PREZZO MASCHERATO PER LE FFP2
Domani sul Corriere della Sera tonitruante editoriale in prima pagina dell’economista Francesco Giavazzi contro il prezzo calmierato delle Ffp2 deciso del governo. Ah no, scusate: non ha avuto tempo di scriverlo perché è stato molto impegnato oggi a consigliare il governo.
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) January 3, 2022
NUMERETTI NO VAX
La Società Italiana di Anestesia e Rianimazione denuncia come 7 ricoverati gravi su 10 siano no vax: la metà di questi sono veri e propri negazionisti del Covid che arrivano in terapia intensiva in condizioni gravissime e spesso rifiutano le cure. (Fatto Quotidiano).
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) January 4, 2022
MEDICI IRPINI NO VAX
Non si sono sottoposti alla terza dose di vaccino e rischiano ora la sospensione dall'ordine, che impedirebbe loro di svolgere qualunque attività. Sono 216 medici della provincia di Avellino che in queste ore stanno ricevendo la diffida da parte dell'Ordine dei medici. (Agi)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) January 4, 2022
SMART WORKING IN INTESA SANPAOLO
Due sondaggi interni di fine 2020 e dell’estate scorsa dicono che la stragrande maggioranza dei dipendenti di Intesa Sanpaolo vuole continuare a lavorare in smart working almeno due o tre giorni alla settimana, meno del 10% è contrario. (Repubblica)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) January 4, 2022
BABELE M5S
I senatori M5S chiedono il bis di Mattarella al Quirinale. Ma il leader M5S, Conte, pochi giorni fa non aveva proposto una donna al Quirinale? Boh, ci sto capendo nulla.
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) January 4, 2022
NELLE ANALISI SIAMO BRAVISSIMI, AD ACCIUFFARE GLI HACKER MOLTO MENO
Secondo il bilancio dell'attività della Polizia postale, nel 2021 si sono registrati 126 attacchi informatici ai sistemi finanziari di grandi e medie imprese, per un ammontare complessivo di oltre 36 milioni di euro sottratti illecitamente mediante frodi telematiche
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) January 4, 2022
LA SASSATA DI GUIDO PAGLIA SU GUERINI E FIORONI
Ministro Guerini, può chiarire quali siano i compiti (ed i limiti) del suo consulente Fioroni? Perché il suo “sottosegretario ombra” preferito non si limita, per esempio, a scrivere. Ma riceve generali, ammiragli e manager di aziende che lavorano con il suo ministero. (Sassate)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) January 4, 2022
NUOVO VERTICE IN TIM, ACCORDO CDP-VIVENDI?
Il favorito per sostituire l'attuale presidente di Tim, Salvatore Rossi, sarebbe Massimo Sarmi, presidente di Asstel e di Fibercop, gradito al ministro leghista Giancarlo Giorgetti. (Repubblica)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) January 4, 2022
DOSSIER CINECITTA’
"Con i fondi del Pnrr lo Stato tiene in vita l’insostenibile Cinecittà". (Domani Quotidiano)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) January 4, 2022
Il piano di sviluppo di Cinecittà (di proprietà del Mef) prevede investimenti per 195 milioni, più altri 75 di possibili interventi relativi al terreno Cdp. Nel triennio 2019-2021 Cinecittà ha perso complessivamente quasi 8 milioni su 43 di fatturato. (Alessandro Penati, Domani)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) January 4, 2022
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ESTRATTO DEL COMMENTO DI ALESSANDRO PENATI SU CINECITTA’ PER IL QUOTIDIANO DOMANI:
È vero che il ritorno degli investimenti in cultura non si misura in punti percentuali, ma Cinecittà Spa ha dichiaratamente l’obiettivo di generare ricavi e utili operando nel mercato delle produzioni audiovisive che è di grandi dimensioni (circa 1,3 miliardi quest’anno), in forte crescita, redditizio, concorrenziale e per lo più composto da società private.
Assimilare dunque Cinecittà Spa a un museo o a un Ente Lirico mi sembrerebbe una forzatura a essere generosi. Che poi lo stato si indebiti con la Commissione europea (perché il Pnrr per la maggior parte è debito) per dare capitali a una società di cui è l’unico azionista (tramite Mef), che in parte li girerà alla Cdp, di cui è pure azionista di controllo, affinché entri a sua volta nel capitale di Cinecittà lascia perplessi.
A completare il quadro di questo giro dell’oca, lo stato è l’unico azionista di Cinecittà (direttamente con il Mef e domani anche tramite Cdp), ma ne delega la gestione al ministero della Cultura, che la considera il proprio “braccio operativo”. L’unica spiegazione possibile è che si sia voluto dare un contentino a un ministero che faceva la figura del parente povero nella spartizione dei fondi del Pnrr.
È indubbio che la cultura abbia bisogno di risorse, e che il cinema sia cultura, ma questo utilizzo del Prnn assomiglia a un sussidio a un’impresa pubblica che altrimenti non riuscirebbe a sopravvivere in un mercato concorrenziale. Non il modo migliore di usare risorse che andranno ad aumentare la montagna del nostro debito pubblico.