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Crisanti Vaccini Covid

Come avviare la fase 2. I consigli di Crisanti

Protezioni, sanificazione, tamponi, test sierologici. Sono i cardini per avviare la fase 2 dopo la prima emergenza Coronavirus secondo virologo Andrea Crisanti (che difende il metodo seguito in Veneto, non critica la Lombardia e su governo e Oms dice che...)

Protezioni, sanificazione, tamponi. Sono i cardini per avviare la fase 2 dopo la prima emergenza Coronavirus secondo virologo Andrea Crisanti, direttore di microbiologia dell’Azienda ospedaliera universitaria di Padova, l’esperto che ha collaborato con la Regione Veneto presieduta da Luca Zaia nel fronteggiare la pandemia seguendo non del tutto le direttive che giungeva dal ministero della Salute e dall’Oms come ha rivelato lo stesso Crisanti in questi giorni.

Un metodo, quello indicato da Crisanti e seguito dalla Regione Veneto, elogiato dal giornalista e saggista Pierluigi Battista, firma del Corriere della Sera:

CHE COSA HA DETTO CRISANTI SULLA FASE 2

“Nella fase 2 ci saranno molte più occasioni di trasmissione del virus. Venendo meno le misure di contenimento, nuovi focolai verranno fuori sicuramente. Occorre prepararsi alle inevitabili conseguenze. I fondamentali? Protezioni, sanificazione, tamponi. E la capacità di reazione immediata che abbiamo messo a punto”. E’ quanto ha detto Crisanti in un’intervista al Quotidiano nazionale: “Il rischio zero non esiste – ha chiarito il virologo -, specialmente in situazioni del genere. Per agire occorre sapere quanti casi si verificano ogni giorno, e dove si distribuiscono. Ora che andiamo incontro a una riapertura caotica dobbiamo essere a maggior ragione preparati”.

COME RIAPRIRE SECONDO CRISANTI

La riapertura, spiega, “comporta un rischio di ripresa localizzata del fenomeno, se non addirittura un interessamento di aree più vaste”. “Le mascherine – sottolinea quindi -, se indossate da tutti, fanno effetto, lo posso assicurare. Noi abbiamo documentato casi di persone in ospedale, poi risultate positive, che avevano indossato la mascherina, e non si è infettato nessuno. Abbiamo sempre imposto la protezione a tutti, secondo il principio di precauzione”.

INCREMENTARE LA CAPACITA’ DI FARE TAMPONI E TEST SIEROLOGICI

“I risultati – aggiunge su sanificazioni e distanziamento sociale – si ottengono applicando norme tutto sommato abbastanza semplici. Allo stesso tempo si deve incrementare la capacità di fare tamponi, perché solo attraverso i tamponi riesci poi a capire chi è infetto e chi no, allo stesso tempo occorre implementare misure simili a quelle viste a Vo'”. “Noi – ricorda – la ricetta per spegnere i focolai ce l’abbiamo, e l’abbiamo messa in pratica: si tratta di circoscrivere rapidamente l’area, fare tamponi a tutti subito, isolare i positivi, ripetere l’operazione dopo 7-8 giorni per agguantare i casi che dovessero essere sfuggiti alla prima osservazione. Chiudi, e il cluster finisce. Ma bisogna essere preparati, avere la capacità di fare esami. Stesso discorso vale per le fabbriche”.

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