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Generali Cattolica

Cattolica, ecco chi sono i soci riottosi su Assicurazioni Generali

Tutte le ultime novità - e gli ultimi subbugli - in casa di Cattolica Assicurazioni dopo l'accordo con Assicurazioni Generali

Strada sempre in salita per Cattolica che, dopo l’ok del board all’ingresso di Generali e in vista dell’assemblea di fine luglio che darà il via libera alla trasformazione da cooperativa in spa, deve ora fare i conti con alcuni soci contrari all’accordo con Generali che vale 300 milioni di euro.

SUBBUGLI GIUDIZIARI IN CATTOLICA

Alla sezione specializzata in materia di impresa del Tribunale di Venezia circa 20 soci hanno chiesto, in via cautelare, di sospendere la delibera dell’assemblea che ha approvato l’aumento di capitale da 500 milioni richiesto dall’Ivass e, in via principale, di dichiarare nulla o invalida la delibera.

I DOSSIER PER CATTOLICA

Da non dimenticare che Cattolica ha un altro fronte aperto, quello con l’ex amministratore delegato Alberto Minali, defenestrato il 31 ottobre 2019, che si è dimesso dal board il 29 maggio e ha contestualmente inviato ai vertici del gruppo una richiesta di 9,6 milioni di euro di risarcimento, motivo per cui si andrà diretti allo scontro in Tribunale come ha già deciso il board della compagnia.

CHI E PERCHÉ HA IMPUGNATO LA DELIBERA DI CATTOLICA

La novità è dunque che un gruppo di soci del gruppo veronese – tra cui Michele Giangrande, il presidente dei piccoli azionisti di Cattolica Maurizio Zumerle, Enzo Zambelli e monsignor Giorgio Benedetti, presidente dell’Istituto Diocesano per il Sostentamento del Clero di Verona -, appoggiati da imprenditori e politici locali hanno impugnato al Tribunale di Venezia la delibera assembleare con cui la compagnia lo scorso  27 giugno ha conferito la delega al board per l’aumento di capitale con esclusione del diritto d’opzione.

I LEGALI AL LAVORO

L’atto, riferiscono le agenzie di stampa tra cui Ansa e Radiocor, è stato predisposto dallo Studio Grimaldi con l’avvocato Ilario Giangrossi e dall’avvocato Francesco Mercurio del Foro di Venezia e punta a ottenere una sospensiva dell’efficacia della delibera così  da consentirne le verifiche di legittimità prima che ne sia data esecuzione il prossimo 31 luglio (quando si terrà in seconda convocazione l’assemblea) e che dunque non sia più impugnabile.

LE TESI DEI RICORRENTI

Secondo i ricorrenti non sarebbe stata adeguata informativa ai soci in sede assembleare e sul voto avrebbe pesato la tardiva e scarsa comunicazione resa. Inoltre il diritto di opzione sarebbe stato limitato senza spiegarne le ragioni In sostanza – si legge nella impugnazione della delibera – “informazioni di estremo rilievo (cioè il progetto di partnership con Generali) sono pervenute solo dopo il termine per il voto in assemblea, fissato al 24 giugno”.

IL RUOLO DI GIANGRANDE

Tra chi si oppone alla delibera assembleare il più noto alle cronache è Michele Giangrande. Commercialista veronese, ex socio e presidente dell’associazione “Cattolica al centro” da cui è uscito lo scorso anno, Giangrande per due volte ha sfidato Paolo Bedoni alla presidenza e si è candidato a prendere il posto lasciato libero da Minali. Dunque, oltre alla lista del cda – che punta sul direttore generale Carlo Ferraresi -, un gruppo di 136 soci ha presentato la candidatura di Giangrande.

L’ASSEMBLEA DI FINE LUGLIO

Come detto, sarà l’assemblea del 30 e 31 luglio a votare l’accordo con Generali, annunciato il 24 giugno scorso. Per Cattolica — che vanta 3,6 milioni di clienti e 6,9 miliardi di raccolta complessiva a fine 2019 — l’intesa con Assicurazioni Generali condurrà a una collaborazione in particolare su gestione dei patrimoni, salute e riassicurazione. Da parte sua il Leone di Trieste è pronto a portare in dote a Verona 300 milioni di euro comprando 54 milioni di nuove azioni al prezzo di 5,55 euro l’una, il 54% in più della quotazione del 24 giugno. A operazione conclusa, Generali possiederà il 24,4% di Cattolica.

UN ALTRO FRONTE APERTO IN CATTOLICA

Le tensioni non finiscono qui in casa di Cattolica Assicurazioni. In particolare, la compagnia veronese ha comunicato che «in relazione a false comunicazioni che circolano in questi giorni e altresì a iniziative di vario genere che vengono annunciate e perseguite, per tutelare l’immagine e gli interessi di Cattolica e di tutti gli stakeholder» è stato segnalato «all’Autorità di vigilanza sui mercati (il 16 luglio, ndr) e altresì all’Autorità Giudiziaria competente (la Procura di Milano il 17 luglio, ndr), fatti e circostanze inerenti la corretta informazione dei soci e del pubblico». “Il riferimento, tra le altre cose, è ad alcune voci su un presunto accordo privato tra il presidente Bedoni e Generali che la società ha già derubricato come «non corrispondenti al vero», scrive il Sole 24 Ore.

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