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5g Tim

Come stanno le tlc (e il 5g) in Italia. Report Asstel

Che cosa emerge dal report dell'associazione di categoria di Confindustria che rappresenta la filiera tlc realizzato in collaborazione con gli  “Osservatori Digital Innovation” della School of Management del Politecnico di Milano

 

Come ogni anno Asstel, l’associazione di categoria di Confindustria che rappresenta la filiera tlc (dalle imprese che gestiscono reti di telecomunicazioni ai produttori e i fornitori di terminali-utente, di infrastrutture di rete, ecc…) ha scattato una fotografia che permette di capire qualcosa in più sullo stato di salute del mercato italiano e come ci stiamo muovendo per affrontare le sfide del futuro (leggi anche: 5G, golden power e perimetro cibernetico. Ecco le ultime novità del governo).

2018, RICAVI ANCORA IN CALO

Sfogliando il report realizzato in collaborazione con gli  “Osservatori Digital Innovation” della School of Management del Politecnico di Milano, salta all’occhio un dato negativo. Anche il 2018 si è confermato per le Tlc come un anno dal segno negativo per i ricavi consolidati della filiera delle telecomunicazioni e dei servizi (-2,2%), a causa, spiegano da Asstel, della flessione (-6,4%) dei ricavi netti delle reti mobili, non compensata dalla crescita dei ricavi delle reti fisse (+2,6%).

LA SITUAZIONE DAL LATO DEI CONSUMATORI

Dall’altro lato della barricata, a beneficiare delle dinamiche di mercato delle Tlc sono stati i consumatori, che nel 2018 hanno visto una nuova riduzione dei prezzi medi per i servizi di rete mobile scesi in media del -4,7%.

INVESTIMENTI AL MASSIMO DA 10 ANNI

Ma sarebbe ingeneroso archiviare il 2018 come un anno negativo per le Tlc. Infatti, è stato anche l’anno in cui gli investimenti degli operatori hanno raggiunto il valore più alto degli ultimi 10 anni: 7 miliardi di euro in infrastrutture, cui si aggiungono 1,9 miliardi di esborsi in licenze, oltre all’impegno a pagare nei prossimi anni ulteriori 5,3 miliardi di euro per le licenze 5G e l’impegno a sviluppare la rete 5G.

LA SITUAZIONE DELLA BANDA LARGA E ULTRA-LARGA

Secondo il report, continua ad avanzare, seppur a rilento, la copertura sul territorio nazionale delle reti a banda larga e ultra-larga. Le reti in fibra raggiungono ormai il 23,9% delle abitazioni, contro una media europea del 29,6%, dove peraltro, sommando le reti televisive via cavo, assenti in Italia, la copertura media ultra-broadband delle abitazioni arriva al 59,9%.

Parallelamente, nel 2018 è continuata la crescita dei volumi del traffico dati sia da fisso (+24%) che da mobile (+60%), anche grazie all’aumento del numero di sottoscrizioni a banda larga veloce e ultralarga: secondo l’Osservatorio trimestrale sulle comunicazioni di Agcom, infatti, gli accessi broadband con velocità maggiore di 30 Mbps in Italia superano a dicembre 2018 i 7,7 milioni di linee, con una crescita pari al +53%, mentre quelli sopra i 100 Mbps raggiungono quota 3,1 milioni e sono in aumento del +72% rispetto all’anno precedente (+53% sul 2017 secondo l’Osservatorio trimestrale sulle comunicazioni di Agcom).

4G, ITALIA SECONDA IN EUROPA

È proseguita a ritmo elevato la costruzione delle reti 4G-LTE che, secondo i dati di GSMA relativi al primo trimestre 2019, raggiungono ormai il 99% della popolazione italiana. Risultato che consente all’Italia di essere la seconda nazione, , dopo il Regno Unito, tra i 5 più grandi Paesi europei, con maggiore diffusioned i SIM 4G.

BUONE NOTIZIE ANCHE DAL 5G

Dati positivi anche sul fronte 5G. Secondo l’ultimo aggiornamento dell’Osservatorio 5G della Commissione Europea, tra i 28 Stati Membri dell’UE, l’Italia è seconda solo alla Finlandia per entità di spettro 5G assegnato, pari al 60% di quanto previsto, mentre è il primo Paese per numero di città abilitate al 5G. Particolare curioso il fatto che tra queste non ci siano solo le metropoli. Gli operatori hanno infatti avviato le sperimentazioni tecniche nelle città di Bari, L’Aquila, Matera, Milano e Prato – previste dal Bando MISE – alle quali si sono aggiunte Torino, Genova, Roma e Sanremo.

LE SFIDE DEL FUTURO: LAVORATORI SEMPRE PIU’ ANZIANI

Il 7° Forum Nazionale tra Assotelecomunicazioni è stato anche l’occasione per fare il punto sulla trasformazione del lavoro nel Paese in ottica 4.0 (leggi anche: Robot e intelligenza artificiale ridurranno l’occupazione? Ecco cosa pensano gli imprenditori. Report Bcg). Sul fronte occupazionale, nel 2018 è aumentata l’anzianità media dei dipendenti della Filiera Tlc. La percentuale di popolazione aziendale con anzianità maggiore di 10 anni è passata dal 70% del 2017 al 74% del 2018: un trend che ha richiesto un forte impegno in iniziative direskilling, upskilling e trasformazione professionale. Il Rapporto evidenzia anche come molte delle imprese del settore abbiano accelerato sullo smart working, con un aumento della produttività, la riduzione del tasso di assenteismo e dei costi di gestione degli spazi fisici. Secondo una survey realizzata dall’Osservatorio Smart Working del Politecnico di Milano, su un campione di 183 imprese, il bilanciamento tra la vita professionale e la vita privata è migliorata per almeno l’80% dei dipendenti coinvolti.

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