Finora il nome di Paolo Ardoino era famoso per Tether, azienda che gestisce la stablecoin più utilizzata al mondo, USDt, ancorata al dollaro e con una capitalizzazione di 141,8 miliardi. Forbes valutando il suo patrimonio 3,9 miliardi di euro lo aveva già messo al 26esimo posto della propria classifica degli uomini più ricchi d’Italia. Ma probabilmente il suo nome al grande pubblico non dirà comunque granché. Finora, appunto, perché adesso che la sua azienda porta a casa il 5 per cento della Juve, quasi certamente almeno qua in Italia godrà di ben altra eco.
LA CRESCITA ESPONENZIALE…
Sono insomma lontani i tempi in cui Ardoino, classe 1984 e originario di un paesino dell’entroterra ligure alle spalle di Alassio, guadagnava 800 euro al mese come ricercatore dell’università di Genova. Ogni anno in attesa di un rinnovo. “Ogni anno con la paura di non non averlo. Vivere senza certezze è la cosa peggiore”, come aveva confessato lo scorso ottobre in un’intervista a Repubblica. Il suo colpo di fortuna è stato innamorarsi di Bitcoin: da lì, l’idea di emettere l’Usdt, quello che lui stesso definisce “dollaro digitale” che, anziché muoversi lungo i canali bancari classici o quelli delle carte di credito e di debito più diffuse, è basata sulla certificazione blockchain per tenerne traccia nel mondo immateriale.
Se zio Paperone aveva un deposito pieno di monetine d’oro, quello di Paolo Ardoino è insomma pieno di Usdt, moneta “coniata” a partire dal 2014 che nel 2017, in un solo anno, ha permesso alla società di passare da una capitalizzazione di 100 milioni al miliardo. E poco prima della pandemia era già sui 4 miliardi. Nel periodo del Covid l’impossibilità di andare allo sportello ha fatto il resto.
…E ALCUNE ACCUSE
Non sono mancate le tribolazioni. Nel 2021, come ricordato in un articolo dello scorso agosto da Wired la società ha raggiunto un accordo di risarcimento da 41 milioni di dollari con le autorità di regolamentazione statunitensi che l’avevano accusata di aver reso dichiarazioni fuorvianti sulla composizione delle sue riserve.
Nel 2023, era anche “stata accusata di aver utilizzato mezzi fraudolenti per ottenere servizi bancari” all’inizio della sua attività. “Inoltre, le Nazioni unite e alcune società di analisi di blockchain sostengono che l’Usdt sia diventato uno strumento di riferimento per il riciclaggio di denaro, il finanziamento del terrorismo e altre attività illecite, anche se Tether contesta le accuse”.
COME FUNZIONA TETHER
La logica è semplice: per ogni dollaro dato alla realtà guidata da Ardoino, viene consegnato un Tether. Il rapporto insomma è di 1 a 1. In questo modo si supera la paura della volatilità tradizionalmente connessa a monete immateriali, anche se naturalmente il rapporto fiduciario è comunque alla base delle operazioni dato che gli utenti devono essere rassicurati che, nel caso decidano di disinvestire, avranno indietro i propri dollari.
Dollari che fanno la felicità della Casa Bianca visto che per la maggior parte sono investiti in titoli del Tesoro Usa (con un guadagno che corre soprattutto nel periodo di inflazione e si assottiglia quando si taglia il costo del denaro). Nel maggio 2024 Tether, che ha sede nelle Isole Vergini britanniche, deteneva più di 90 miliardi di dollari in titoli del Tesoro americani.
Make Juventus Great Again
— Paolo Ardoino (@paoloardoino) February 16, 2025
Da parte sua Ardoino sembra intenzionato, come altri Ceo del mondo digitale, a corteggiare tra il serio e il faceto Donald Trump. Non è un caso che l’annuncio dell’acquisto della Juve, via X (social di Elon Musk) scopiazzi slogan del tycoon (“make Juve great again”) e del suo principale accolito, il numero 1 del Doge (“MJGA” come “MAGA” e la variante europea “MEGA”). Del resto, come si anticipava nel recente passato gli scontri con le autorità di regolamentazione americane non sono mancati, e dato che le monete virtuali sono guardate con sospetto dalla politica, dalle banche e da parte del mondo economico, meglio allora avere un buon rapporto con chi siede nello Studio ovale.
GLI INVESTIMENTI DI TETHER
Tether, comunque non si limita a investire in titoli di Stato a stelle e strisce, avendo tra le varie operazioni più recenti investito 775 milioni nella piattaforma video Rumble, acquisito una quota di maggioranza nella startup Blackrock Neurotech e un’azienda di data center, Northern Data Group, la cui infrastruttura viene utilizzata per l’addestramento dei modelli di intelligenza artificiale. Inoltre è già presente negli stadi del Vecchio continente attraverso una sponsorizzazione dell’FC Lugano, squadra di calcio professionistica della Super League svizzera, ma con la quota di minoranza investita nella Juve è chiara l’intenzione di giocare in tutt’altro campionato.