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Gioco Legale Pandemia Illegale Cartelle Esattoriali

Come stanno gioco legale e illegale dopo la pandemia?

Nel 2018 il settore delle “Attività riguardanti le lotterie, le scommesse, le case da gioco” contava 9.265 imprese, 42.818 occupati e aveva un fatturato complessivo di oltre 15 miliardi di euro e un valore aggiunto di oltre 3 miliardi di euro. Poi, però, è arrivata la pandemia e con il Covid pure un lunghissimo periodo…

Nel 2018 il settore delle “Attività riguardanti le lotterie, le scommesse, le case da gioco” contava 9.265 imprese, 42.818 occupati e aveva un fatturato complessivo di oltre 15 miliardi di euro e un valore aggiunto di oltre 3 miliardi di euro. Poi, però, è arrivata la pandemia e con il Covid pure un lunghissimo periodo di chiusura (le manifestazioni di protesta non sono mancate, come abbiamo documentato a più riprese), così anche quel comparto ha subito danni gravissimi, con un duplice vulnus per lo Stato: minor gettito fiscale e, soprattutto, l’avanzata del gioco illegale. Sono solo alcuni dei numeri e degli scenari che emergono dalla ricerca che ha visto la collaborazione tra Luiss Business School, Ipsos e l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli.

I DANNI DA COVID (E DA SERRANDE ABBASSATE) IN NUMERI

Nel corso del 2020 la spesa complessiva si è ridotta del 33,5%, con potenziali rischi di travaso ai canali di gioco illegali. Particolarmente colpito è stato il canale del gioco fisico, la cui spesa si è ridotta del 41,7%. Il 75% della diminuzione della spesa di questo canale è stata determinata dal netto ridimensionamento della spesa in AWP e VLT, che si è attestata a 4,8 miliardi di euro nel 2020 contro i 10,3 miliardi di euro nel 2019. In forte ribasso anche la spesa per scommesse sportive, virtuali ed ippiche che ha riportato un calo di 453 milioni di euro, equivalenti ad una riduzione del 36% rispetto al 2019. Vistoso sia in termini assoluti che percentuali è il calo della spesa nelle categorie Lotterie, Lotto e Superenalotto e Bingo che si sono ridotti rispettivamente di 1 miliardo (- 19%) e 237 milioni (-53%) di euro. Di conseguenza, nel 2020 il gettito erariale da gioco ha registrato la più bassa contribuzione alle entrate fiscali dal 2006, sia in termini assoluti sia relativamente alle altre tipologie di entrate.

LA LUNGA CHIUSURA DELLE SALE HA FAVORITO IL GIOCO ILLEGALE?

Come gli addetti del settore pronosticavano, la chiusura delle sale ha avuto come contraltare la fioritura delle bische. L’assenza di gioco legale, insomma, ha favorito il gioco illegale: un regalo alla criminalità organizzata. Secondo il rapporto, parliamo di un fenomeno che conta circa 4,4 milioni di giocatori illegali – derivanti da modalità off-line (3.240.000 di individui) e da modalità on-line (1.760.000 di individui) – 600.000 dei quali evidentemente ricadono nella dimensione dell’illegalità per entrambi i canali di gioco.

I giocatori illegali rappresentano un universo complesso, si legge nello studio, all’interno del quale ricadono individui differenti per attitudini ed inclinazioni, per combinazioni di attività di gioco legale ed illegale, sebbene possano essere accomunati da caratteristiche sociodemografiche più definite. Infatti, da un punto di vista sociodemografico, i giocatori illegali sono prevalentemente uomini (71%), mediamente più giovani del totale dei giocatori (età media 41 anni vs 47 dei giocatori negli ultimi 12 mesi), risiedono un po’ di più nel Sud e Isole (44% vs 38% giocatori negli ultimi 12 mesi).

RADIOGRAFIA DEL GIOCATORE ILLEGALE

È bene tenere conto – si legge sempre nel report – che il giocatore illegale non è un soggetto ai margini della società, bensì è una persona ben integrata nel tessuto sociale, con molteplici interessi: nel 72% dei casi lavora (vs 58% della media dei giocatori), nel 14% dei casi ha un tenore sopra la media (vs 7% della media dei giocatori); dichiara un livello di attivismo culturale e sociale superiore alla media (il 43% dei giocatori illegali pratica volontariato, il 46% partecipa ad associazioni culturali, il 50% fa donazioni).

Inoltre, per una comprensione più oggettiva del gioco illegale, si deve tenere conto che non tutti sono consapevoli del grado di illiceità del gioco stesso, al punto che probabilmente diversi di essi non sanno o non si rendono conto a ‘che gioco stiano giocando’. Prova ne è la difficoltà ad orientarsi nella scelta dei siti e dei luoghi di gioco, non avendo degli inequivocabili parametri di scelta. A titolo esemplificativo: solo il 44% dei giocatori illegali on-line verifica che sui siti ci sia il simbolo dei monopoli (47% tra il totale dei giocatori), gli altri si affidano alle recensioni (39% vs 42% del totale) e al consiglio di conoscenti o amici (41% vs 30% del totale).

Del resto gli stessi simboli sono poco noti, ad esempio quello di ADM è conosciuto solo dal 48% dei giocatori illegali on-line (55% del totale dei giocatori on-line). Il giudizio sul gioco illegale denota una certa indulgenza da parte di molti giocatori: solo 2 italiani su 3 ritengono che si possano avere problemi con la legge, percentuale che scende a 1 su 2 tra i giocatori illegali. Soprattutto una parte di essi, di poco superiore al 20%, ritiene che il gioco illegale non sia dannoso: è una possibilità in più per giocare. A riprova di questo, il 22% di chi lo pratica, giudica il gioco illegale come attività tollerata per cui non dannosa. Tutto sommato, è l’opinione di molti, costituisce un modo in più per divertirsi che non genera effetti negativi, anzi aiuta a tenere i soldi ‘sul proprio territorio’ (23%). Di fatto, il giocatore illegale vede nel gioco un momento per concedersi un ulteriore svago, all’interno di una vita già abbastanza piena di soddisfazioni; ed è proprio l’inclinazione verso il rischio, non percepito come particolarmente elevato per questa circostanza, che lo porta verso il gioco illegale, che sembra aggiungere un piccolo brivido in più.

D’altra parte, la tolleranza rispetto ai comportamenti illegali sembra essere in contrasto col percepito generale del gioco illegale, che è stigmatizzato come un problema serio da parte dell’86% degli italiani e persino dal 69% dei giocatori illegali. Questa apparente contraddizione – la scarsa tolleranza verso il gioco illegale e il coinvolgimento in prima persona – indurrebbe ad affrontare la questione del gioco illegale come una sorta di evasione fiscale: è diffusa, è difficile essere scoperti, tutto sommato non appare un crimine particolarmente grave, garantisce vincite più elevate e al contempo è poco percepito il suo collegamento con le organizzazioni criminali.

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