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Come aprire il Mercato Unico Ue?

Le parole di Draghi sulla competizione con Cina e Usa. Il report di Enrico Letta sul futuro del mercato unico Ue. La posizione delle pmi italiane e di Amazon, che stila un manifesto

 

L’Unione europea non è solo la casa comune per circa mezzo miliardo di persone (per la precisione 447 milioni, numero purtroppo in diminuzione a causa del calo demografico), baluardo di diritti umani fondamentali e il miglior antidoto alle guerre che prima scoppiavano continuamente all’interno del Vecchio continente. Il club comunitario, con il suo Mercato Unico europeo che ha ormai superato le tre decadi (31 anni), ha permesso infatti a tutte le realtà presenti nei Paesi membri di svilupparsi come non mai.

L’UE È DAVVERO COMPETITIVA?

Ci si chiede però, anche sull’onda delle recenti parole espresse dall’ex presidente del Consiglio Mario Draghi che ha parlato di riforme epocali e radicali indispensabili per essere competitivi con Cina e Usa, se non urga fargli un tagliando.

Del medesimo avviso pure Enrico Letta nel rapporto “Molto più di un mercato.Velocità, sicurezza, solidarietà. Contribuire al mercato unico per garantire un’economia sostenibile futuro e prosperità per tutti i cittadini dell’Ue” in cui, come si intuisce fin dal titolo, chiede riforme “per giocare in grande”, “sostenibile per tutti”, “andare veloce”, lontano e “oltre le sue frontiere” invitando “all’azione”.

UN TAGLIANDO AL MERCATO UNICO EUROPEO

Non è del resto un mistero il fatto che permangano differenze importanti tra gli Stati, che non permettono una concorrenza piena e totale. La più importante riguarda, con ogni probabilità, il fatto che non si sia ancora realizzata una Unione fiscale, col risulto che ci sono imprenditori più tassati di altri.

E non è il solo problema. In uno studio realizzato da Implement Consulting Group su 216 imprese italiane, le PMI connazionali affermano che le differenze normative tra Paesi riducono la competitività (65%) e indica la semplificazione delle procedure amministrative come un’iniziativa chiave per aiutarle a crescere attraverso il Mercato Unico Europeo (93%).

QUELLA BUROCRAZIA CHE FRENA L’INIZIATIVA PRIVATA

Le PMI costituiscono il 99% di tutte le aziende italiane e rappresentano il 64% del PIL del Paese e il 76% dell’occupazione del settore privato. Tuttavia, solo il 54% delle esportazioni italiane è effettuato dalle PMI. Questo studio mostra che la mancanza di armonizzazione normativa negli Stati dell’Unione Europea rappresenta una delle barriere più critiche che impediscono alle PMI italiane di crescere nel Mercato Unico.

Il report di Implement Consulting Group che ha visto la partecipazione della Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa (CNA) in collaborazione con Amazon, ha dimostrato che è necessario consolidare e completare l’attuazione del Mercato Unico Europeo per rafforzare la competitività delle nostre imprese italiane, soprattutto le Piccole e Medie Imprese (PMI) nel mercato globale. Le PMI sono la colonna portante dell’economia italiana poiché rappresentano il 99,9% di tutte le imprese.

L’IMPORTANZA DEL MERCATO UNICO EUROPEO PER LE PMI

Lo studio raccoglie le testimonianze dirette di PMI italiane in merito alle difficoltà che incontrano a crescere nel Mercato Unico Europeo, ed elabora 11 iniziative politiche specifiche ed efficaci che mirano a rilanciare il Mercato Unico Europeo e favorire lo sviluppo delle PMI italiane. Tra le PMI esportatrici che hanno partecipato al sondaggio, il 94% dichiara che l’accesso al Mercato Unico Europeo è importante per la propria attività e anche le potenziali PMI esportatrici confermano la possibilità di trarre vantaggio dal Mercato Unico. Il 52% di queste, infatti, prevede la possibilità di aumentare le esportazioni verso clienti privati.

COSA FARE PER MIGLIORARE

Lo studio evidenzia che per sbloccare il pieno potenziale del Mercato Unico Europeo sono necessarie azioni politiche concrete, come semplificazione regolatoria e armonizzazione normativa tra Stati membri dell’Unione. Infatti:

  • il 73% delle PMI intervistate ritiene che gli ostacoli normativi aumentino i costi
  • il 65% afferma che le differenze normative tra paesi riducono la competitività
  • il 62% registra una diminuzione dei profitti
  • il 93% delle PMI intervistate indica la semplificazione delle procedure amministrative come un’iniziativa chiave per aiutarle a crescere attraverso il Mercato Unico Europeo.

