dalla propria capacità di soddisfare le esigenze dei clienti e dell’economia. Con il piano strategico ‘Growth, Technology and Sustainability 2025’ – ha sottolineato -, il Gruppo continua a sviluppare piattaforme leader al servizio dell’economia europea, prosegue il suo sviluppo tecnologico e supporta i clienti nella transizione verso un modello più sostenibile. Accelerando il conseguimento di ambiziosi obiettivi ambientali e sociali, BNP Paribas intende assumere un ruolo sempre più attivo nella trasformazione delle nostre economie e delle nostre società”.

IL PRIMO TRIMESTRE 2022 DI BNL

Come si diceva, l’utile ante imposte di Bnl nei primi tre mesi dell’anno è stato pari a 65 milioni di euro, in calo del 33,8% rispetto al primo trimestre 2021. L’attività commerciale della banca però “resta dinamica”, come evidenzia una nota: gli impieghi sono aumentati del 2,1% su anno e del 4,4% sul perimetro al netto dei crediti deteriorati. Segno più anche per i depositi (+8,5%), con un incremento in tutti i segmenti di clientela; per la raccolta indiretta (+3,9%), grazie al buon incremento registrato soprattutto nell’assicurazione vita (+6,6% rispetto al 31 marzo 2021); per la raccolta netta del Private Banking a 0,9 miliardi di euro.

In calo il margine di intermediazione (-3,1% a perimetro storico e -1,9% a perimetro costante) così come il margine di interesse (-4,3% a causa dell’impatto persistente del contesto di tassi bassi, in parte compensato dall’effetto della crescita dei volumi di credito). Le commissioni sono diminuite dell’1,4% a perimetro storico ma cresciute dell’1,6% a perimetro costante. In aumento le commissioni bancarie, soprattutto nel segmento della clientela corporate.

E ancora: sono scesi i costi operativi (-1%), pari a 454 milioni di euro, a perimetro storico (aumentati però dello 0,8% a perimetro costante) e anche il risultato lordo di gestione (-7,6%) a 201 milioni di euro.

Da Bnl rendono noto infine che il costo del rischio nel primo trimestre dell’anno si è attestato a 128 milioni di euro, con un incremento di 18 milioni di euro rispetto allo stesso periodo del 2021, nonostante un numero limitato di nuovi crediti deteriorati e il livello contenuto di riprese di valore su crediti sani. In rapporto agli impieghi alla clientela il costo del rischio si attesta dunque a 63 punti base.

IL PRIMO TRIMESTRE 2022 DI BNP PARIBAS

Buoni numeri per il gruppo che controlla Bnl. Nei primi tre mesi del 2022 l’utile netto di Bnp Paribas è cresciuto a oltre 2,1 miliardi (+19,2% su base annua), il margine di intermediazione a più di 13,2 miliardi (+11,7%), il risultato lordo di gestione a 3,56 miliardi (+10,3%) e il risultato di gestione a 3,1 miliardi (+33,1%) che è “in considerevole crescita nelle divisioni operative (+51,0% rispetto al primo trimestre 2021)”.

In crescita pure i costi operativi del gruppo, arrivati a 9,65 miliardi (+12,3%) a causa “del supporto alla crescita dell’attività, del sensibile incremento delle tasse soggette alla norma IFRIC 21 e, in particolare, dell’aumento del contributo stimato al Fondo Unico di Risoluzione (+303 milioni)”. Al netto delle tasse soggette alla norma IFRIC 21, l’incremento dei costi operativi è del 9,5%.

Nel primo trimestre dell’anno in corso, segnalano ancora da Bnp Paribas, gli elementi non ricorrenti sono stati diminuiti a 168 milioni di euro (487 milioni di euro nel primo trimestre 2021) così come gli elementi straordinari grazie “all’impatto positivo dell’avviamento su bpost bank per +244 milioni di euro e a una plusvalenza eccezionale di +204 milioni di euro, compensati dalla svalutazione dei titoli Ukrsibbank per -159 milioni di euro, all’impatto negativo del riciclaggio della riserva di conversione per -274 milioni di euro”. Il totale degli elementi non ricorrenti straordinari è cresciuto di 15 milioni di euro a fronte dei +398 milioni di euro nei primi tre mesi del 2021, “che comprendeva una plusvalenza sulla cessione di una partecipazione da parte di BNP Paribas Asset Management per 96 milioni di euro e una plusvalenza sulla cessione di immobili per +302 milioni di euro”.

Infine, al 31 marzo 2022 scorso il Common Equity Tier 1 del gruppo ammontava al 12,4% e le riserve di liquidità immediatamente disponibili a 468 miliardi di euro, equivalenti ad oltre un anno di margine di manovra rispetto alle risorse di mercato. Il rapporto di leva finanziaria si attestava invece al 3,8%.

GLI OBIETTIVI AL 2025

Bnp Paribas ha confermato gli obiettivi finanziari globali per il 2025 ossia margine di intermediazione in crescita mediamente di oltre il 3,5% l’anno e utile netto di oltre il 7% all’anno sull’intero periodo, per portare il ROTE a più dell’11%. Inoltre il gruppo francese punta a mantenere un obiettivo di CET1 ratio del 12% per il 2025, integrando il pieno effetto della finalizzazione di Basilea 3 (CRR3) e del 12,9% per il 2024. L’obiettivo di tasso di distribuzione ordinario del gruppo, si legge ancora, è del 60%, con un tasso minimo in contanti del 50%.

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