C’è qualcuno che prova a fare il furbetto sulle classifiche della reputazione on line dei top manager?
La domanda non è banale né tanto meno dietrologica.
Start Magazine ne ha accennato anche dopo una lettera firmata dall’analista Francis Walsingham.
Perché c’è, in effetti, la possibilità di influenzare le graduatorie della società “Reputation manager” che sono pubblicate ogni mese dal Corriere della sera e da Prima Comunicazione, mensile specializzato in giornalismo, comunicazione e pubblicità.
Ma – forse – non solo con mosse lecite, legittime e comprensibili da parte delle aziende interessate all’immagine dei vertici delle stesse imprese, quindi con comunicati stampa, interviste, dichiarazioni, conferenze stampa, eventi, seminari.
Fra gli addetti ai lavori – seppure bisbigliando – si fa notare che ci sono anche mezzi meno ortodossi, diciamo così, ossia fare massa con contenuti positivi da pubblicare su siti di contenuti: non dunque su veri e propri giornali, quindi su testate giornalistiche registrate. Ma su siti di cui si sa nulla e non si riesce a risalire neppure a chi ha registrato i domini.
Ci si limita qui a un solo caso, perché su altri si sta cercando di avere le info necessarie: Portaleconomia.
Di chi è il sito, chi lo amministra, chi lo gestisce, chi lo cura?
Domande valide anche per una decina di altri siti del genere su cui si tenta di capirne di più.
Nel mentre, sulla scia della lettera di Walsingham si cercava di approfondire il tema, oggi il Fatto quotidiano scrive: “Le Fs infatti avrebbero assoldato per 500mila euro la società “Reputation manager” di Andrea Barchiesi (nella foto, ndr) con l’obiettivo di alzare la reputazione online dei vertici del gruppo. La società pubblica “Top manager reputation”, lista dei 100 manager “con la miglior reputazione web” che compare mensilmente sull’inserto economico del Corsera. A ottobre, segnalava pochi giorni fa Barchiesi, Ferraris “è salito di due posizioni al sesto posto””.
Serve fare chiarezza. O no?