L’eliminazione degli ostacoli esistenti causati dall’implementazione incompleta delle norme UE sul Mercato Unico Europeo genererebbe notevoli vantaggi economici a livello europeo. Lo studio infatti stima che una maggiore armonizzazione aumenterebbe il PIL pro capite dello 0,6%, porterebbe alla creazione di circa 141.000 posti di lavoro all’anno, generebbe un aumento del potere d’acquisto delle famiglie italiane di 240 euro, e aumenterebbe gli investimenti di 1,8 miliardi di euro.

L’E-COMMERCE SUPERA LE BARRIERE

Naturalmente negli anni, in attesa che il legislatore comunitario completasse il percorso di armonizzazione, i privati hanno proceduto da sé. Una importante spinta in tal senso è arrivata dall’e-commerce che ha contribuito all’abbattimento delle ultime barriere. Si pensi per esempio ad Amazon, nata negli USA nella prima metà degli anni ’90, lanciata in Germania nel ’98, a soli 5 anni di distanza dall’Istituzione del Mercato Unico Europeo.

Oggi, a quasi trent’anni di distanza, ci sono otto negozi online in Europa che servono i clienti dei 27 Paesi dell’Unione Europea, permettendo alle PMI europee di raggiungere con maggiore facilità mercati al di fuori dei propri confini nazionali. Nel 2022 sono state oltre 21.000 le PMI che attraverso Amazon hanno registrato complessivamente oltre 950 milioni di euro di vendite all’estero, il 20% in più rispetto all’anno precedente. Ma, appunto, molto resta da fare a livello comunitario per fare sì che il Mercato Unico europeo sia davvero concorrenziale.

“Questo studio mostra che la complessità normativa e burocratica sta limitando le opportunità delle piccole e medie imprese europee di sfruttare tutti i vantaggi che il Mercato Unico potrebbe offrire. In Amazon crediamo che un forte, inclusivo e sostenibile Mercato Unico Europeo sia la ricetta vincente per la crescita della competitività europea”, il commento di Xavier Flamand, VP EU Seller Services, Amazon. “Nel 2022 – ha aggiunto -, abbiamo investito oltre 8 miliardi di euro in logistica, servizi, strumenti e formazione in tutta Europa per aiutare le nostre 125.000 PMI dell’UE che vendono prodotti nei negozi Amazon a sfruttare il loro potenziale attraverso il canale online. Più di 7 su 10 di queste PMI hanno generato vendite intra-UE per un totale superiore a 9,8 miliardi di euro – a dimostrazione di quanto sia importante sostenere il loro successo per le economie europee”.

LE PROPOSTE DI AMAZON PER MIGLIORARE IL MERCATO UNICO

In merito, Amazon ha individuato diversi punti, confluiti in un vero e proprio manifesto, che il legislatore comunitario dovrebbe prendere in considerazione:

  • La riduzione della burocrazia per le PMI attraverso procedure doganali e fiscali più efficaci.
  • L’introduzione di politiche di prodotto che siano chiare, proporzionate e a favore sia dei consumatori che dei venditori.
  • Ispirarsi al principio ‘think small first’ sia nelle valutazioni d’impatto che nell’implementazione di progetti legislativi, per promuovere l’innovazione delle PMI e la crescita internazionale.
  • Rimuovere gli ostacoli che limitano l’accesso al mercato europeo o che ostacolano la fornitura transfrontaliera di servizi cloud, per permettere alle imprese e alle pubbliche amministrazioni europee di accedere alle tecnologie cloud più recenti, a costi inferiori e con una maggiore resilienza.
  • Accelerare la transizione verde eliminando le barriere al commercio transfrontaliero di beni e servizi sostenibili.
  • Eliminare le barriere amministrative all’economia circolare, semplificando i contributi sulla Responsabilità Estesa del Produttore (EPR) nel commercio transfrontaliero nell’UE
  • Accelerare la transizione del settore dei trasporti facilitando il trasporto multimodale e diffondendo le tecnologie di nuova generazione su scala attraverso investimenti nelle reti di ricarica e rifornimento.

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