La notizia dovrebbe fare sobbalzare le autorità politiche italiane oltre a quelle europee.
Il quotidiano americano finanziario Wall Street Journal il 16 novembre ha approfondito il fatto già noto in Italia che un’azienda cinese, attraverso una serie di operazioni assai complesse dal punto di vista finanziario, è riuscita ad acquistare da un produttore italiano di droni, e cioè dall’azienda di Pordenone Alpi Aviation srl, il know-how e la tecnologia dell’azienda, che erano stati posti in essere dall’Esercito italiano durante la missione in Afghanistan.
Il giornale americano ha sottolineato come né le autorità italiane né quelle europei fossero a conoscenza di un’acquisizione di questo genere.
Nonostante le autorità cinesi avessero pubblicamente espresso una valutazione a tale proposito, una tale rilevanza esposizione sembra sia passata inosservata, nonostante da molto tempo Jaap van Etten, attraverso Europa Datenna, abbia eloquentemente dimostrato le numerose acquisizioni fatte dalla Cina in Europa +
Nello specifico Zhao Lijian ha detto che la “Cina e l’Italia sono partner strategici completi. La cooperazione tra i due paesi in campo economico e commerciale è ampia e approfondita, reciprocamente vantaggiosa e vantaggiosa per tutti. Il governo cinese ha sempre richiesto alle imprese cinesi di svolgere una cooperazione internazionale sulla base del rispetto delle norme internazionali e delle leggi e dei regolamenti locali, che si applicano anche alla cooperazione in materia di investimenti tra imprese cinesi e italiane. La Cina spera che l’Italia continui a rispettare il principio del libero scambio e a fornire un ambiente imprenditoriale equo, giusto e non discriminatorio per le imprese cinesi.”
Nonostante le indagini poste in essere dalla Guardia di Finanza, e quindi dalla procura di Pordenone, abbiano rivelato i meccanismi attraverso i quali la Cina ha acquistato questa azienda, sarebbe stata assolutamente necessaria – secondo la legge del Golden Power – l’autorizzazione da parte del governo. Norma, questa, che si applica a tutte le società operanti nel settore strategico della difesa e della sicurezza.
Questo episodio dimostra non solo la vulnerabilità del nostro apparato di Intelligence nel settore economico – nello specifico per quanto riguarda la penetrazione cinese -, ma dimostra anche la vulnerabilità dell’Europa.