Nasce la nuova banca Carige: con la nomina del consiglio di amministrazione espressione del Fondo interbancario e della trentina Cassa centrale banca, si conclude dopo tredici mesi il commissariamento dell’istituto ligure.
È questo in sostanza l’esito dell’assemblea dei soci dell’istituto ligure, che però deve affrontare uno scoglio: le reazioni negative espresse dal maggior sindacato del settore, la Fabi di Lando Maria Sileoni, sulle prime sortite del nuovo vertice della banca che esce dal commissariamento. Ecco tutti i dettagli su numeri, polemiche e scenari.
CHE COSA HA DECISO L’ASSEMBLEA DEI SOCI DI CARIGE
All’assemblea di Carige tenuta ieri hanno votato 125 azionisti in proprio e per delega, pari all’89,96% del capitale. In sala ci sono i tre commissari straordinari mentre è assente Vittorio Malacalza. Un grande assente anche dal capitale di Carige, di cui Malacalza Investimenti detiene ora una quota inferiore al 2%. E sull’azione di risarcimento intentata da Malacanza nei confronti dell’istituto ligure, del Fitd e Ccb per oltre 480 milioni di euro. In prima fila siede il presidente del Fondo interbancario, nuovo socio Carige con l’80% circa dopo un aumento-salvataggio da 700 milioni assieme a Ccb (con l’8,3%).
LE PAROLE DI MACCARONE
Il presidente del Fitd Salvatore Maccarone, prima dell’inizio dei lavori dell’assemblea, parla di “un momento lieto” per Carige. “Non sempre queste vicende finiscono così: oggi è una bella giornata”, sottolinea il presidente. L’esito della giornata – e dell’assemblea – è infatti scontato: i nuovi vertici dell’istituto sono approvati a larga maggioranza. Una mancanza di sorprese che dipende dall’azionariato blindato di Carige, con il Fitd che la controlla al 79,9% del capitale, seguito da Ccb, all’8,3%.
I NUOVI VERTICI DI CARIGE
“Parte il momento della ripresa della redditività”, promette il presidente Vincenzo Calandra Buonaura: “Contiamo di riuscire a muoverci nel modo più veloce possibile”. “Il passato è definitivamente passato”, “abbiamo un futuro da costruire con il territorio e per il territorio”, dice il nuovo amministratore delegato Francesco Guido, sottolineando che per Carige ciò si tradurrà nel “lavorare con le imprese piccole e medie” con servizi che permettano di aumentare la redditività e con le famiglie, per “custodire e incrementare la loro ricchezza attraverso un sistema avanzato di wealth management”. “Usciamo dall’amministrazione straordinaria” con una “sicurezza patrimoniale” e rischi ridotti, aggiunge Calandra: “La banca oggi si colloca in una posizione di assoluta sicurezza e anche a uno dei livelli migliori nel sistema bancario italiano”.
IL PASSAGGIO DI TESTIMONE
Nel mattino il passaggio di testimone dai tre commissari straordinari, Fabio Innocenzi, Pietro Modiano e Raffaele Lener, per l’ultima volta in Carige nell’assemblea dei soci per la nomina del nuovo cda. “Oggi noi tre commissari abbiamo la certezza che da domani le energie si potranno dedicare solo al futuro” di Carige, afferma Modiano. “L’intervento del Fitd è stato provvidenziale – sottolinea – e ha consentito il salvataggio di Carige senza mettere le mani in tasca ai cittadini italiani”.
GLI OBIETTIVI DEL NUOVO BOARD
Il nuovo board porterà Carige “ai livelli conformi alla sua lunga storia nell’economia e nella società di questa regione e dell’intero Paese”, afferma Maccarone, che dopo le polemiche sull’assenza di liguri in consiglio chiarisce: nella scelta “abbiamo ritenuto di privilegiare la capacità di relazione con il territorio piuttosto che la provenienza geografica”.
I NOMI DELLA NUOVA CARIGE
Con Calandra e Guido in cda arrivano Angelo Barbarulo, vice presidente, e poi (dalla lista del Fitd) Sabrina Bruno, Lucia Calvosa, Paola Demartini, Miro Fiordi, Gaudiana Giusti e Francesco Micheli, e Leopoldo Scarpa (indicato da Ccb). Il prossimo Cda Carige sarà l’11 febbraio. In tale occasione verra’ elaborato anche un programma annuale, e’ stato chiarito, senza dare indicazioni ne’ su una possibile revisione del piano strategico dei commissari ne’ sui tempi per il ritorno in Borsa della banca.
IL TOSTO POST DI SILEONI, LEADER DELLA FABI
“In Carige cominciamo male: troppe chiacchiere. Il presidente del Fondo interbancario, Salvatore Maccarone, è stato nominato e non è stato eletto: si muove, invece, come una rock star con proclami e atteggiamenti che hanno sinceramente stufato. La pianti una volta per tutte di fare la prima donna”, è l’incipit del post pubblicato ieri sera su Facebook da Lando Maria Sileoni, segretario generale della Fabi, il maggior sindacato del settore: “Ciò vale anche per il neopresidente e per il neoamministratore delegato, Vincenzo Calandra Buonaura e Francesco Guido – tuona Sileoni – si comportino in maniera sobria e riservata, senza dare lezioncine di vita”.
GLI AUSPICI DELLA FABI DI SILEONI
Sileoni poi auspica: “Nel caso in cui dovesse essere rivisto il piano industriale di Carige, si andrà immediatamente allo scontro, ricordino bene”. “È indispensabile – conclude il leader della Fabi con un’altra stilettata – che certi personaggi la piantino una volta per tutte di ergersi a maestrini, anzi sarebbe opportuno conoscere immediatamente gli emolumenti sia del presidente del Fondo interbancario sia del presidente e dell’amministratore delegato della banca”.
LE SORTITE CONTROVERSE DI MACCARONE
In ambienti bancari si ricordano interviste rassicuranti in passato di Maccarone, come quando a metà dello scorso novembre sentenzioò: “La banca può farcela da sola”, disse al quotidiano La Stampa. Poi si è visto che quello auspicato e prefigurato dal presidente del Fondo non è stato lo scenario realizzato. Inoltre gli addetti ai lavori ricordano che il 23 maggio scorso Maccarone criticò: Blackrock via per colpa dei sindacati. Eppure il primo maggio la Fabi aveva aperto al fondo Usa.