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Fondo Nazionale Innovazione

Cdp, Invitalia e Fondo per l’Innovazione. Ecco novità e nomi in ballo (tensioni M5S-Lega?)

Ecco novità e indiscrezioni sul Fondo nazionale per l'Innovazione. Fatti, nomi e indiscrezioni. Mentre oggi è stato firmato un decreto che sblocca i fondi di Invitalia

Il Fondo Nazionale Innovazione di (circa) un miliardo promesso alla fine del 2018 dal vicepremier Luigi Di Maio a Pmi e startupper che sarebbe dovuto essere attivo già da maggio (giugno al più tardi), ha compiuto oggi un altro piccolo passo avanti. Secondo quanto risulta a Start Magazine è stato infatti firmato dal ministero dello Sviluppo economico e dal ministero dell’Economia il decreto che consente lo spostamento dei fondi da Invitalia a Cassa Depositi e Prestiti. Con l’acquisizione da parte di Cdp del 70% di Invitalia Ventures Sgr prende dunque forma il fondo VC che, dopo i tagli del decreto crescita, si comporrà dei 400 milioni portati in dote da Invitalia, del mezzo milione messo dall’Istituzione finanziaria guidata da Fabrizio Palermo e dai 110 promessi dal Governo.

COSA SAPPIAMO DEL FONDO PER L’INNOVAZIONE

Come approfondito lo scorso marzo, il nuovo soggetto SGR multifondo voluto dal ministro dello Sviluppo economico opererà attraverso metodologie di Venture Capital per investimenti nel medesimo settore, gestito proprio da Cassa Depositi e Prestiti. L’ultima Legge di Bilancio all’articolo 1, comma 116, conteneva già disposizioni piuttosto puntuali sulla modalità di reperimento della liquidità: «Al fine di semplificare e rafforzare il settore del venture capital e il tessuto economico-produttivo del Paese, il Ministero dello sviluppo economico può autorizzare la cessione, a condizioni di mercato, da parte dell’Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa Spa – Invitalia, di una quota di partecipazione, anche di controllo, detenuta nella società di gestione del risparmio Invitalia Ventures SGR Spa – Invitalia SGR, nonché di una quota di partecipazione in fondi da essa gestiti, per favorire la gestione sinergica delle risorse di cui all’articolo 23 del decreto-legge 22 giugno 2012, n. 83, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n. 134, all’articolo 1, comma 897, della legge 27 dicembre 2017, n. 205, e al comma 121 del presente articolo, già affidate a Invitalia SGR, e a condizione che dalla cessione derivi l’apporto di risorse aggiuntive da parte del soggetto acquirente».

LE MODALITÀ DELLA CESSIONE

Il comma seguente entrava nel dettaglio: «Per le finalità e alle condizioni previste dal comma 116, è attribuito all’Istituto nazionale di promozione di cui all’articolo 1 [ovvero Cdp, NdR], comma 826, della legge 28 dicembre 2015, n. 208, il diritto di opzione per l’acquisto della quota di partecipazione azionaria in Invitalia SGR nonché della quota di partecipazione in fondi da essa gestiti, da esercitare nel termine e con le modalità stabilite nella direttiva del Ministro dello sviluppo economico di cui al comma 116, ove ritenuti congrui».

COSA NE SARÀ DELLE RISORSE DI INVITALIA

L’articolo 118 spiegava invece cosa ne sarà delle risorse già destinate a Invitalia: «Nel caso di cessione […], la gestione delle attività e delle risorse di cui al comma 116 già affidate a Invitalia sulla base di provvedimenti normativi e regolamentari vigenti alla data di entrata in vigore della presente legge prosegue in capo al medesimo gestore, o ad altra società veicolo eventualmente costituita a seguito di operazioni di aggregazione del gestore con altri soggetti. I termini e le condizioni della gestione delle predette risorse possono in ogni caso essere ridefiniti, nel rispetto della normativa di riferimento, da una nuova convenzione sottoscritta tra il Ministero dello sviluppo economico, Invitalia e il soggetto gestore, in sostituzione delle disposizioni regolamentari e convenzionali che disciplinano tale gestione».

MA LA LEGA E M5S LITIGANO SU CHI LO GESTIRÀ

Secondo quanto riporta oggi Lettera43.it, non ci sarebbe accordo tra Movimento 5 Stelle e Lega su chi gestirà il Fondo. Sponsorizzato dai Pentastellati, ci punta (come ha scritto giorni fa Andrea Montanari di Mf/Milano Finanza) Salvo Mizzi, a capo di Invitalia Ventures Sgr fino al 2017 (fu Mizzi a occuparsi della gestazione del primo Fondo per le startup), poi spostatosi a Principia Sgr. Non sarebbe della stessa opinione il leghista Giancarlo Giorgetti, sottosegretario alla presidenza del Consiglio, facendo slittare quindi la nomina. Così, secondo il giornale fondato da Paolo Madron, Mizzi si starebbe orientando verso la sede romana di un’istituzione finanziaria europea. Quale? Commissione Ue? Eurostat? Bei? O altro? Si vedrà.

 

sede Fondo Innovazione

L’unica certezza sul Fondo riguarda la sede: non a Milano, come avrebbero voluto gli startupper e nemmeno a Torino (dove è stato presentato ufficialmente lo scorso 4 marzo), ma a Roma, a largo Santa Susanna, strategicamente vicina ai ministeri dell’Economia e dello Sviluppo economico. Anche quella, però, come il Fondo Innovazione, risulta ancora impacchettata. E siamo ormai a luglio.

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