Caro direttore,
sono un po’ contrariato.
Va bene che noi giornalisti, viste le precarie condizioni del nostro mercato, siamo abituati a fare la fame e a tirare la cinghia, ma vorrei sapere perché siamo la sola redazione in Italia a non aver provato la Nutella vegana.
Ne parlano tutte le testate che contano nel panorama informativo del nostro Paese. Googola e giudica tu stesso. Se mi avessi spedito ad Alba, da Ferrero, per assaggiarla, sai che ci sarei andato più che volentieri: sempre meglio che scrivere l’ennesimo articolo economico o sugli inciampi delle università telematiche (ah, lo sai che l’influencer Maria Rosaria Boccia, che sta facendo tremare il governo Meloni per le passioni culturali del ministro Gennaro Sangiuliano, si è laureata alla Pegaso?).
Pensa, sulla Nutella vegana nelle ultime ore è stato scritto così tanto che Google Notizie divide persino i risultati su due colonne: non credo che fosse mai successo prima e ti allego lo screen a questa mail per farti pesare la cantonata presa, dato che Startmag è rimasta a bocca asciutta. Nel vero senso dell’espressione.
Mi consola – almeno in parte – il fatto che anche i colleghi del Corriere al momento non la abbiano ancora assaggiata, anche se ciò non ha impedito loro di parlarne: “Ferrero lancia la Nutella vegana e le prove assaggio sui social sono positive“. In tanti anni credo che questo sia il primo caso di entusiasmo legato al gusto di un prodotto che però ha assaggiato un altro. Insomma, la mangia uno sui social (chi?, quando?) e io me ne rallegro. E ne scrivo pure.
Il Corsera infatti non solo ci ha dedicato un pezzetto, ma ha proprio fatto un video nel quale elenca le proprietà della Nutella vegana, premurandosi di informare il pubblico che è “è adatta agli intolleranti”. L’agenzia di LaPresse ripresa da via Solferino si spinge oltre e prova a spiegare: “La Nutella Plant-Based è adatta agli intolleranti ma non a chi è allergico, perché realizzata dove si utilizza il latte per altri prodotti che sarà sostituito da ingredienti di origine vegetale come i ceci e lo sciroppo di riso.” Io non sono sicuro di aver capito, ma sono rincuorato che a simonetiktok75 sia piaciuta. Il suo giudizio infatti è stato ripreso nel video di CorriereTV.
Sempre il Corriere dopo poco manda in stampa un altro importante articolo, questa volta col taglio dell’approfondimento: “Nutella Plant-Based, ecco quanto costa e dove comprare la crema vegana: «È senza lattosio e senza glutine, fatta con ceci e riso»“. Sempre dal Corriere fanno capire che comunque non hanno ancora avuto modo di assaggiarla. Ma non vedono l’ora di poterlo fare. Si legge nel catenaccio: “Il sapore? Per l’azienda garantiti «l’inconfondibile gusto e la cremosità» della storica crema”. Continuano insomma le recensioni con le papille gustative di altri, ora persino di chi ha redatto il comunicato stampa per lanciare il prodotto.
Da Repubblica sfottono invece i colleghi di via Solferino urlando ai quattro venti che loro la Nutella vegana l’hanno provata sul serio (diffidare da chi ne scrive senza averlo fatto): “Nutella vegana, il nostro assaggio: sapore e cremosità uguali all’originale“. E qui, direttore, abbiamo tirato un po’ tutti il proverbiale sospiro di sollievo perché avrà anche un tappo verde, ma la Nutella continua a sapere di Nutella. Servono punti fermi nell’esistenza di un uomo.
“La Nutella Plant Based è in tutto e per tutto uguale a quella originale. Profumo, consistenza e lucidità sono le stesse. E anche all’assaggio sarà difficile notare differenze. Solo il tappo verde della versione vegana permetterà di distinguerle. A meno che siate tra più esperti nel Nutella tasting allora potreste notare solo una dolcezza più sfumata”, fanno sapere dalle colonne del quotidiano fondato da Eugenio Scalfari (ricordi quando il buon Scalfari era così elitario da non volere che sul suo quotidiano si scrivesse di sport? Pensa se sapesse che adesso i suoi giornalisti assaggiano la Nutella).
“Per mettere a punto la ricetta – sottolinea la testata del gruppo Gedi -, in Ferrero si è lavorato per una decina di anni. Prima di sostituire il latte scremato in polvere con la farina di ceci, sono stati provati altri legumi, dalle lenticchie ai fagioli. Tutte le sperimentazioni sono state fatte ad Alba dove c’è il “nutellificio” principale”.
