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Mediobanca

Come si scanneranno le coppie Caltagirone-Del Vecchio e Nagel-Donnet (Mediobanca pronta a trattare…)

Tutte le tensioni tra azionisti e manager di Assicurazioni Generali. In bilico il futuro di Donnet

 

Tensioni a fiori di pelle tra azionisti di Assicurazioni Generali.

Continua infatti il cantiere attorno al rinnovo del cda di Generali e alla governance del gruppo, il cui consiglio si riunisce il 14 settembre per una riunione informale. Al centro del confronto fra consiglieri le novità presentazione dallo statuto, che conterrà la di una lista del Consiglio.

Ma all’ordine del giorno del board, di fatto, c’è il futuro del group ceo, Philippe Donnet, che ha dato disponibilità per un nuovo mandato, il terzo, ma che è nel mirino di due dei principali azionisti della compagnia assicurativa, il vicepresidente Francesco Gaetano Caltagirone, e il patron di Luxottica, Leonardo Del Vecchio.

I due imprenditori, lo scorso fine settimana, hanno annunciato di consultazione sulle loro quote attuali (pari a circa l’11%) e future, in vista dell’assemblea di primavera 2022 per eleggere il consiglio di amministrazione. Del Vecchio e Caltagirone, ha ricordato in un report ieri Equita, ritengono che Generali deve crescere per linee esterne per accorciare le distanze rispetto a rivali come Axa, Allianz e Zurich, e che sia necessaria una discontinuità manageriale per fare un salto dimensionale, contendersi una crescita dimensionale troppo lenta.

“Se si concretizzasse lo scenario con la presentazione di 3 liste distinte (una espressione del board con la conferma di Donnet, “soci privati” e Assogestioni), gli investitori istituzionali (che pesano per oltre il 40% del capitale) hanno un ruolo determinante”.

Del Vecchio e Caltagirone sono contrari alla riconferma di Donnet e chiederanno discontinuità. E’ il senso del patto di consultazione a cui i due imprenditori hanno vincolato il 10% del capitale delle Generali (Mediobanca ha il 13%). Al momento conterebbero su 5 voti su 13 in consiglio.

Il patto è aperto a terzi, purché che non superi la soglia d’Opa, si legge nel testo dell’accordo. La Fondazione Crt probabilmente apporterà al patto il suo 1,3% e anche Benetton potrebbe conferire il suo 4% o andare in appoggio, ma entrambe non hanno rappresentanti in consiglio, dove si gioca la vera partita sulla lista (o le liste, in caso di dissenso dei pattisti), ha scritto il Corriere della Sera.

Di fronte al mercato il manager francese si fa forte dei risultati ottenuti: non solo ritiene di aver portato a termine, in sintonia con le linee guida approvate dall’intero cda, due piani strategici, ma è pronto anche a rimarcare i risultati ottenuti.

Dalla sua nomina alla scorsa settimana, Generali ha avuto un total return per gli azionisti pari al 103%, superiore a quello delle altre compagnie assicurative (la seconda è Zurich, col 99%), mentre il titolo è salito del 57% rispetto al 20% dello Stoxx 600 Assicurazioni, ricorda l’agenzia Agi.

“Il cda dovrà decidere se rinnovare o no Philippe Donnet come ad nei prossimi mesi, tenendo in mente che è chiamato a presentare il nuovo piano strategico il 15 dicembre”, sottolinea un report di Oddo.

“Sotto la leadership di Donnet Generali ha raggiunto buoni risultati e portato avanti diverse operazioni di crescita esterna”, che rimarcano come, nonostante la crisi legata alla pandemia, il Leone sia sulla buona strada per raggiungere anche quelli pre il 2021. “Un rinnovo di Donnet sarebbe una buona notizia per il gruppo e rimane il nostro scenario più probabile”, spiega Oddo, secondo cui una costituzione del manager francese “sarebbe non giustificata e logicamente percepita male dagli investitori”.

“Il mercato, che ieri ha iniziato a esprimersi sul possibile cambio di strategia, per il momento sembra favorevole alla continuità (i report diffusi ieri da Exane, Kepler, Jp Morgan, Equita vanno in questa direzione)”, ha scritto invece il Corriere della Sera.

Un compromesso fra piazzetta Cuccia e il duo Del Vecchio-Caltagirone, che dopo i recenti acquisti pesano per quasi il 25% del capitale della banca d’affari, potrebbe – secondo gli analisti Kepler – “facilitare una possibile fusione fra Mediobanca e Banca Generali, che rappresenterebbe un’operazione trasformativa” per l’istituto milanese, “rafforzandone la posizione nel risparmio gestito e portando una rivalutazione complessiva delle sue azioni”.

E Mediobanca in effetti sarebbe già pronta a intavolare una trattativa per il post Donnet, come auspicato di fatto anche da un editoriale del Sole 24 Ore.

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