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Che cosa non si dice sui torinesissimi scazzi in Crt

Non solo nomine al centro delle tensioni nella fondazione Crt. Ma anche molto altro di sostanzioso... La lettera di Francis Walsingham

Caro direttore,

mi stupisco di te. Da quando è partito il tormentone della “P2” (mi raccomando, con molte virgolette!!!) della fondazione Crt anche Startmag ha seguito la pista delle nomine. Quelle cioè che i cospiratori anti-Palenzona hanno fatto nella notte del 22 aprile, con Fabrizio Palenzona ormai scollegato e il segretario generale Andrea Varese già fuori gioco, attribuendo a sé e ai propri amici incarichi nelle partecipate della Fondazione.

Davvero, caro direttore, pensi che la questione consista solo in un gioco di nomine e prebende? Davvero pensi che un esperto navigatore come Palenzona si sia dimesso lanciando accuse gravissime solo per nomine di taglio tutto sommato modesto? Senza offesa, nella maggior parte dei casi sembrano guerre tra poveri, per contendersi le briciole (incarichi da poche decine di migliaia di euro).

Cosa spiega allora tutta questa ferocia? Caro direttore, la ciccia è da un’altra parte. Ti consiglio di rivolgere l’attenzione altrove, verso le imponenti masse che Crt dà in gestione a Sim, Sgr e gestori vari e assortiti, e nelle altrettanto sostanziose commissioni che ci ruotano attorno.

Finora il “ministro delle finanze” di Fondazione Crt, Marco Casale, ha tenuto la barra dritta. Non ha cioè sbracato di fronte alle pur numerose segnalazioni e richieste di interessamento che gli piovevano addosso da ogni dove. Ma Casale, che oltre che essere serio e preparato è parente dell’ex numero due della GdF, Daniele Caprino, dovrà vedersela con una pressione senza precedenti.

La cavalleria del Mef correrà in suo soccorso?

Ai posteri, caro direttore, l’ardua sentenza.

Tuo,

Francis Walsingham

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