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Carlo Messina (Intesa Sanpaolo) benedice l’Ops di Unicredit su Banco Bpm, mentre Patuelli (Abi) non si sbilancia

Che cosa hanno detto dell'Ops di Unicredit su Banco Bpm il presidente di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina, e il presidente dell'Abi, Antonio Patuelli

 

Sorpresa: mentre il presidente dell’Abi, Antonio Patuelli, non si è sbilanciato sull’Ops di Unicredit su Banco Bpm, il consigliere delegato di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina, non ha esitato ad esternare parole di apprezzamento per la mossa del gruppo capeggiato da Andrea Orcel: «L’operazione – ha detto Messina a proposito dell’Ops di Unicredit su Banco Bpm –  industrialmente è molto simile a quello che noi facemmo con Ubi. Quindi, è un’operazione che industrialmente ha un suo significato. Ormai è partito un percorso che porterà a integrazioni successive».

CHE COSA HA DETTO MESSINA (INTESA SANPAOLO) SULL’OPS DI UNICREDIT

Per Messina su questi deal a decidere sono gli azionisti e l’autorità di vigilanza, in questo caso la Bce. «Poi è chiaro che se ci sono temi di sicurezza nazionale interviene il governo. In questa operazione che ci siano elementi di sicurezza nazionale, per le conoscenze che io ho, mi sembra difficile poterlo argomentare», ha continuato il banchiere parlando durante l’evento «L’alfabeto del Futuro 2024», nella sede torinese della banca, con argomentazioni dunque ben differenti rispetto alle parole ruvide del ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, e del leader della Lega, Matteo Salvini, che hanno espresso perplessità (Giorgetti) e contrarietà (Salvini). E per non essere equivocato, Messina ha aggiunto: “Siamo contrari a interferenze politiche”.

NESSUN RUOLO DA CAVALIERE BIANCO PER INTESA SANPAOLO

Messina ha anche escluso che Intesa possa muoversi come «cavaliere bianco» a favore dell’istituto di Piazza Meda, secondo un resoconto di Mf/Milano Finanza. «Noi siamo bianchi perché siamo perbene ma sicuramente non siamo cavalieri in queste operazioni per un motivo molto semplice, perché abbiamo una quota di mercato talmente elevata che non possiamo fare nessuna operazione in Italia. Quindi, a prescindere dal fatto che non lo vogliamo fare, non lo potremmo fare», ha spiegato Messina commentando alcune indiscrezioni giornalistiche di oggi evidentemente fantasiose

IL RUOLO DEL SINDACATO

In merito ai timori occupazionali riguardo all’operazione, Messina ritiene che «sia molto importante il ruolo che può svolgere il sindacato, qualunque sia l’esito di questa operazione o di altre che arriveranno, perché ormai è partito un percorso che porterà a delle integrazioni successive». Nessun riferimento, dunque, ai tagli evocati e strombazzati dal capo azienda di Banco Bpm, Giuseppe Castagna, che si è lasciato andare a previsioni di tagli occupazioni in caso di successo dell’Ops di Unicredit con stime tanto precise quanto artefatte ossia che non si basano su alcun documento di Unicredit.

UNIONE BANCARIA ED EUROBOND

Il numero uno di Intesa Sanpaolo ha poi parlato di Europa. «L’enfasi secondo cui il punto centrale dell’Europa sia la capital market union la giudico una fesseria. Secondo me il punto vero è l’Eurobond», ha detto Messina. «Attenzione a sopravvalutare il fatto che le operazioni di M&A bancarie possano portare a fare l’Europa. Servono gli Eurobond, unico elemento di finanziamento per sostenere progetti di interesse europeo, non solo nella difesa, ma anche nelle infrastrutture, nell’energia, nel sociale». Se non si fa questo, secondo Messina, «si perde tempo in grandi chiacchiere».

CHE COSA (NON) AVEVA DETTO PATUELLI SULL’OPS DI UNICREDIT

Come detto, ben diversa e ben più fredda la posizione dell’associazione bancaria sulla mossa annunciata da Unicredit su Banco Bpm: “L’Abi non è parte in queste vicende e non e’ nemmeno un’autorità di vigilanza. Guardiamo e constatiamo la grande vivacità del mercato bancario italiano, che e’ lontanissimo dalla foresta pietrificata, e constatiamo i cambiamenti positivi che sono avvenuti. E ci fermiamo su questo”. Così ieri Antonio Patuelli, presidente dell’Abi, interpellato sull’ops lanciata da Unicredit su Banco Bpm.

L’operazione la valuteranno “il mercato e le autorità di vigilanza europee. Io leggo, studio e taccio”, ha aggiunto Patuelli, ribadendo che “è il mercato, sono gli azionisti, gli amministratori e i vigilanti che decidono”. “Tutti gli altri – precisa – possono dire qualsiasi cosa liberamente, ma io non partecipo al dibattito politico e non dico nulla perche’ non sono azionista di queste banche, non sono vigilante, non sono un’autoritaà ne’ politica, ne’ giudiziaria”.

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