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Cgil, ecco cosa è successo nel direttivo (e sulle candidature di Landini e Colla)

Il Punto di Giuseppe Sabella sul direttivo nazionale della Cgil tenuto domenica 11 novembre

Si è temuto ieri il direttivo nazionale della Cgil – di cui fanno parte 160 tra segretari di categoria, segretari regionali e delle Camere del lavoro metropolitane – e si è chiuso col risultato che avevamo previsto ieri mattina.

Si è tuttavia giunti ad un ordine del giorno firmato praticamente all’unanimità (solo tre astenuti). Dopo le conclusioni della segretaria generale Susanna Camusso, il segretario confederale Roberto Ghiselli ha chiesto di poter emendare il documento per evitare rotture traumatiche e salvaguardare l’unità del sindacato. E così è stato.

Ecco il testo:

Il Comitato Direttivo, ritiene che il Congresso si stia svolgendo nel rispetto delle regole date e considera legittimo il percorso che ha portato alla proposta avanzata in merito alla candidatura a segretario generale, contenuta nella relazione (Maurizio Landini, ndr). Il Comitato Direttivo prende atto che su questo percorso si sono legittamamente manifestate differenti posizioni.

È importante che il documento ‘Il lavoro è’ presentato dalla maggioranza del gruppo dirigente venga fatto vivere nella fase congressuale in atto, anche alla luce del contesto politico e sociale attuale.

Lo stesso confronto sui futuri assetti dell’organizzazione, a partire dall’elezione del segretario generale, deve svolgersi nel pieno rispetto del pluralismo di idee e delle regole che definiscono modalità e procedure negli organismi preposti, eletti al prossimo congresso nazionale.

Il Congresso, momento fondamentale dell’organizzazione, deve concludersi confermando il carattere libero, partecipato e civile di confronto fin qui determinatosi, nel rispetto del voto largamente maggioritario delle iscritte e degli iscritti ai contenuti del documento ‘Il lavoro è’.

In tale contesto, ci sono tempi e condizioni per rafforzare l’unità della Cgil, per salvaguardarne e valorizzarne il ruolo come punto di riferimento del mondo del lavoro e nella società.

In sintesi, si prende atto, quindi, che la segreteria generale ha avanzato una sua proposta, nel rispetto delle regole. Tuttavia, gli interventi di Ivan Pedretti (Spi), Michele Azzola (Cgil di Roma e Lazio), Emilio Miceli (Filctem) e Alessandro Genovesi (Fillea) hanno confermato le perplessità sulla linea seguita da Camusso.

Ecco perché “il comitato direttivo prende atto che su questo percorso si sono legittimamente manifestate differenti posizioni (…) e lo stesso confronto sui futuri assetti dell’organizzazione, a partire dall’elezione del segretario generale, deve svolgersi nel pieno rispetto del pluralismo di idee e delle regole che definiscono modalità e procedure negli organismi preposti, eletti al prossimo congresso nazionale”.

Ciò vuol dire che, essendoci una parte che non condivide la scelta di Landini, questa parte potrà esprimere anch’essa un’indicazione di candidatura – che è quella di Vincenzo Colla – è ciò sarà altrettanto legittimo.

Susanna Camusso stessa non ha escluso la possibilità di candidature alternative al congresso di Bari (22-25 gennaio 2019) anche se oggi ha chiesto che tale candidatura sia esplicitata prima del congresso: “Non è possibile scoprire che vi è un altro candidato il 22 gennaio, sarebbe ridicolo, deve essere esplicitato prima”.

Che ci sarà una seconda candidatura, quella di Vincenzo Colla, pare piuttosto scontato. Quando sarà formalizzata lo vedremo. L’ordine del giorno approvato in questo momento, non pone nessun limite.

Il congresso di gennaio darà molte risposte alle tante domande che questo empasse sta generando. Non è facile prevedere queste risposte perché, allo stato attuale, possono essere molto diverse tra loro.

È chiaro però che non sarà semplice, c’è il serio rischio che i due candidati siano votati entrambi in modo significativo (tipo 55-45% o 60-40%). A quel punto saranno chiamati ad un accordo, ma – a parere di chi scrive – i due ne saranno capaci.

Twitter: @sabella_thinkin

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