Nuova tegola su Vetrya. Dopo la revisione delle stime del fatturato e il conseguente tonfo in Borsa ora arrivano anche nuvole giudiziarie. Ecco tutti i dettagli.
LE NOVITA’ SUL CASO WINDTRE CHE INTERESSANO ANCHE VETRYA E ACCENTURE
Nuova scoperta nel filone d’inchiesta della Procura di Milano sulla telefonia che ha coinvolto Wind nei mesi scorsi con un sequestro di “21 milioni di euro di percentuali di servizi attivati con modalità fraudolente da società di contenuti” che lavorano per il provider. Secondo quanto riportato il 28 settembre dal Corriere della Sera, infatti, durante le indagini si è scoperto anche un costo di 9 cent che veniva subito addebitato anche solo ‘atterrando’ su certe pagine Internet. Costo che aveva un blocco a 1 euro per non fare insospettire gli utenti in bolletta.
ECCO COME SPILLAVANO SOLDI
Si tratterebbe insomma di un ulteriore modo “di spillare” soldi, che si aggiungerebbe “all’aver per anni appioppato ai telefonini delle persone un nugolo di servizi aggiuntivi (giochini, suonerie, meteo, oroscopi, gossip) attivati a sorpresa sulla scheda Sim di ignari utenti” convinti da banner pubblicitari ingannevoli, che aveva coinvolto “società di contenuti quali Bright Moby e Yoom tramite l’hub tecnologico Pure Bros”. Adesso invece “il sequestro preventivo vincola invece 204mila euro sui conti di Accenture e 109mila euro sui conti di Vetrya”.
CHE COSA HA SCRITTO IL CORRIERE DELLA SERA SU WINDTRE, VETRYA E ACCENTURE
“Ne ha parlato al pm Francesco Cajani e all’aggiunto Eugenio Fusco un ingegnere ex consulente di Accenture (società piattaforma tecnologica di Wind tra febbraio e giugno 2020 al posto della Pure Bros sotto indagine). E affermando che gli fosse stato chiesto da dirigenti di Vetrya (dal 27 dicembre 2019 società subentrata a Pure Bros nel contrattualizzare i produttori di contenuti di Wind), ha aggiunto che lo scippo dei 9 centesimi per volta era tarato per bloccarsi al tetto di 1 euro al mese, in modo che l’utente non se ne accorgesse in bolletta ma il sistema potesse ugualmente macinare soldi su larga scala”, ha scritto Il Corriere della Sera.
IL SEQUESTRO PREVENTIVO A VETRYA E ACCENTURE
“Ieri un nuovo sequestro preventivo, su ordine della gip Patrizia Nobile, aggiorna così quanto emerso nei mesi scorsi dal sequestro a Wind di 21 milioni di euro di percentuali sui servizi attivati con modalità fraudolente da società di contenuti quali Bright Moby e Yoom tramite l’hub tecnologico Pure Bros – ha aggiunto il Corriere della Sera – Adesso il sequestro preventivo vincola invece 204.000 euro sui conti di Accenture (dove lavorava il tecnico Domenico Gallina), e 109.000 sui conti di Vetrya, società quotata in Borsa che ieri ha siglato con Open Fiber un accordo per la connettività ultraveloce, e di cui sono indagati per l’ipotesi di frode informatica l’amministratore delegato Luca Tomassini, e gli allora direttori amministrativo Alessandro Prili e operativo Simone Polverini. E qui si apre un ulteriore capitolo, perché per gli inquirenti l’incarico nasceva già viziato da un conflitto di interessi di Vetrya, che in quel momento avrebbe finito con il ricoprire tutti i ruoli della filiera: hub commerciale per Wind, produttore di contenuti, aggregatore di produttori di contenuti per Tim, e pure gestore del call center del settore, in contrasto con la delibera n.108 del 2019 dell’Agcom-Autorità Garante delle Comunicazioni.
IL SILENZIO DI WINDTRE
Intanto “secondo i dati forniti da WindTre ad AgCom”, da quando non sono più automatiche, le attivazioni sono crollate. Bocche cucite – fa notare l’Ansa – in Windtre, una delle azienda coinvolta nelle indagini della Procura di Milano sulla truffa dei servizi a pagamento addebitati senza che gli utenti avessero dato il consenso, che non commenta il nuovo capitolo.
CHE COSA DICE VETRYA
Vetria, con riferimento alla notizia diffusasi nelle ultime ore su alcuni organi di stampa nazionale, relativamente all’indagine da parte della Procura di Milano, conferma di non essere indagata nonché* la propria estraneità ai fatti pur aver ricevuto un decreto di sequestro per Euro 109.254. Vetrya, confidando nell’operato della Magistratura, confida nel poter mostrare a breve di non aver mai avuto alcun coinvolgimento diretto nella presunta truffa contestata ribadendo di aver avuto semplicemente un ruolo di aggregatore commerciale che non ha mai interagito con il processo di erogazione dei servizi. La Società conferma la propria fiducia nei propri dirigenti Luca Tomassini e Alessandro Prili che confermano l assoluta e totale estraneità ai fatti contestati. VETRIA, sottolineando che l’apertura dell’indagine si configura come un atto dovuto da parte della Procura, ribadisce la totale fiducia nell’operato degli inquirenti, a cui garantire la massima collaborazione e il totale supporto al fine di fare piena luce sui fatti nel pi breve tempo possibile, anche a tutela dei propri azionisti e degli stakeholder della Società .