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Come vanno i conti di Intesa Sanpaolo (e come andranno)

I numeri del primo trimestre 2020 di Intesa Sanpaolo, il commento del ceo Messina e le prospettive

Intesa Sanpaolo chiude il primo trimestre 2020 con un utile a 1,15 miliardi di euro, in crescita rispetto a 1,05 miliardi del primo trimestre 2019.

Lo rende noto la banca capitanata dall’amministratore delegato, Carlo Messina, evidenziando che l’utile risulterebbe pari a circa «1,36 miliardi escludendo l’accantonamento di circa 300 milioni ante imposte per Covid-19 e a circa 2,3 miliardi pro-forma se – oltre a escludere questo accantonamento – si considerasse la plusvalenza netta di circa 900 milioni da Nexi (che consentirebbe di assorbire circa 1,2 miliardi di accantonamenti ante imposte), con un conseguente buffer pari a circa 1,5 miliardi ante imposte a fronte dei possibili impatti dell’epidemia da Covid-19 per l’intero esercizio».

IL PRIMO TRIMESTRE

Nel primo trimestre 2020, Intesa Sanpaolo ha registrato una riduzione dei crediti deteriorati, al lordo delle rettifiche di valore, di circa 1,3 miliardi di euro, di circa 35 miliardi dal picco di settembre 2015 (di circa 22 miliardi escludendo la cessione dei crediti deteriorati a Intrum e Prelios) e di circa 23 miliardi dal dicembre 2017 (di circa 9 miliardi escludendo le operazioni Intrum e Prelios) realizzando già l’88% dell’obiettivo di riduzione previsto per l’intero quadriennio del Piano di Impresa 2018-2021.

I CREDITI DETERIORATI

Lo stock di crediti deteriorati scende a marzo 2020, rispetto a dicembre 2019, del 3,6% al lordo delle rettifiche di valore e dell’1,6% al netto (del 4,1% al lordo delle rettifiche e del 2,4% al netto, se si escludesse l’effetto della nuova definizione di default). L’incidenza dei crediti deteriorati sui crediti complessivi a marzo 2020 si è ridotta al 7,1% al lordo delle rettifiche di valore e al 3,5% al netto.

LA PATRIMONIALIZZAZIONE

La patrimonializzazione di Intesa Sanpaolo, riporta il comunicato della banca, risulta essere «molto solida”, con coefficienti patrimoniali su livelli largamente superiori ai requisiti normativi.

GLI INDICI

Nel primo trimestre, tenendo conto di 863 milioni di euro di dividendi maturati nel trimestre, il Common Equity Tier 1 ratio pro forma a regime è risultato pari al 14,5%, livello top tra le maggiori banche europee.

GLI OBIETTIVI

La banca conferma l’obiettivo previsto dal Piano di Impresa di un Common Equity Tier 1 ratio pro-forma a regime superiore al 13% nel 2021 e ribadisce la politica dei dividendi indicata nel piano di impresa 2018-2021, con la distribuzione di un ammontare di cedole cash corrispondente a un payout ratio pari al 75% per il 2020 e al 70% per il 2021, “subordinatamente alle indicazioni che verranno fornite dalla Bce in merito alla distribuzione di dividendi successivamente al 1° ottobre”.

IL RAPPORTO

Il rapporto Cost/Income al 44,4% è stato migliore del 51,9% atteso, così come il costo del rischio a 40 contro aspettative più alte per 56. L’unico punto debole è il Cet 1 ratio al 14,5%, in miglioramento rispetto al 13,5% di un anno fa ma inferiore al 15,35% relativo alle previsioni degli analisti.

LA DIREZIONE DI MARCIA

Il gruppo conta ora di far leva sui propri punti di forza, che risiedono in un modello diversificato, fra attività di Wealth Management & Protection e sviluppo dei prodotti assicurativi danni non-motor, gestione dei costi operativi e gestione proattiva del credito deteriorato.

IL COMMENTO DI MESSINA

“Presentiamo i risultati del primo trimestre nel vivo di una fase di straordinaria emergenza per la vita del Paese e a livello globale, a causa della pandemia da Covid-19“, ha sottolineato il ceo di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina: “Il sostegno assicurato da Intesa Sanpaolo – aggiunge – alle famiglie, alle imprese, alla società nel suo insieme, per far fronte, fin dal loro primo manifestarsi, a queste difficoltà eccezionali è per noi motivo di orgoglio. In un passaggio dalla complessità senza precedenti, abbiamo potuto rappresentare un punto fermo per l’Italia, grazie alla dedizione e competenza delle nostre persone e alla nostra forza e solidità, costruite in anni di gestione improntata alla profittabilità sostenibile, ad una robusta patrimonializzazione, al basso profilo di rischio”.

LE PREVISIONI

Intesa Sanpaolo ritiene che ad oggi si possa delineare uno scenario post-Covid-19, anche se “suscettibile di evoluzioni non prevedibili”. La banca prevede che il Pil dell’Italia possa registrare un calo fra l’8% e il 10,5% nel 2020, cui seguirà una ripresa del 4,5-7% nel 2021. L’istituto stima che l’utile netto sia “non inferiore a 3 miliardi nel 2020 e non inferiore a 3,5 miliardi nel 2021”, assumendo un costo del rischio fino a 0,90 centesimi per il 2020 e fino a 0,70 centesimi per il 2021. L’istituto conferma, inoltre, la proiezione da piano di un Common Equity Tier 1 ratio pro-forma a regime superiore al 13% nel 2021, anche considerando la potenziale distribuzione del dividendo sospeso relativo al 2019.

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IL COMUNICATO STAMPA INTEGRALE DI INTESA SANPAOLO

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