skip to Main Content

Euro Sussistenza Desertificazione Economica

Come Stati e banche cercano di evitare la desertificazione economica

Politiche che gettano un ponte verso la normalizzazione e contro la desertificazione economica. Il commento di Sonal Desai, Chief Investment Officer, Franklin Templeton Fixed Income La grande domanda che tutti si pongono in questo momento è quanto sarà grave la crisi economica e che tipo di ripresa ci attende. Indubbiamente, a marzo e aprile l’attività…

La grande domanda che tutti si pongono in questo momento è quanto sarà grave la crisi economica e che tipo di ripresa ci attende. Indubbiamente, a marzo e aprile l’attività subirà una contrazione molto pesante, a causa dell’effettiva chiusura di gran parte dell’economia. La buona notizia, tuttavia, viene dalla risposta della politica monetaria e fiscale che è stata tempestiva, decisa e ben concepita.

La Federal Reserve (Fed) ha lanciato il quantitative easing (QE) a tempo inde­terminato, estendendo i suoi acquisti alle obbligazioni societarie e ai fondi negoziati in borsa (ETF), e ha presen­tato una nuova serie di agevolazioni a sostegno del credito alle imprese e alle famiglie. Il disegno di legge di stimolo fiscale approvato questa settimana negli Stati Uniti comprende trasferimenti in contanti alle persone colpite, sussidi di disoccupazione estesi, sostegno alle piccole imprese e alle aziende, così come agli ospedali e ai centri sanitari.

Questa combinazione ben studiata di sostegno fiscale e monetario può fungere da ponte per aiutare le famiglie e le imprese a superare la crisi e può preparare il terreno per un robusto rimbalzo. Vorrei osservare che la defini­zione di salvataggio attribuita a questo pacchetto non rende giustizia: lo stato di tensione che gli individui e le imprese stanno affrontando ha origine in un grande e inatteso shock esogeno, e non in un loro comportamento imprudente. Nessuna strategia commerciale pratica­bile avrebbe potuto proteggere le imprese dal suo impatto. Ora però molto dipenderà dalla durata lunga o breve del blocco in corso. Se le attuali restrizioni dovessero rimanere in vigore per diversi mesi o più a lungo, per ovviare alle perdite di posti di lavoro e ai fallimenti ci vorrà più tempo. Se invece nelle pros­sime settimane potremo procedere a un allentamento delle misure attuali per riportare l’economia in una condizione di normalità, a mio parere una ripresa a forma di V rimane lo scenario più proba­bile. Per ora ritengo che i timori di un andamento a forma di U, oppure a forma di L che indica una depressione, siano un rischio estremo più che lo scenario di fondo.

È importante notare che anche altri paesi stanno lanciando uno stimolo poli­tico decisivo. Dopo un’apparente ambivalenza iniziale, la Banca Centrale Europea ha espresso chiaramente la sua determinazione a sostenere l’eco­nomia dell’Eurozona e a garantirne la stabilità finanziaria. La Germania ha abbandonato il suo impegno pluriennale per raggiungere il pareggio di bilancio. E la maggioranza dei governi dell’Euro­zona ha già deciso di sostenere l’emissione di Eurobond comuni per finanziare la risposta alla crisi, così compiendo un altro passo senza prece­denti. L’incapacità del Gruppo dei Sette (G7)2 di elaborare una risposta globale coordinata ha alimentato molto nervo­sismo. Ma la natura comune dello shock assicura di fatto una risposta simul­tanea che avrà lo stesso effetto. Intanto l’Asia, motore cruciale della crescita economica globale ormai in via di guari­gione, dovrebbe aiutare la ripresa globale, anche ripristinando gradual­mente la funzionalità delle catene di fornitura globali.

Citerò un altro fattore che ritengo impor­tante per valutare le prospettive di ripresa post-crisi. Le crisi precedenti insegnano che le recessioni profonde possono causare danni duraturi in termini di perdita di produzione, ma i danni si riducono sensibilmente quando la recessione non è accompagnata da una crisi bancaria. Quando il corona­virus ha colpito, l’economia statunitense era forte, la disoccupazione ai minimi storici e il settore finanziario in buona salute. Con il sostegno tempestivo e mirato fornito dalla Fed, una crisi bancaria sembra altamente improbabile, e questo dovrebbe ridurre i danni e faci­litare la ripresa.

Man mano che attecchirà, la ripresa sfrutterà importanti opportunità di inve­stimento. Alcuni mercati obbligazionari hanno risentito pesantemente delle conseguenze in termini di liquidità e di tensioni di mercato, con un sostanziale allargamento dello spread che non riflette un proporzionale deterioramento della qualità del credito fondamentale. Quindi, è il momento giusto per iniziare a cercare titoli specifici con fondamen­tali interessanti, soprattutto tra le migliori società sia dell’universo invest­ment grade (IG) che di quello high yield. Nell’universo IG, lo spread di 10 punti base (pb) con il quale sono stati scam­biati alcuni titoli a febbraio è recentemente salito a circa 300 pb; chiaramente l’attuale turbolenza del mercato fa sprecare opportunità. Anche l’impatto della leva finanziaria nel mercato delle obbligazioni municipali sta evidenziando valore fondamentale di un certo interesse, e mi attendo che lo stesso accada nel segmento dei titoli ipotecari. Vorrei far notare che la tradi­zionale enfasi che il nostro gruppo riserva al reddito e alla qualità è stata particolarmente utile in questo periodo.

Back To Top