Skip to content

Mediobanca

Come Amazon, Google, Facebook e Microsoft sguazzano col fisco. Report Mediobanca

Circa la metà dell'utile ante imposte dei giganti del web e del software è tassato in Paesi fiscalità agevolata, come l'Irlanda e Singapore, con un conseguente risparmio fiscale di oltre 46 miliardi nel quinquennio 2015-2019. È uno dei numeri che emergono dal report curato da Mediobanca sui colossi del web e del software come Amazon, Alphabet (Google), Facebook e Microsoft

 

Circa la metà dell’utile ante imposte dei giganti del web e del software è tassato in Paesi fiscalità agevolata, come l’Irlanda e Singapore, con un conseguente risparmio fiscale di oltre 46 miliardi nel quinquennio 2015-2019. Il tax rate effettivo delle multinazionali WebSoft, come le ha battezzate R&S Mediobanca nella sua ricerca sul settore, è pari al 16,4%, al di sotto di quello teorico che si attesterebbe al 22,2%. Per citare solo alcuni dei big Microsoft, Alphabet (Google) e Facebook hanno potuto pagare meno tasse rispettivamente per 14,2 miliardi,11,6 e 7,5 miliardi a testa sfruttando tra l’altro, al pari degli altri giganti, il fisco più favorevole anche in Usa e Cina.

Inoltre nel 2015-2019 i giganti del web e del software (WebSoft) hanno più che raddoppiato il fatturato a un ritmo 10 volte superiore a quello delle grandi aziende manifatturiere. L’anno passato il fatturato dei primi 25 colossi ha toccato quota 1.014 miliardi in un mercato sempre più concentrato e dominato da nomi americani e cinesi: i primi tre, Amazon, Alphabet (Google) e Microsoft, hanno fatto circa la metà dei ricavi con Amazon che da sola ne rappresenta un quarto (249,7 miliardi). Secondo uno studio del’Area Studi di Mediobanca sono aumentati anche utili, forza lavoro e valore di Borsa. E l’emergenza sanitaria non ha frenato la loro corsa neanche quest’anno, anzi in molti casi l’ha aiutata.

Ecco tutti i dettagli.

IL REPORT DI MEDIOBANCA

Circa la metà dell’utile ante imposte delle compagnie web e software è tassato in Paesi a fiscalità agevolata, con un conseguente risparmio fiscale cumulato di oltre 46 miliardi di euro dal 2015 al 2019, emerge da una ricerca dell’Area Studi Mediobanca.

“Il tax rate effettivo delle multinazionali WebSoft – si legge nello studio – è pari al 16,4%, al di sotto di quello teorico del 22,2%”. Nel dettaglio, nel periodo 2015-2019 la tassazione in Paesi a fiscalità agevolata ha determinato per Microsoft, Alphabet e Facebook un risparmio fiscale rispettivamente di 14,2, 11,6 e 7,5 miliardi.

COSA SUCCEDE IN ITALIA

Per quanto riguarda la presenza nel nostro Paese, il fatturato aggregato delle filiali italiane nel 2019 ha raggiunto i 3,3 miliardi (pari allo 0,3% del totale WebSoft), con l’occupazione di oltre 11mila lavoratori (pari allo 0,5% del totale WebSoft).

IL CONFRONTO

Rispetto al 2018, spiega Mediobanca, ‘si calcolano oltre mille dipendenti in più, in massima parte assunti dalle società del gruppo Amazon che vanta il maggior numero di occupati in Italia (circa 6mila unità)’. Quanto al fisco, nel 2019 le filiali dei giganti del WebSoft hanno versato quasi 701 milioni, per un tax rate effettivo del 32,1%.

I PRIMI SEI MESI DEL 2020

Nei primi sei mesi del 2020 i giganti WebSoft hanno visto anche aumentare la liquidità, ‘con un ritmo medio di 11 miliardi al mese, raggiungendo i 589 miliardi a fine giugno 2020’. Di queste risorse, ‘325 miliardi, il 18% del totale attivo, e’ investita in titoli a breve termine, valore di gran lunga eccedente la media di una multinazionale manifatturiera (3%)’.

Quanto ai bilanci dei singoli gruppi, a fine giugno 2020, Nintendo, senza debiti finanziari, ‘brilla anche per solidità patrimoniale, seguita da Meituan Dianping, Alphabet e Facebook’. ‘In generale, resta inalterata la solidità dei giganti a livello aggregato nonostante un incremento del 13,8% dei debiti finanziari nei primi sei mesi del 2020 – prosegue lo studio – Lo stesso discorso per la liquidità che vede sempre il colosso giapponese Nintendo in testa, con livelli di liquidità al 63,6% del totale attivo a fine giugno 2020, davanti a Baidu, Booking e Microsoft”.

LA REDDITIVITÀ

Sul fronte della redditività industriale nei primi sei mesi del 2020, Oracle guida la classifica per ebit margin (39,4%), seguita da Nintendo (36,4%) e Microsoft (36,1%). Rispetto al 2019 Facebook perde la prima posizione scendendo al quarto posto (32,6%).

LA FORZA LAVORO

A fine 2019 la forza lavoro delle WebSoft era di 2,2 milioni di persone in tutto il mondo, facendo segnare un incremento di 1 milione di unità rispetto al 2015 (+90,6%, contro +3,8% della grande manifattura), di cui +567mila dalla sola Amazon, regina indiscussa per numero di occupati: 798mila a fine 2019, cifra che la porta al terzo posto nella classifica per numero di dipendenti delle multinazionali industriali mondiali, alle spalle della petrolifera cinese CNPC (1,3 milioni di dipendenti) e dell’elettronica taiwanese Hon Hai (900mila), ma davanti a Volkswagen (700mila).

I BILANCI

La crescita dei bilanci si riflette anche nelle performance in Borsa. I giganti del WebSoft sono infatti tutti quotati con l’eccezione del gruppo tedesco Otto, a controllo familiare. Nei primi 9 mesi del 2020 la loro capitalizzazione è aumentata del 30,4% (a fronte del -6% per le multinazionali della manifattura). A fine settembre 2020 il podio della Borsa è occupato da Microsoft (1.357 miliardi di euro), Amazon (1.345 miliardi) e Alphabet (852 miliardi).

LE PERFORMANCE DI BORSA

Per quanto riguarda le performance di Borsa, nei primi 9 mesi del 2020 si registrano rialzi in tripla cifra per Meituan Dianping (+128,8%) e JD.com (+110,9%). In calo solo Automatic Data Processing (-21,7%), Booking Holdings (-20,3%), Expedia (-18,8%) e Baidu (-4,1%). Complessivamente, è del 20,1% l’incremento medio annuo rispetto al 2015 del valore in Borsa. A fine 2019 i giganti del WebSoft valevano oltre otto volte l’intera Borsa italiana e quasi il triplo di quella tedesca.

Torna su