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Algeria Ue Nutella Halal

La carne halal e la crema El Mordjene fanno litigare Algeria e Ue

L'Algeria pretende requisiti più rigidi per l'importazione di prodotti halal importati dall'Ue e Bruxelles mette al bando la "Nutella algerina" che ha conquistato i consumatori europei nonostante la sua vendita sia vietata. Tutti i dettagli 

 

Alta tensione tra Algeri e Bruxelles. I motivi del contendere sono la carne halal e la “Nutella algerina” El Mordjene.

La prima, secondo il Paese nordafricano, per essere importata dall’Ue, dovrebbe rispettare nuovi e più stringenti requisiti che, a detta dell’Unione, però costerebbero caro al made EU. La seconda, invece, è arrivata sul mercato europeo nonostante non rispetti le normative Ue.

LA CERTIFICAZIONE HALAL DELLA GRANDE MOSCHEA DI PARIGI

Nell’ottobre 2023, il governo algerino ha introdotto dei requisiti più severi all’importazione dall’Unione europea di prodotti halal a base di carne, ovvero preparati secondo i dettami islamici. In particolare, chiede ai produttori Ue di presentare la certificazioni di idoneità rilasciata dalla Grande moschea di Parigi, che dal 1° gennaio 2023 ha “un mandato esclusivo, rilasciato dalle autorità algerine, per certificare la legalità Halal dei prodotti consumabili e non consumabili esportati in Algeria”, afferma una nota.

LA RISPOSTA DI BRUXELLES

“La Commissione ha contattato le autorità algerine in diverse occasioni, esprimendo serie preoccupazioni in merito alla misura e sollecitando le autorità algerine a riconsiderarla”, ha riferito Valdis Dombrovskis, commissario per il Commercio, nella risposta all’interrogazione in materia presentata dall’europarlamentare Bert-Jan Ruissen (Ecr). Dombrovskis ha poi aggiunto che l’esecutivo comunitario “non risparmia sforzi per lavorare al miglioramento delle relazioni commerciali e di investimento con l’Algeria”, che però “nel complesso rimangono molto difficili”.

Per la Commissione, l’introduzione da parte dell’Algeria della misura aggiuntiva di certificazione halal ostacola “significativamente” gli scambi commerciali con l’Ue ma resta intenzionata a impegnarsi “sia a livello tecnico sia a livello politico” per redimere “tutti gli aspetti” che complicano l’accesso dei prodotti europei nel mercato algerino.

Tale ostruzionismo produce infatti “gravi effetti negativi sulle esportazioni di prodotti agroalimentari in Algeria” e dunque dei contraccolpi economici per il made in EU.

LA NUTELLA ALGERINA DELLA DISCORDIA

Non solo carne halal. Tra Algeria e Unione europea c’è dell’attrito anche per El Mordjene, la “Nutella algerina” prodotta dall’azienda Cebon e fino a poco tempo fa acquistabile in Europa. Acclamata su TikTok da utenti e ristoratori che ne decantano la bontà per il suo gusto, che ricorderebbe quello del ripieno del Kinder Bueno, non sarà più possibile trovarla sugli scaffali dei negozi europei.

Il caso è scoppiato in Francia, dove El Mordjene, venduta nei minimarket al di fuori della grande distribuzione a circa 10 euro (ma c’è anche chi sostiene di averla offerta a 30 euro), ha riscosso un enorme successo tanto che la catena di supermercati Carrefour ha manifestato il proprio interesse a vendere il prodotto “il prima possibile, rispettando le normative europee sull’importazione di prodotti alimentari”.

Tuttavia, per ora il sogno sembra sfumato perché lo scorso weekend gli ufficiali doganali del porto di Marsiglia hanno bloccato gli ultimi carichi di crema alle nocciole affermando che l’Algeria non è autorizzata a vendere prodotti a base di latte nell’Ue e il ministero dell’Agricoltura francese ha dichiarato di aver avviato un’indagine su come El Mordjene continui a essere venduta in Francia.

LA RISPOSTA DI ALGERI

Il Paese nordafricano però non ci sta e il presidente dell’Associazione algerina per la tutela dei consumatori (Apoce), Mustapha Zebdi, ha accusato Bruxelles di aver usato un pretesto per bloccare un prodotto che avrebbe potuto compromettere le vendite delle creme spalmabili europee, a partire da quelle italiane. E della Nutella in primis.

“Quando ci sono rischi e minacce per i loro prodotti – ha concluso -, gli europei cercano qualsiasi scappatoia per proteggerli. Impongono ogni possibile divieto per difenderli. Noi abbiamo l’obbligo di essere solidali e di difendere i nostri prodotti”.

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