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Come vanno i conti di Tim

I primi nove mesi 2024 di Tim: ricavi ed ebitda in crescita e indebitamento in calo dopo la cessione NetCo, in linea con gli obiettivi del piano, ma risultato ancora in rosso (perdita dimezzata rispetto al 2023). Numeri e confronti

 

Tim archivia i primi nove mesi dell’anno ancora in rosso, ma resta sulla strada del raggiungimento degli obiettivi di utili e debito dopo la vendita della rete fissa.

La società guidata da Pietro Labriola ha chiuso il periodo gennaio-settembre 2024 con ricavi totali a 10,7 miliardi di euro, in crescita del 3,4% anno su anno, con il domestico che cresce del +1,8% a 7,4 miliardi di euro e il Brasile del +7,2% a 3,3 miliardi di euro. In particolare, l’Ebitda di gruppo cresce del +8,7% anno su anno e il debito finanziario al netto dei leasing si riduce a 7,98 miliardi. Gli obiettivi finanziari annunciati all’inizio di quest’anno per l’attività derivante dalla cessione della rete sono quindi confermati. L’operazione di vendita della rete era infatti il fulcro della strategia di Labriola per ridurre il debito di 14 miliardi di euro che ha zavorrato finora Tim.

“Il debito netto si sta riducendo come previsto, nel quarto trimestre prevediamo che la tendenza accelererà come ogni anno, quindi la riduzione diventerà più sostanziale”, ha spiegato Labriola, nel corso della conference call con gli analisti.

Pertanto, la società conferma tutte le guidance fornite al mercato per l’anno in corso.

Aprono in leggero aumento (+1%) le azioni di Tim dopo che ieri sera la società ha diffuso i conti a chiusura del mercato dopo che il consiglio di amministrazione ha approvato l’informativa finanziaria al 30 settembre 2024. Le azioni dell’ex Telecom Italia sono scese del 26% da gennaio, portando il valore di mercato della società a circa 4,9 miliardi di euro, ricorda Bloomberg.

Tutti i dettagli.

RICAVI IN AUMENTO

Nei primi nove mesi del 2024 i ricavi totali del gruppo Tim si attestano a 10,7 miliardi di euro, in aumento del 3,4% su base annua. I ricavi totali riferito all’Italia ammontano a 7,4 miliardi di euro, in crescita dell’1,8% su base annua. Per quanto riguarda il segmento Consumer, questo ha registrato ricavi totali stabili a 4,5 miliardi di euro e ricavi da servizi pari a 4,2 miliardi di euro (+0,2% anno su anno), “proseguendo nel percorso di stabilizzazione intrapreso nei trimestri precedenti” indica la nota del gruppo.

TRAINANO ENTERPRISE…

Enterprise ha registrato ricavi totali pari a 2,3 miliardi di euro (+5,8% anno su anno) e ricavi da servizi pari a 2,1 miliardi di euro (+8,0% anno su anno), continuando a sovraperformare il mercato di riferimento, indica la nota del gruppo Tim, “grazie alla strategia di difesa del business della connettività e alla crescita dei ricavi It, che rappresentano il 62% del totale”.

Nello specifico, la società segnala “la solida performance del Cloud (+22% anno su anno, grazie anche alla spinta del Polo Strategico Nazionale), della Security (+84% anno su anno) e dell’IoT (+27% anno su anno). In crescita del 67% anno su anno a 3,5 miliardi di euro il valore dei contratti firmati nei nove mesi”.

… E TIM BRASIL

Altro motore dei conti è Tim Brasil che ha registrato ricavi pari a 3,3 miliardi di euro (+7,2% anno su anno), ricavi da servizi pari a 3,2 miliardi di euro (+7,1% anno su anno) e un Ebitda pari a 1,6 miliardi di euro (+9,0% anno su anno).

AUMENTANO I MARGINI

In crescita l’ebitda di gruppo che aumenta dell’8,7% a 3,3 miliardi (+8,3% nel domestico, +9% in Brasile). L’ebitda after lease sale dell’11,1% su base annua a 2,7 miliardi di euro, mentre quello domestico si attesta a 1,5 miliardi di euro, in crescita dell’8,3% su base annua. “È evidente il continuo miglioramento del nostro asset brasiliano. Vale anche la pena ricordare che anche l’Ebitda domestico sta crescendo più velocemente dei ricavi, quindi abbiamo una buona leva operativa grazie alla crescita dei ricavi e allo stretto controllo dei costi” ha sottolineato l’ad di Tim in conference call.

DIMEZZATA LA PERDITA

La perdita netta è scesa a 509 milioni (-54,7%) rispetto a 1,12 miliardi dei primi tre trimestri del 2023 e include il provento derivante dall’operazione di cessione di NetCo rilevato fra gli utili da attività cessate. Il management ha precisato che l’impatto sul conto economico del gruppo in termini di plusvalenza netta, già tenuto conto dell’attribuzione dell’avviamento al valore ceduto, ammonta a circa 200 milioni di euro, fatti salvi eventuali ulteriori adeguamenti connessi agli usuali meccanismi di aggiustamento prezzo post closing.

Con la presentazione del piano 2025 – 2027″ prevista per febbraio “dopo il primo anno della nuova Tim, avremo molto più spazio per dare dettagli circa il ritorno alla possibile remunerazione dei soci” ha anticipato Labriola, nel corso della conference call.

CALA IN DEBITO

Al 30 settembre 2024, l’Indebitamento Finanziario Netto rettificato After Lease del Gruppo è sceso sotto gli 8 miliardi di euro, in calo di oltre 0,1 miliardi di euro rispetto al valore immediatamente successivo al perfezionamento della cessione di NetCo che si confrontano con i 20,35 miliardi di inizio anno. L’evoluzione della posizione finanziaria netta attesa nell’ultimo trimestre dell’anno permetterà al Gruppo di raggiungere l’obiettivo di deleverage indicato, con un rapporto fra l’Indebitamento Finanziario Netto rettificato After Lease e l’Ebitda organico After Lease minore o uguale a 2x.

RIGUARDO LA CESSIONE DELLA QUOTA INWIT

La società ha specificato che “il target non include i proventi per la cessione della partecipazione residua in Inwit, il cui closing è atteso il 29 novembre, a un prezzo di 10,43 euro per azione e con un incasso previsto di circa 250 milioni di euro”.

FLUSSO DI CASSA POSITIVO

Passando al flusso di cassa della gestione operativa di gruppo dei primi nove mesi, il dato è positivo e pari a 1,737 miliardi di euro (+1,624 miliardi di euro nei primi nove mesi del 2023), mentre l’equity free cash flow dei nove mesi del 2024 ammonta a -368 milioni di euro (-238 milioni di euro nei primi nove mesi del 2023).

Nel periodo gennaio-settembre gli investimenti industriali  e per licenze di telefonia mobile/spectrum ammontano a 1,37 miliardi di euro (1,48 miliardi nei primi nove mesi dello scorso anno).

IN ATTESA DI CONOSCERE IL FUTURO DI SPARKLE

Infine, tra le attività del gruppo c’è ancora Sparkle, società dei cavi sottomarini per i collegamenti internazionali, che è stata opzionata dal Tesoro. A inizio ottobre il cda di Tim ha dato mandato all’ad Pietro Labriola di trattare per arrivare a un’offerta vincolante da parte della cordata Mef-Asterion entro il 30 novembre. “Tutto sta andando avanti, stiamo discutendo secondo i piani” ha rassicurato l’amministratore delegato di Tim, in call con gli analisti.

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