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Salini Impregilo

Ecco come Confindustria demolisce il salvataggio di Salini Impregilo e Astaldi

Le ultime novità e le ultime polemiche su Salini Impregilo, Astaldi e Progetto Italia. Con la replica di Buffagni, viceministro M5S allo Sviluppo economico

 

C’è tensione fra i costruttori italiani, riuniti nella confindustriale Ance, e Salini Impregilo, il gruppo industriale leader nazionale nelle grandi opere alle prese con un delicato passaggio e annesso salvataggio pubblico.

Oggetto del contendere è Progetto Italia, il futuro maxi polo delle costruzioni – questo l’obiettivo di Salini e non solo – che parte dal salvataggio di Astaldi per allargarsi a grandi imprese del settore in difficoltà.

Il tutto insieme a Cassa depositi e prestiti, che supporta l’operazione attraverso Cdp Equity, società controllata dalla Cassa (posseduta da Tesoro e fondazioni bancarie).

Per annettere Astaldi, Salini Impregilo deve procedere a un aumento di capitale da 600 milioni che sarà varato dall’assemblea degli azionisti, in programma venerdì 4 ottobre.

L’allarme dell’Ance risuona da tempo: Progetto Italia – sostiene l’associazione di Confindustria – rischia di destabilizzare il settore in un Paese come il nostro, in cui non esiste un mercato adeguato.

Grande perplessità, inoltre, desta la presenza di Cdp che renderebbe difficile la concorrenza. “L’Ance – ha chiarito il presidente Gabriele Buia in un’intervista all’Adnkronos – ha il diritto-dovere di tutelare tutte le imprese”.

COS’HA DETTO IL VICEMINISTRO BUFFAGNI E COSA HA RISPOSTO L’ANCE 

L’ultima sortita sul tema, in ordine di tempo, è arrivata pochi giorni fa con l’Ance che ha risposto al viceministro dello Sviluppo economico, in quota Movimento Cinque Stelle, Stefano Buffagni.

Nel corso del suo intervento al 65esimo convegno di studi amministrativi a Varenna, in provincia di Lecco, Buffagni aveva affermato: “Non siamo molto entusiasti di Progetto Italia ma se serve per cercare di fare ripartire un sistema che non funziona, evidentemente siamo costretti a farlo”. Buffagni aveva poi definito “poco trasparente e lineare” la posizione dell’Ance a riguardo.

“E’ falso che l’Ance abbia espresso in incontri istituzionali con la Presidenza del Consiglio e i vertici di Cdp posizioni diverse da quelle che, in modo compatto, ha assunto da mesi di netta contrarietà alla creazione di un grande polo delle costruzioni a vantaggio di pochi e senza alcuna garanzia per chi sul mercato ci sta con le proprie forze e senza l’aiuto di nessuno” ha risposto il presidente Giuseppe Buia che poi ha rincarato la dose sul maxi polo delle costruzioni in via di definizione. “Credo sia ora che vengano rese pubbliche le condizioni dell’intervento di Cassa depositi e prestiti in Progetto Italia” ha chiarito Buia che si è detto ancora una volta “preoccupato per gli effetti distorsivi della concorrenza che questa operazione può comportare con l’ingresso di capitale pubblico. Anche Bruxelles – ha aggiunto – sta attendendo un chiaro segnale in tal senso’.

Nella nota l’Ance è poi intervenuta su alcune mosse attese da parte di Palazzo Chigi. “Ci attendiamo che il Governo metta subito mano ai decreti attuativi delle due misure previste dal decreto crescita, Fondo salva opere e Fondo di garanzia per le Pmi, che per essere veramente efficaci hanno bisogno di regole chiare e di risorse certe, altrimenti rimangono lettera morta”. Inoltre “dobbiamo fare in fretta con la nomina dei commissari, sul modello della Napoli-Bari, e sul regolamento del Codice appalti, altrimenti si rischia il vuoto normativo”.

A CHE PUNTO E’ PROGETTO ITALIA

Intanto Progetto Italia va avanti. Ai primi di agosto Salini Impregilo ha firmato due accordi di investimento, uno con l’azionista di controllo Salini Costruttori e con Cdp Equity (Cdp) e l’altro con le tre banche finanziatrici (UniCredit, Intesa Sanpaolo e Banco Bpm). In precedenza si erano sfilate dal progetto Montepaschi e Bnl-Bnp. Lo schema prevede un aumento di capitale di Salini Impregilo da 600 milioni offerto in sottoscrizione a investitori istituzionali tra i quali Salini Costruttori, Cdp Equity e gli istituti di credito. Secondo gli accordi, gli impegni di sottoscrizione sono pari rispettivamente a 50 milioni, 250 milioni e 150 milioni. Sui 150 milioni restanti è stato stipulato un pre-accordo di sottoscrizione – in caso di eventuale inoptato – con gli istituti di credito che cureranno l’aumento di capitale che sarà varato dall’assemblea del 4 ottobre prossimo.

A guidare Progetto Italia ci sarà un board con 15 consigliere, di cui 5 espressi da Cdp cui spetta pure la nomina del presidente. Alla Cassa, inoltre, andrà la maggioranza del Comitato strategico con 3 membri su cinque.

Nella nota di Salini Impregilo si evidenzia come il gruppo punti a un maxi polo che “rappresenterà un’opportunità di rafforzamento per il settore costruzioni in Italia (strategico per il Paese, circa l’8% del Pil) e per la sua filiera, riavviando progetti bloccati (circa 36 miliardi)”. All’interno, oltre ad Astaldi, anche Cossi, Glf e Seli Oversea, per arrivare a commesse da 40 a 62 miliardi per il 2021 e a un fatturato compreso tra i 9 e i 14 miliardi.

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Pubblichiamo una dichiarazione di Buffagni, viceministro M5s allo Sviluppo economico inviata al quotidiano La Stampa

“Quando sabato scorso a Varenna ho parlato del Progetto Italia e delle relative criticità che ci sono state con l’Ance era presente anche il presidente Buia che, seppur invitato da me a farlo, in quella sede non ha smentito la mia ricostruzione dei fatti. Smentita che però è arrivata ieri per mezzo di un asettico comunicato stampa. Confermo tutto quanto detto in occasione del convegno di Varenna,e allo stesso tempo torno a ribadire un concetto: per noi tutte le imprese del settore costruzioni sono importanti, le grandi come le pmi, e stiamo lavorando affinché un settore nevralgico per il Paese si risollevi dopo parecchi anni. Serve però serietà da parte delle Associazioni di categoria perché non si può giocare sulla pelle di imprenditori e lavoratori. Voglio, infine, ribadire quanto già detto in più sedi e occasioni: si pensi a fare opere e a costruire e non ai contenziosi costanti”

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