skip to Main Content

Saipem

Cdp, Alitalia, manovra, Mef. Tutte le tensioni a 5 stelle fra Guzzetti e Di Maio (che snobba l’Acri)

Fatti, nomi e indiscrezioni a latere della Giornata del risparmio celebrata oggi dall'Acri

Molti leghisti e ben pochi pentastellati. Così alcuni addetti ai “livori” hanno giudicato la platea politica all’annuale Giornata del risparmio celebrata oggi dall’Acri, l’associazione delle fondazioni bancarie.

Solo malignità? No. Almeno non solo. In effetti c’erano un bel po’ di esponenti di spicco della Lega di Matteo Salvini: il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Giancarlo Giorgetti, e gli economisti Alberto Bagnai e Claudio Borghi. Una rappresentanza ad alto livello, dunque, per la Lega.

E il Movimento 5 Stelle? E’ stata vista piuttosto defilata la parlamentare Carla Ruocco, che da tempo segue le questioni banco-finanziarie ma non ha avuto alcun incarico governativo e in questi giorni nelle cronache giornalistiche viene indicata fra i pentastellati meno appassionati per l’azione dell’esecutivo giallo-verde.

E’ stata notata, soprattutto, l’assenza di Stefano Buffagni, uomo vicinissimo a Luigi Di Maio. Solo un caso? Fonti del Movimento 5 Stelle sottolineano che aveva altri impegni istituzionali impellenti. Eppure i banchieri sanno che Buffagni è una sorta di ufficiale di collegamento fra Di Maio e il mondo delle banche e della finanza. Proprio per questo la sua assenza ha fatto notizia nell’Acri.

Un pentastellato dalla Camera fa notare: “Ci sono votazioni qui, noi siamo presenti in massa, copriamo le assenze di molti leghisti impegnati per le provinciali”, sibila via sms. In effetti oggi si vota in 31 province.

Tutto ok dunque? Mica tanto. Significativo dello stato dei rapporti fra 5 Stelle e banchieri è il tweet mattutino del vicepremier Di Maio. Una sorta di saluto-pernacchia ben poco gradito in sala, all’Acri:

https://twitter.com/luigidimaio/status/1057602677981495297

D’altronde, se fosse stato presente, il capo del Movimento avrebbe udito le scudisciate partite all’indirizzo del governo. Guzzetti ha sballottato l’esecutivo su Cdp-Alitalia (“Cdp non può intervenire, non può mettere a rischio il risparmio”), Europa (“adesione euro irreversibile”) e debito (“ridurlo non per Ue ma per future generazioni”) e manovra (“non sacrificare risparmio per debito pubblico”),

Ancora più significativa, politicamente, la difesa della dirigenza del Mef da parte del presidente dell’Acri: “Inaccettabili insinuazioni”, ha stimmatizzato Guzzetti. Insinuazioni di chi? Del Movimento 5 Stelle e di Di Maio, seppure non citati. Oggetto: le manine vere, presunte o oniriche sui testi della manovra con accuse esplicite dei Pentastellati ai vertici del Tesoro e della Ragioneria generale dello Stato. Difesi, invece, dai banchieri.

“Le parole di Guzzetti? Effetto delle norme su banche e assicurazioni presenti nel manovra”, taglia corto un pentastellato. Norme che costeranno a istituti e compagnie circa 5 miliardi di euro.

Ma tra banche e assicurazioni circolano altre preoccupazioni. C’è chi ha letto con preoccupazione quanto ha scritto alcune settimane fa il senatore pentastellato Gianluigi Paragone: per il politico grillino “non ci deve essere il minimo di opacità, e questo riguarda le fondazioni politiche, ma riguarda tutte le fondazioni, le fondazioni bancarie”. Obiettivo? “Mettere un tetto basso alle elargizioni che si fanno a favore della politica, ai contributi, ai finanziamenti, alle donazioni, perché non c’è bisogno di dare tanti soldi alla politica”, ha scritto Paragone, candidato M5s alla presidenza della nuova commissione parlamentare sulle banche (la Lega, pare gradirebbe alla presidenza Roberto Calderoli, non Paragone).

https://twitter.com/luigidimaio/status/1057602677981495297

Back To Top