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Crediti Sanitari

Che cosa dicono gli analisti su Tim e sui piani di Labriola

Tutte le ultime novità su Tim. Fatti, numeri, rumors e analisi

 

Accordi Vivendi-Cdp per una scissione in due di Tim? O Kkr accelera sull’Opa?

E’ questi interrogativi che si basa considerazioni e scenari di analisti e investitori su Tim.

Le domande però non producono effetti positivi in Borsa per Telecom Italia.

Infatti oggi nuova seduta di vendite per Tim, nel giorno in cui il direttore generale Pietro Labriola illustra gli scenari per il futuro del gruppo in una riunione informale con i consiglieri di amministrazione.

Dopo il -3,12% della vigilia, i titoli del gruppo di tlc perdono il 3,66% a 0,4212 euro, con un minimo a 0,4153 euro, mettendo a segno la peggiore performance del Ftse Mib (-1, 27%).

Abbastanza vivaci gli scambi, sottolinea l’agenzia Radiocor: sono passati di mano 51,8 milioni di pezzi, a fronte di una media degli ultimi trenta giorni per l’intera seduta di 115,114 milioni.

Una delle proposte che Labriola porterà ai consiglieri, secondo indiscrezioni stampa, è la scissione di Tim in due società entrambe quotate, una per la rete (NetCo) e una per i servizi (ServiceCo).

Secondo il Messaggero, i tempi di realizzazione si aggirerebbero sui 18 mesi e FiberCop potrebbe così completare la partecipazione alle gare del Pnrr prima di una eventuale fusione della società della rete di Tim con Open Fiber, per creare così la rete unica.

Sempre secondo il quotidiano romano del gruppo Caltagirone, il debito sarebbe allocato per il 60% sulla rete (10 miliardi su 18) e l’Ebitda di NetCo sarebbe intorno ai 2 miliardi.

Come rilevato anche dagli analisti di Equita, “la rete può infatti affermare una leva superiore” rispetto alla società di servizi commerciali. Per ServiceCo, secondo Equita, resterebbe un Ebitda di 3,2 miliardi di euro e un indebitamento di 8 miliardi.

“Le metriche ci sembrano molto molto”, sono gli esperti di Equita, aggiungendo che “il rischio del piano stand-alone a nostro avviso è legato al rischio di esecuzione della fusione con OpenFiber, alla leva comunque significativa su entrambi gli asset in una fase di elevati investimenti e di rating giù sotto pressione, al trend del business retail, in sofferenza per la pressione dell’ARPU (Average Revenue Per User) fisso e mobile e per il potenziale impatto dell’ingresso di Iliad”.

In questo quadro, Il Sole 24 Ore riporta anche che Tim ha dei colloqui in corso con WindTre perché anche la società possa servirsi, per i propri servizi Ftth, della rete di FiberCop.

Per Equita, “come già fatto da molti altri operatori, si tratta di accordi commerciali che integrano la copertura di rete degli operatori retail e che quindi si aggiungono agli accordi in essere con OpenFiber. Questi accordi dovrebbero dare visibilità’ a lungo termine a FiberCop per una parte dei clienti wholesale, anche se ci aspettiamo comunque una riduzione della quota di mercato per la crescita di OpenFiber”.

Proprio oggi, come detto, verrà presentata l’offerta per il fisso di Iliad con i dettagli e il lancio commerciale previsti per il 25 gennaio. “E in un contesto ancora poco chiaro per le strategie del gruppo”, ha detto oggi Intesa Sanpaolo (rating buy e target price a 0,47 euro), “il lancio odierno dell’offerta di linea fissa di Iliad è destinato ad aumentare ulteriormente la pressione competitiva sul segmento dei servizi di rete fissa in Italia”.

La banca d’affari si aspetta un prezzo di ingresso aggressivo, in linea con la strategia della società. “Tuttavia, a differenza del business wireless in cui Iliad sta installando la propria infrastruttura, nel business wireline Iliad resterà un rivenditore puro e quindi il costo wholesale dovrebbe fornire un floor al dumping potenziale”.

Peraltro, per Intesa Sanpaolo lo scenario di scissione di Tim può avere senso per la NetCo (leva implicita di 5x), meno per la ServiceCo (leva implicita di 4x). Senza contare che “la valorizzazione del business del cloud e il destino della partecipazione del 67% in Tim Brasil sono altri elementi chiave di un puzzle ancora poco chiaro”, ha concluso Intesa Sanpaolo.

“Abbiamo aggiornato le stime per incorporare il taglio della guidance comunicato a dicembre”, hanno spiegato gli analisti di Barclays che hanno abbassato le stime di ebitda organico 2021-2023 per tener conto dell’andamento del business italiano.Perché il rating equal-weight? “Nonostante i progressi iniziali sul taglio dei costi e la riduzione della leva finanziaria, Tim sta affrontando un deterioramento del contesto competitivo in Italia, senza che ci sia un’attenuazione in vista.

Tuttavia, una fusione con la rete di Open Fiber che creerebbe valore è ancora possibile come l’offerta da parte di Kkkr, quindi il prezzo delle azioni dovrebbe rimanere volatile”, ha previsto Barclays che ha simulato lo scenario peggiore: nessun accordo con Open Fiber, un continuo deterioramento del trend della telefonia mobile guidato da Iliad e del trend della banda larga retail/wholesale, un’offerta di Kkr senza successo e individuato un target price per Tim a 0,05 euro.Viceversa, nello scenario migliore: completamento di tutti i potenziali deal a condizioni interessanti (Open Fiber e Brasile), contesto di prezzi più razionale nella telefonia mobile e forte crescita degli abbonati nella banda larga, in alternativa successo dell’offerta di Kkr ma a un prezzo più elevato, a 0,70 euro (nei giorni scorsi si è vociferato di un rilancio a 0,80 euro per azione), Tim può valere per Barclays, appunto, 0,70 euro.

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