Anche Open di Enrico Mentana e diretto da Franco Bechis si lancia su una inchiesta golos… curiosa: “La Nutella vegana non è ancora in vendita, tranne a Napoli: come sono arrivati in un negozio i barattoli (veri) col tappo verde“.
“È già partito il contrabbando della Nutella vegana – si legge su Open -, nel giorno in cui la Ferrero ha lanciato il nuovo prodotto sul mercato italiano, belga e francese. E proprio un carico di barattoli destinato alla Francia sarebbe stato ritrovato in parte in un negozio che si affaccia in uno dei vicoli del centro storico di Napoli. Un’anteprima assoluta quella del negozietto di Napoli, che ha insospettito qualche cliente che ha segnalato il caso ai carabinieri del Nas”.
“Nell’esercizio commerciale in una traversa di piazza Dante, – fa sapere la testata fondata da Mentana – la Nutella vegana veniva venduta a prezzi stracciati: 2,60 euro per un barattolo da 350 grammi, rispetto ai 4,49 previsti da Ferrero. Con l’attesa in crescita per la curiosità di provare il nuovo prodotto, c’è chi ha pensato a una contraffazione. E invece quei barattoli con il tappo verde erano autentici”.
Completa l’inchiesta Fanpage: “A Napoli la Nutella vegana già in vendita e a metà prezzo, ma era un carico rubato“. In merito si scopre che “era parte di un carico rubato a giugno e destinato alla Francia. Sotto chiave sono finiti circa 300 barattoli, per un valore di mercato che si avvicina ai 1.300 euro: verranno tutti distrutti, anche perché non è possibile verificare che in questi due mesi siano state rispettate le norme sulla conservazione”.
A proposito di Napoli, il Mattino esce con un pezzo sciovinista che ben si confà ai tempi sovranistici: “La Nutella si fa vegana: sarà prodotta in Irpinia“. Anche Il Messaggero si spinge nei territori dell’inchiesta: “Nutella vegana fa ingrassare comunque? Le calorie, cosa cambia e l’ingrediente “aggiunto” che non ti aspetti“.
Direttore, come vedi ci stiamo perdendo tutto questo, e anche molto di più. Sempre il Messaggero torna sull’argomento: “Nutella vegana, polemiche sui social. «Troppo zucchero e olio di palma». «No, era ora»“. Sicuro di non voler scrivere un editoriale in merito?
Delude il Fatto Quotidiano online, diretto da Peter Gomez, che ci ha abituato a ben altri sapori: “Arriva la Nutella vegana: “Ceci e sciroppo di riso al posto del latte”. Ecco i commenti di chi l’ha provata su TikTok“. Un po’ sciapo, no?
Chi al momento tace è un altro giornalista (imprestato da tempo alla politica): Matteo Salvini. Sebbene sui suoi social lo si veda mangiare qualunque cosa a qualunque ora del giorno e della notte, non mi pare che al momento il ministro delle Infrastrutture abbia ancora detto cosa ne pensa di questa Nutella dal tappo verde.
Forse perché ben ricorda che a dicembre del 19 quando attaccò Ferrero per la presenza di “nocciole turche” fece scoppiare un putiferio sui social e sulla carta stampata (Repubblica titolò: L’autogol di Salvini sulla Nutella: senza nocciole turche, non si può fare) che lo costrinse a ritrattare (sempre Repubblica: “Salvini fa un passo indietro: “Addolcisco la giornata con una fetta di pane e Nutella“).
Era dai tempi in cui, a leggere i colleghi della carta stampata, pareva che il solo problema del nostro Paese fosse che i Nutella Biscuits – qualcuno se li ricorda? – fossero introvabili (poi sono scoppiate, nell’ordine, una pandemia, una crisi economica senza precedenti e due guerre alle porte dell’Europa) che non vedevo tanta ingordigia da parte delle principali testate italiane su un prodotto Ferrero. E oggi come allora mi chiedo perché noi di Start continuiamo la nostra dieta…
Non avverti brontolare lo stomaco? Cos’è quel rumore sordo e lontano? Sarà forse l’Ordine dei giornalisti che sommessamente mugugna per le cose che quotidianamente i suoi iscritti mandano in pagina per uno-due clic in più?
Ah, saperlo…
Tuo,
Claudio Trezzano