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Rogowski Atlantia

Chi sono i fondi che studiano Atlantia

Atlantia: fatti, nomi e rumor

 

Fondi in manovra su Atlantia. E non solo in vista dell’assemblea: allo studio anche operazioni sul capitale con l’azionista forte Edizione dei Benetton.

Ecco fatti, numeri e rumors

In vista dell’assemblea degli azionisti di Atlantia, convocata per il giorno 29 aprile, è stata depositata una seconda lista di candidati da parte di un raggruppamento di società di gestione del risparmio e altri investitori istituzionali, per il rinnovo del CdA per il triennio 2022-2024.

I presentatori della lista – si legge in una nota di Atlantia – hanno dichiarato che i predetti azionisti detengono una partecipazione complessivamente pari all’1,228% del capitale sociale, superiore alla quota minima richiesta per la presentazione delle liste per la nomina del CdA.

Le certificazioni ad oggi depositate attestano la titolarità di una partecipazione complessivamente pari allo 0,923% circa del capitale sociale. L’unica certificazione ad oggi mancante, in base a quanto dichiarato dai presentatori, sarà depositata nei termini di legge (entro l’8 aprile).

La lista presentata risulta così composta: Dario Frigerio; Giuseppe Guizzi; Licia Soncini. Tutti i candidati hanno dichiarato il possesso dei requisiti di indipendenza.

In data 30 marzo 2022 è stata depositata la lista di candidati da parte dell’azionista Sintonia, titolare del 33,1% del capitale sociale della società.

Ma tra analisti, banchieri d’affari e investitori si parla anche e soprattutto di altro.

Questo perché pochi altri titoli sono oggi “attenzionati” come quello di Atlantia. La cosa non può stupire: l’azione quota a sconto, l’azienda è rigonfia di liquidità e a breve incasserà ulteriori proventi dalla cessione di Autostrade per l’Italia a Cassa depositi e prestiti, Blackstone e Macquarie.

Dove investirà il «tesoretto» di circa 5 miliardi di euro che entrerà in cassa (calcolati al netto del futuro buyback e dell’acquisizione di Yunex), si è chiesto giorni fa il Sole 24 Ore.

Ma c’è anche (ben) altro.

I banchieri d’affari stanno facendo la coda dai grandi fondi di private equity per proporre un takeover su Atlantia.

Ma Atlantia non è espugnabile con facilità: Edizione, la cassaforte dei Benetton, mantiene un pacchetto di controllo molto cospicuo. Infatti Sintonia (Edizione) detiene il 33,1%.

A fare la differenza, quindi, è giocoforza l’orientamento dei Benetton, che sanno di avere su di sé gli occhi del mercato e stanno valutando da tempo ogni opzione.

Al momento un takeover non fa gola, dal momento che darebbe l’impressione di un ritiro dalle scene dalla famiglia Benetton, quasi ad ammettere che la tragedia del Ponte Morandi è un punto di non ritorno.

Alessandro Benetton, il nuovo dinasta di Ponzano e a lungo outsider nella famiglia, preferirebbe invece puntare su un nuovo inizio anziché sull’exit, secondo ambienti finanziari milanesi.

In questo quadro, l’ipotesi che tiene banco nei colloqui dei banker è quello di un take private, il delisting di Atlantia, combinato con l’ingresso di un importante socio di minoranza.

I tempi sarebbero molto rapidi, proprio per evitare che Atlantia, con il titolo depresso e molta liquidità in pancia, susciti appetiti tra gli investitori più speculativi.

Quale sarà il partner dei Benetton?

Le voci insistenti parlano di un grande fondo di private equity americano, che soprattutto in un primo tempo lascerebbe le strategie industriali al top management di fiducia dei Benetton.

Gli indiziati sono soprattutto tre, secondo le indiscrezioni raccolte da Startmag: KKR, Blackstone e CVC.

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