Quello presentato ieri dall’amministratore delegato di Unicredit, Andrea Orcel, è un piano industriale che segna una netta svolta rispetto alla passata gestione del gruppo, a dir poco disastrosa, che abbiamo sempre contrastato in ogni ambito.
Per la prima volta c’è un vero piano di rilancio del gruppo, un piano di crescita che si basa su ritorni economici solidi e sostenibili, con una prospettiva temporale non di corto termine.
Questo significa che c’è la consapevolezza, da parte di Andrea Orcel, di dover alimentare passione e senso di appartenenza all’interno del gruppo che nella passata gestione ha subito scelte gestionali a dir poco autolesionistiche.
L’efficientamento del gruppo e il conseguente reinvestimento anche sulle nuove tecnologie è un aspetto da noi condiviso, perché i cambiamenti in atto devono essere gestiti dal sindacato a tutela delle lavoratrici e dei lavoratori.
Così come ritengo positivo che ci sia una nuova attenzione sociale del gruppo Unicredit verso il sistema Paese, verso il Sud del Paese che, nella precedente gestione, ha purtroppo subito tagli di personale e di agenzie in maniera sconsiderata.
La volontà di Andrea Orcel e della sua nuova squadra di avere un contatto continuo e costante con le lavoratrici e i lavoratori, che sono la vera risorsa del gruppo, rappresenta un nuovo positivo atteggiamento che, se realizzato, darà nuovi e importanti risultati.
Per quanto riguarda gli eventuali esuberi, vale sempre il concetto, espresso dalle organizzazioni sindacali in tutti i piani industriali, di una assunzione ogni due uscite volontarie.
Ritengo, inoltre, giusto e prudente l’atteggiamento del gruppo di occuparsi di nuove aggregazioni non prima di 6-12 mesi per concludere una riorganizzazione interna avviata da tempo.
Verificheremo, non appena in possesso dei documenti che la banca dovrà consegnarci per legge, quali saranno i veri numeri sia degli esuberi in Italia sia delle filiali che saranno chiuse per accorpamento con altre, ma, dalle parole del nuovo amministratore delegato, è emersa la volontà di rilanciare il ruolo delle agenzie sui territori anche con aumenti significativi di personale.
Non accetteremo quello che è già accaduto in un recente passato che il Comitato aziendale europeo (Cae) si permetta di sovrapporsi a iniziative sindacali che spettano esclusivamente ai sindacati dei bancari italiani.
E ai due massimi esponenti del gruppo, Andrea Orcel e Niccolò Ubertalli, è importante ricordare come sia fondamentale che la prima e la seconda fascia del gruppo dirigente della banca si adegui immediatamente al nuovo corso mettendosi a completo servizio delle lavoratrici e dei lavoratori, abbandonando definitivamente, qualche atteggiamento, snobistico e autoreferenziale, che ha creato, in passato, diversi danni ai lavoratori e alla stessa banca. Il tema delle pressioni commerciali sarà attentamente monitorato e interverremo se necessario.
I coordinamenti sindacali del gruppo Unicredit, affiancati dalle segreterie nazionali, verificheranno se le nuove intenzioni del nuovo corso saranno confermate coi fatti nelle prossime trattative sindacali.
Vorremmo capire nel dettaglio, fra i tanti argomenti da approfondire, come impatterà il digitale nella nuova organizzazione del gruppo ed eventuali, nuove figure professionali dovranno necessariamente rispettare le previsioni del contratto nazionale.
È inoltre positiva la creazione di una academy, una sorta di scuola per la formazione dei dirigenti che creerà continuità nel gruppo; così come la volontà di realizzare un road show per rimanere sempre in contatto con tutte le lavoratrici e i lavoratori del gruppo rappresenta un importate e positivo segnale di discontinuità rispetto al passato.
Lando Maria Sileoni