A settembre il tasso di disoccupazione torna a salire, attestandosi al 9,9%, dal 9,6% di agosto (+0,3 punti percentuali). Lo rileva l’Istat, spiegando che su base mensile le persone in cerca di lavoro sono in aumento (+3,0%, pari a +73 mila).
A settembre 2019 la stima degli occupati risulta in “leggero calo”, scendendo dello 0,1%, pari a 32 mila unità in meno rispetto ad agosto.
In tre mesi, da luglio a settembre persi 60 mila occupati, 32 mila solo a settembre. La disoccupazione giovanile aumenta al 28,7%.
2) Il calo riguarda sia maschi (-13mila) che femmine (-19mila), anche nel trimestre. Mentre su base annua aumentano di 72mila le donne e di 38mila gli uomini. #Istat pic.twitter.com/NUzu7AC9U2
— Francesco Seghezzi (@francescoseghez) October 31, 2019
4) Aumentano di 73mila i disoccupati e diminuiscono di 77mila gli inattivi. In parte potrebbe essere il primo effetto del reddito di cittadinanza che fa crescere le persone che cercano lavoro, in parte le conseguenze del calo degli occupati. #Istat pic.twitter.com/Czq6cWAlyE
— Francesco Seghezzi (@francescoseghez) October 31, 2019
6) A settembre 2019 il numero degli occupati a termine è il più alto di sempre, superando i 3,1 milioni. Da febbraio hanno ricominciato a crescere e siamo a +70mila. #Istat
— Francesco Seghezzi (@francescoseghez) October 31, 2019
8) L'altra fascia in cui aumenta il tasso di disoccupazione è quella dei 35-49enni, e qui potrebbero incidere le prime firma del Patto per il lavoro del RdC. Positivo il (leggero) aumento dell'occupazione nella fascia 25-34 anni. Tutto piatto per gli over 50. #Istat pic.twitter.com/1ggC2IItRG
— Francesco Seghezzi (@francescoseghez) October 31, 2019
10) In sintesi: brutto calo degli occupati che conferma rallentamento in corso da giugno, crescita dei disoccupati insieme a calo degli inattivi che potrebbe essere legata a RdC, calo del tempo indeterminato e aumento (ormai da mesi) del termine. C'è più di una cosa che non va.
— Francesco Seghezzi (@francescoseghez) October 31, 2019
ESTRATTO DAL COMUNICATO STAMPA DELL’ISTAT:
L’occupazione è in diminuzione per entrambe le componenti di genere; aumenta tra gli under 35 (+16 mila) mentre cala da 35 anni in poi (-49 mila). L’andamento dell’occupazione è sintesi della crescita dei dipendenti a termine (+30 mila) e della diminuzione sia dei permanenti (-18 mila) sia, soprattutto, degli indipendenti (-44 mila).
Le persone in cerca di occupazione sono in aumento (+3,0%, pari a +73 mila unità nell’ultimo mese). La crescita della disoccupazione riguarda entrambe le componenti di genere e coinvolge tutte le classi d’età tranne i 25-34enni. Il tasso di disoccupazione sale al 9,9% (+0,3 punti percentuali).
La stima complessiva degli inattivi tra i 15 e i 64 anni a settembre è in calo (-0,6%, pari a -77 mila unità) per entrambe le componenti di genere. Il tasso di inattività scende al 34,3% (-0,2 punti percentuali).
Nel terzo trimestre 2019 l’occupazione è sostanzialmente stabile rispetto al trimestre precedente sia nel complesso sia per genere. Nello stesso periodo aumentano sia i dipendenti permanenti (+0,2%, +27 mila) sia quelli a termine (+0,8%, +25 mila) mentre risultano in calo gli indipendenti (-1,1%, -59 mila); si registrano segnali positivi in tutte le classi di età, ad eccezione dei 35-49enni.
Alla stabilità degli occupati si associa, nel trimestre, il calo delle persone in cerca di occupazione (-1,9%, pari a -48 mila) e una lieve diminuzione degli inattivi tra i 15 e i 64 anni (-0,1%, -9 mila).
Su base annua l’occupazione risulta in crescita (+0,5%, pari a +111 mila unità). L’espansione riguarda sia donne sia uomini e tutte le classi d’età fatta eccezione per i 35-49enni. Al netto della componente demografica la variazione è positiva per tutte le classi di età. La crescita nell’anno è trainata dai dipendenti (+226 mila unità nel complesso) e in particolare da quelli permanenti (+214 mila), mentre calano gli indipendenti (-115 mila).
Nell’arco dei dodici mesi, la crescita degli occupati si accompagna a un calo dei disoccupati (-4,8%, pari a -129 mila unità) e degli inattivi tra i 15 e i 64 anni (-1,0%, pari a -137 mila).