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Che combinano i Caltagirone al Messaggero? Ingerenze dell’editore nelle pagine economiche? Stragulp!

Il sito Professione Reporter, animato anche da giornalisti che hanno lavorato al Messaggero, scriveche  l'editore del quotidiano romano, dunque il gruppo Caltagirone, a metà pomeriggio "visiona le pagine economiche" del Messaggero. Davvero? Tutto normale? Anche per l'ordine dei giornalisti? Fatti, nomi e approfondimenti a latere delle dimissioni (o licenziamento?) del vicedirettore De Paolini.

Che cosa succede davvero al Messaggero di Caltagirone?

Il gruppo Caltagirone, editore del Messaggero, ha annunciato (con un certo compiacimento) di aver ricevuto le dimissioni di Osvaldo De Paolini, vicedirettore vicario del quotidiano romano, giornalista e direttore economico-finanziario di lungo corso. Una notizia che ha spiazzato tutti, stando alle ricostruzioni di Prima Comunicazione, che ha scritto: “Fonti ben informate riportano […] che fino al tardo pomeriggio [del 6 giugno, ndr] De Paolini era regolarmente al suo posto in via del Tritone, svolgeva normalmente le sue mansioni abituali e nulla lasciava presagire lo strappo”. In verità, fra gli addetti ai lavori, erano note da tempo alcune frizioni – dopo tanta e appassionata simpatia – fra l’editore e il giornalista di punta del quotidiano romano, tanto che da tempo il gruppo editoriale era alla ricerca di una figura che prima o poi potesse sostituire la maestria di De Paolini.

CHE COMBINANO I CALTAGIRONE COL MESSAGGERO?

Comunque, qualcosa di significativo deve essere accaduto ai vertici del Messaggero, e qualcosa di ancora più significativo è stato portato a galla dal sito dell’associazione culturale “Professione reporter”, fondata il 12 marzo del 2021 dai giornalisti Raffaele Fiengo, Alberto Ferrigolo, Andrea Garibaldi (che per anni ha lavorato al Messaggero in diversi ruoli, come si evince da LinkedIn), Giampiero Gramaglia, Vittorio Roidi (che ha iniziato la carriera al Messaggero), “al fine di contribuire allo studio al rilancio dell’attività giornalistica” anche sulla base dell’esperienza svolta dall’omonima associazione non riconosciuta nata nell’aprile del 2019.

Sono tutte firme senior, che dunque sanno bene sia come si svolge la ‘vita di redazione’, sia come si controlla e si accerta la provenienza delle notizie. Anche perché molti di loro, come Roidi e Garibaldi, per esempio, sono passati per via del Tritone, sede del quotidiano romano al centro delle attenzioni. Insomma, il loro non è un sito di gossip: quanto si legge ha superato i vagli del caso. Ed ecco che, proprio con riferimento al siluramento di De Paolini da parte dei Caltagirone, un loro articolo fa emergere notizie di contorno che paiono più succose e gustose della portata principale e portano a porsi interrogativi inquietanti sulla gestione del Messaggero.

caltagirone messaggero

Dopo aver sottolineato come “L’editore del Messaggero Francesco Gaetano Caltagirone” abbia “abituato al cambio dei vertici dei suoi giornali in un batter d’occhio”, nell’articolo si legge: “Le pagine economiche vengono visionate dall’editore ogni giorno a metà pomeriggio”. Un brivido corre lungo la schiena, perfino nel Paese dove il conflitto d’interesse è la norma e non l’eccezione.

DOMANDE ALLE QUALI SAREBBE BELLO AVERE RISPOSTA

Come sarebbe a dire che l’editore a metà pomeriggio visiona le pagine? E cosa si intende per “visionare”? Si limita a spulciarle in anteprima, senza attendere il quotidiano all’edicola l’indomani? Ci mette becco? Decide gerarchia delle notizie, ingombri, titoli e catenacci? Visiona solo la sezione di economia e finanza o anche il supplemento Molto Economia e pure gli articoli di economia e finanza che vanno alcuni giorni nella prima sezione del quotidiano? E chi fa visionare le pagine? Il direttore, il vicedirettore con delega all’economia o il caporedattore dell’economia? Ma soprattutto, chi ‘visiona’ quelle pagine? Francesco Gaetano Caltagirone, presidente del Gruppo Caltagirone, o la figlia Azzurra, amministratore delegato di Caltagirone Editore, vice presidente di Caltagirone S.p.A., amministratore delegato de Il Messaggero e presidente de Il Gazzettino, presente nei consigli di amministrazione di Banca Generali, di Cementir Holding, di altre società del Gruppo Caltagirone e della Fondazione Musica per Roma?

La ramificazione del gruppo è tale – spaziando dalle grandi opere come Vianini Lavori e cemento tramite Cementir fino ad arrivare alle partecipazioni in Assicurazioni Generali, Banco Bpm, Anima (i fondi del risparmio gestito), con rapporti che come ricordato da Start Magazine arrivano perfino in Cina – che il conflitto d’interesse per chi sceglie anche di operare anche nell’editoria è già di per sé dietro l’angolo.

Se poi, anziché porsi come editore illuminato, mette becco nelle vicende quotidiane della redazione, allora qui abbiamo per le mani una potenziale bomba capace di travolgere la serietà della testata e la credibilità della redazione, le norme di condotta e quelle del codice deontologico a tutela dell’indipendenza dei giornalisti.

Insomma, se quanto scritto corrisponde al vero – e perché dubitarne? – si dovrebbero sentire le critiche, con annesse denunce e inchieste, dei vertici dell’Ordine dei giornalisti, e magari pure i rilievi della federazione degli editori.

Resta poi una domanda da porre: Professione Reporter scrive genericamente “Le pagine economiche vengono visionate dall’editore ogni giorno a metà pomeriggio”. Ecco, vero che la chiusura del quotidiano avviene a notte fonda e questo può cambiare il modo di vivere e intendere la giornata, ma con l’espressione “metà pomeriggio” difficilmente si possono intendere le 18 passate (nemmeno in Spagna, dove pure la siesta lo fa iniziare alle 16 e si cena verso le 22), orario di chiusura delle contrattazioni di Borsa.

Considerate insomma le ramificazioni del gruppo e gli interessi economici e finanziari in ballo, scoprire in questo modo che l’editore a Borse ancora aperte ha accesso in anteprima a informazioni e scoop (tipici dei pezzi di De Paolini e di Rosario Dimito, inviato di finanza noto per le sue notizie esclusive) sensibili dal punto di vista borsistico accresce ulteriormente la gravità dei fatti riportati da Professione Reporter.

Toc toc, tutto normale?

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