Venerdì 21 giugno 2019 a Milano, presso la sede di Assolombarda, si terrà il primo congresso europeo AT+ICA (European Association of Trade & Investment Control Compliance Attorneys) in tema di sanzioni economiche internazionali, export control e politiche di controllo degli investimenti stranieri.
Il congresso è organizzato dallo Studio Legale Padovan, che presiede il network legale europeo AT+ICA, in collaborazione con Assolombarda e ICC Italia. Il convegno sarà un’occasione interessante per ascoltare le voci più autorevoli del settore, confrontarsi sulle sfide oggi aperte e le opportunità che il commercio internazionale e il quadro normativo italiano presentano.
Durante la conferenza sarà dedicato un intero panel all’analisi dell’impatto che le sanzioni economiche non solo contro l’Iran ma anche contro la Russia, hanno sui mercati internazionali.
Nel 2014 l’Unione Europea e gli Stati Uniti hanno adottato, infatti, una serie di sanzioni contro Mosca in seguito all’inizio delle ostilità nel Donbass, in Ucraina, e all’annessione della Crimea da parte della Russia.
Il sistema sanzionatorio appare complesso ed articolato ed è, dunque, difficile per le imprese europee che operano nel mercato russo districarsi tra la normativa europea, direttamente applicabile, e le sanzioni secondarie degli Usa che presentano profili di extraterritorialità.
Nei mesi di luglio e settembre 2014 l’Unione Europea ha imposto, infatti, sanzioni economiche relativamente agli scambi commerciali con la Russia in settori economici specifici. Le sanzioni, tutt’ora in vigore, sono state prorogate fino al 31 luglio 2019. La proroga delle sanzioni è vincolata alla piena esecuzione degli accordi di Minsk finora mai avvenuta.
Con il Regolamento n. 833/2014 del Consiglio, del 31 luglio 2014, “concernente misure restrittive in considerazione delle azioni della Russia che destabilizzano la situazione in Ucraina”, l’Ue ha stabilito il divieto di vendere beni e tecnologie a duplice uso a qualsiasi persona fisica o giuridica in Russia o per uso in Russia. Si definiscono beni a duplice uso quelli utilizzabili in applicazioni civili ma anche nella produzione, sviluppo e utilizzo di beni militari. Diversamente dai materiali d’armamento, quindi, non sono appositamente progettati per uso militare.
Il Regolamento prescrive, inoltre, per determinati beni – contenuti nell’Allegato II del Regolamento – una specifica autorizzazione rilasciata dal Ministero dello Sviluppo Economico. Sono ricompresi nell’elenco in allegato tubi, utensili di perforazione, pompe ed in generale tecnologie utilizzate nella produzione e prospezione di petrolio in acque profonde, nell’Artico o in progetti relativi allo scisto bituminoso in Russia.
Le sanzioni incidono anche sulle transazioni finanziarie, limitando l’accesso di alcune società e banche russe ai mercati dei capitali primari e secondari dell’Ue.
In risposta all’annessione russa della Crimea e di Sebastopoli l’Ue (Regolamento n. 692/2014) ha vietato, inoltre, l’importazione di merci provenienti dalla Crimea e da Sebastopoli e l’esportazione di beni e tecnologie utilizzate in specifici settori quali ad esempio energia, trasporti, produzione di petrolio.
Il quadro sanzionatorio europeo è completato, infine, dalle misure restrittive individuali, dirette ai soggetti (170 persone e 44 entità) che con le loro azioni “compromettono o minacciano l’integrità territoriale, la sovranità e l’indipendenza dell’Ucraina”. Il Regolamento n. 269/2014 dispone, infatti, il congelamento dei beni e il divieto di viaggio per un elenco di persone fisiche e giuridiche contenuto nell’allegato I.
Alle sanzioni europee si aggiungono, inoltre, le misure restrittive degli Usa, la cui efficacia è stata estesa anche a soggetti non americani. Con il Countering America’s Adversaries Through Sanctions Act (CAATSA), approvato il 2 agosto 2017, il Presidente degli Stati Uniti può, infatti, imporre sanzioni secondarie ad imprese che effettuino, sul territorio russo, investimenti significativi, dopo il 1° settembre 2017, in progetti petroliferi speciali o eseguano investimenti o forniture di beni o servizi, superando determinate soglie (da 1 a 5 milioni USD), per la costruzione o il funzionamento di infrastrutture per l’esportazione di energia.
Le sanzioni statunitensi colpiscono anche i soggetti non-Usa che intrattengono relazioni con i soggetti “listati”, iscritti nell’elenco SDN – Special Designated National and Blocked Persons – dall’autorità competente negli USA (OFAC, U.S. Department of the Treasury’s Office of Foreign Assets Control). Per le persone fisiche e giuridiche che favoriscono consapevolmente una transazione significativa (“knowingly facilitate a significant transaction”) è previsto, infatti, il blocco delle attività.
Alla luce di un quadro normativo così incerto ed articolato, il mercato russo può apparire insidioso per le imprese europee che svolgono attività di export/import. Per non incorrere nelle pesanti sanzioni previste in caso di violazione della normativa europea (reclusione da due e sei anni del rappresentante legale dell’azienda e sanzioni amministrative da 5.000,00 a 500.000,00) le aziende, infatti, possono tutelarsi solamente eseguendo meticolose verifiche sui prodotti e sui soggetti con cui intrattengono relazioni commerciali.