Arriva anche la benedizione della Bce e del fondo americano Blackrock alle nozze Unicredit-Commerzbank?
Ieri la presidente Christine Lagarde si è detta favorevole alle fusioni bancarie transfrontaliere, senza citare l’operazione avviata dal gruppo bancario guidato da Andrea Orcel ma il messaggio è arrivato forte e chiaro. Nei giorni scorsi Unicredit ha aumentato la propria partecipazione nella banca tedesca al 21% (la “scalata” era partita con l’acquisto del 9%) e ha chiesto a Francoforte di salire fino al 29,9%, sotto la soglia in cui scatta l’Opa obbligatoria. Ora la parola passa alla Vigilanza della Bce che, secondo la stampa, dovrebbe decidere sulla questione entro il mese di novembre.
IL COMMENTO FAVOREVOLE DI BLACKROCK
A favore delle nozze anche il colosso Usa degli investimenti, Blackrock, azionista dei due istituti in questione. “L’Europa ha bisogno di un sistema di mercati dei capitali più forte e di un sistema bancario più unificato” ha detto oggi il manager Larry Fink che poi ha chiarito di non volersi riferire ad “alcuna attività” in corso. Però, ha assicurato Fink, “credo molto in un’unione bancaria e nel mercato dei capitali”.
LAGARDE: RENDERE LE BANCHE UE PIU’ COMPETITIVE
E ieri, come accennato, le parole di Lagarde, in audizione al Parlamento Europeo. “Le fusioni bancarie transfrontaliere sono auspicabili” ma “non faccio osservazioni su fusioni specifiche” ha detto la presidente dell’Eurotower, come riferiscono le agenzie di stampa. Di certo non sono operazioni “prive di rischi”, ha aggiunto, ma “spetta a chi le fa decidere se sono convenienti” e comunque è un modo per “rendere le banche europee più competitive rispetto a quelle americane o cinesi”.
IL NIET DEL CANCELLIERE TEDESCO SCHOLZ
L’apertura di Lagarde segue però l’opposizione del governo tedesco con il cancelliere Olaf Scholz che, all’indomani dell’acquisto del 9% di Commerzbank, aveva subito manifestato il proprio dissenso. “Gli attacchi ostili, le acquisizioni ostili non sono una buona cosa per le banche, motivo per cui il governo tedesco ha preso una posizione chiara qui e ha chiarito che non consideriamo questo un corso d’azione appropriato” aveva detto a margine di un evento a New York, secondo quanto riportato da Bloomberg.
“Commerzbank è una banca di successo commerciale che svolge un ruolo importante nell’assicurare che l’industria tedesca e le piccole e medie imprese ottengano i finanziamenti necessari” aveva proseguito Scholz. Pochi giorni fa, dopo l’incontro con la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, il portavoce del cancelliere tedesco, Steffen Hebestreit, ha poi chiarito che le affermazioni di Scholz riguardavano “la banca, non lo Stato italiano”.
L’APERTURA DEL CONSIGLIO TEDESCO DEGLI ESPERTI ECONOMICI
In controtendenza con l’esecutivo teutonico il Consiglio tedesco degli esperti economici con la presidente Monika Schnitzer che, secondo quanto riferisce l’agenzia di stampa Nova, ha evidenziato: “Le obiezioni sollevate da alcuni in questo caso specifico, secondo cui l’acquisizione da parte di Unicredit porterebbe alla perdita di posti di lavoro e alla riduzione dei finanziamenti per le Pmi tedesche, non sono convincenti. Un aumento della produttività- e qui Schnitzer ha fatto eco a Lagarde – è necessario per diventare più competitivi a livello internazionale. In linea di principio, non c’è nulla di male se una banca tedesca viene rilevata da una banca straniera”.
CHI DICE SÌ IN GERMANIA ALLE NOZZE UNICREDIT-COMMERZBANK
E se Commerzbank nicchia – con l’ad Manfred Knof che promette di “esaminare le cose in modo responsabile, nell’interesse di tutti” – sui giornali tedeschi si levano voci a favore dell’ingresso di Unicredit nel secondo istituto di credito tedesco.
Una settimana l’Handelsblatt ha pubblicato un editoriale a firma del columnist Frank Wiebe, in cui chiariva che “Commerzbank rappresenta un interessante obiettivo di acquisizione purtroppo soprattutto perché, con un valore di mercato inferiore a 20 miliardi di euro, è piuttosto conveniente” e “le banche tedesche si trovano in un mercato interno meno redditizio”. Dunque “il governo tedesco non dovrebbe ostacolare l’acquisizione della Commerzbank”. Il giorno dopo, sempre sull’Handelsblatt, Thomas Sigmund ci è andato giù più duro: “La partecipazione del governo federale ha reso la Commerzbank più lenta negli ultimi 16 anni” e “non ha portato la banca a diventare significativamente più grande o più redditizia. Con una capitalizzazione di mercato inferiore ai 20 miliardi di euro, è uno degli attori minori nel panorama bancario europeo” ma “abbiamo bisogno di campioni europei, non nazionali”. Del resto Unicredit ha rilevato Hypovereinsbank 20 anni fa. Il mercato tedesco non è poi fallito”.
Guarda al “carattere nazionale e internazionale” dell’operazione la Neue Zürcher (https://www.startmag.it/economia/ecco-come-la-germania-si-interroga-su-unicredit-commerzbank/), per cui “se Berlino dovesse ostacolare attivamente l’acquisto di Commerzbank da parte di Unicredit, mentre allo stesso tempo Lufthansa ha recentemente rilevato il successore di Alitalia, Ita, questo sarebbe probabilmente un segnale eloquente a favore di una parità di condizioni in Europa e per il completamento dell’unione bancaria e dei mercati dei capitali”.