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all you can wear

Chi c’è dietro l’iniziativa milanese All you can wear?

Code lunghissime per accaparrarsi il maggior numero possibile di vestiti e accessori. 35 bancali, 2.000 borse da riempire e 18 euro per partecipare. È l’evento All you can wear che si è tenuto questo fine settimana a Milano all’insegna della sostenibilità e dell’integrazione. Ecco chi l'ha ideato

 

Invece del solito “all you can eat” dove mangi finché vuoi (e puoi) ieri a Milano c’è chi si è abbuffato ma di vestiti. Rigorosamente riciclati.

Ecco in cosa consisteva l’evento e chi sono le menti dietro a un appuntamento che ha smosso tantissimi giovani fin dalle prime ore del mattino.

L’EVENTO ALL YOU CAN WEAR

35 bancali di vestiti e accessori, 2.000 borse da riempire e 18 euro per partecipare. Questi gli ingredienti dell’evento “All you can wear”, cioè “tutto ciò che puoi indossare”, andato in scena questo fine settimana a Milano dalle 10 alle 19. Le uniche regole erano mettersi in fila e, una volta entrati, cercare di infilare il maggior numero possibile di capi in una borsa unica, realizzata a mano con scampoli o tessuti vintage da due realtà artigianali attente all’ambiente e alle persone: “tredicim” e “Taivé, un filo per l’integrazione”.

L’iniziativa è stata ideata e promossa dalla cooperativa “Di Mano in Mano”, che nel 2019 ha inventato il format proponendo libri (“All you can read”) e nel 2022, visto il grande successo, è passata all’abbigliamento.

COSA FA DI MANO IN MANO

Tutto è iniziato negli anni Duemila ripulendo cantine e solai, facendo sgomberi, a Milano. Poi Di Mano in Mano si è ingrandita ma la filosofia non è cambiata: non si butta via nulla.

Nel 2019, scriveva il Corriere, la cooperativa aveva messo insieme 13 camion che attraversano tutta Italia e si è fatta conoscere non solo fuori da Milano ma anche oltre i confini: in Cina, Giappone e Stati Uniti.

Con gli anni sono passati a ritirare soprattutto arredi dalle case, che comprano in contanti e rivendono nell’emporio di via Espinasse a Milano, nei sei capannoni alle porte del capoluogo lombardo e online.

COS’È TAIVE

Se Di Mano in Mano è stato un precursore della sostenibilità, per l’evento All you can wear ha scelto due realtà artigianali attente alle persone e alla solidarietà. Taivé, infatti, è un progetto di Caritas Ambrosiana che dal 2009 si occupa di creare opportunità lavorative per famiglie rom attraverso un laboratorio di sartoria che aiuta le donne ad apprendere le basi del mestiere. A maggio, per esempio, la Diocesi di Milano raccontava di cinque donne a cui era stato proposto un tirocinio che si sarebbe poi potuto trasformare in un’assunzione a tempo determinato rinnovabile.

“Taivé in lingua romanì significa filo, che nel progetto diventa lo strumento per offrire alle donne un percorso di integrazione sociale. L’attività comincia in un piccolo laboratorio, dove le donne rom sono contattate dall’unità mobile dell’area rom di Caritas ambrosiana e imparano l’italiano e a cucire. Negli anni il progetto si è sviluppato e ampliato anche ad altre culture, conservando lo sviluppo di una professionalità sartoriale”, ha spiegato la coordinatrice del programma Maria Squillaci.

Lo spazio è stato concepito come luogo di assistenza per chi decide di uscire da condizioni di disagio, infatti, la maggior parte delle persone di Taivé sono state spesso vittime di tratta, violenza domestica o rifugiate politiche.

Inoltre, un filo c’è anche con l’evento All you can wear perché i prodotti di Taivé sono realizzati con tessuti di scarto che, come chi li realizza, trovano una nuova vita.

COS’È TREDICIM

Tredicim, invece, è un progetto interamente handmade e a km 0 di due giovani designer, Stefania Cifarelli e Gabriella Mondelli che per le loro creazioni scelgono materiali di fine stock o di recupero.

Perfettamente in linea come l’iniziativa di Di mano in mano, il loro motto è la frase della madrina del punk Vivienne Westwood: “Buy less, choose well, make it last”, ovvero “Compra meno, scegli bene, fallo durare”.

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