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Carige

Carige e Popolare di Bari, ecco il soccorso allo studio del Parlamento (la Bce sbuffa?)

Tutti i dettagli sull'emendamento in Parlamento pro di fatto Carige e Popolare di Bari. La situazione intricata per Carige e la trattativa con i fondi. I conti in bilico della Popolare di Bari e lo scenario di una holding del Sud. E il ruolo della Vigilanza Bce

Fervono ancora le discussioni e le attività al capezzale di Carige dopo che il fondo statunitense BlackRock, il 9 maggio scorso, ha deciso di abbandonare la trattativa per rilevare la banca ligure. Mentre i tre commissari straordinari – Pietro Modiano, Fabio Innocenzi e Raffaele Lener – continuano a sondare potenziali investitori, il Parlamento si sta muovendo per salvare l’istituto rapidamente favorendo una fusione. Su tutto aleggia un’attenta Bruxelles il cui intervento, come ha detto ieri il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti, sarà “decisivo”.

CARIGE E POPOLARE DI BARI, COSA C’E’ SCRITTO NELL’EMENDAMENTO

L’emendamento per salvare Carige dovrebbe entrare nel dl Crescita e porterebbe un “tesoretto” da 700 milioni, immediatamente utilizzabile, grazie a una fusione. Presentata alle commissioni Bilancio e Finanze della Camera, primo firmatario Alberto Gusmeroli della Lega, la proposta di modifica – secondo la descrizione offerta dal Corriere della Sera – prevede che le “attività per imposte anticipate” cioè determinate da perdite passate, si possano utilizzare subito anziché spalmarle in dieci anni nel caso di aggregazione che porti a una banca con “non oltre 30 miliardi” di attività. In questo caso si avrebbe subito un rafforzamento del patrimonio della banca (Cet1).

TUTTI I DETTAGLI SULL’EMENDAMENTO PRO CARIGE E PRO POPOLARE DI BARI

Il titolo dell’emendamento è “incentivo all’aggregazione tra banche di medie e piccole dimensioni e scissioni bancarie” ed è stato pensato per favorire la nascita di una “Banca del Sud” aggregando la Popolare di Bari con altri piccoli istituti popolari in difficoltà. (qui l’approfondimento di Start Magazine sui conti della Popolare di Bari)

IL DOSSIER CARIGE A BRUXELLES SECONDO GIORGETTI

Dopo l’addio di di BlackRock, però, si è deciso di giocare questa carta per Carige. La proposta deve però convincere Bruxelles. Non è un caso che Giorgetti, appunto, abbia detto che “chi deve seguire la questione la sta seguendo nei dovuti modi” ma “decisivo è anche l’atteggiamento della Commissione europea in proposito”.

CHE COSA HA SCRITTO IL CORRIERE DELLA SERA SU CARIGE

Fonti del Corriere raccontano che in questi giorni il Tesoro sta discutendo con la DgComp del commissario Margrethe Vestager l’assenza di aiuti di Stato nella norma. Per ovviare al problema, i tecnici del ministero hanno introdotto il pagamento di un canone allo Stato da parte della banca. Il Governo spera in un via libera ufficioso della Ue entro la prossima settimana così da mettere ai voti l’emendamento nel dl Crescita.

LE TRATTATIVE CON I FONDI

Nel frattempo, come dicevamo, i tre commissari straordinari di Carige continuano a sondare potenziali investitori per capire quanto sia concreta la soluzione privata. Secondo il Sole 24 Ore si ragiona su una rimodulazione del piano e della struttura di salvataggio e si prospettano condizioni simili ma non uguali a quelle previste per BlackRock. Per questo motivo, sottolinea, Warburg Pincus, Blackstone e Varde si sono seduti al tavolo.

LE DUE NOVITA’

Per il quotidiano confindustriale, due sono gli elementi di novità: nel piano strategico al 2023 l’aumento di capitale viene mantenuto a 630 milioni, meno dei 720 milioni previsti nel dossier BlackRock. In tal modo l’operazione potrebbe offrire ritorni più interessanti per i fondi di private equity.

IL DOSSIER INCERTO

Inoltre, la modalità dell’exit way – con l’uscita dei fondi dalla banca – viene resa più agevole. Rimarrebbero invece alcuni punti fermi ovvero la cessione della maggior parte del credito deteriorato della banca a Sga e il rimborso dell’obbligazione subordinata Tier 2 da 320 milioni allo schema volontario che già aveva fatto dare ildisco verde all’operazione da parte di BlackRock.

LO SCENARIO

Se la soluzione privata non prendesse piede e se l’Ue si opponesse al tentativo del Parlamento rimarrebbero le due opzioni previste dalla normativa per le risoluzioni (Brrd) e cioè la ricapitalizzazione precauzionale oppure la liquidazione.

Per la ricapitalizzazione precauzionale c’è già un miliardo da parte stanziato dal governo con decreto ma non è scontato il via libera della DgComp Ue.

IL PUNTO DI MILANO FINANZA

Secondo Mf in tal caso Carige deve essere dichiarata solvibile nel lungo termine dalla Bce, cosa che la Vigilanza ha fatto per l’ultima volta a gennaio approvando l’emissione di bond garantiti dallo Stato. Secondo l’agenzia Reuters, però, il placet della Bce potrebbe mancare. Peraltro occorre pure un via libera della Commissione europea in tema di aiuti di Stato che deve essere dato sulla base di un piano della banca perché si riconosce il rischio per la stabilità finanziaria derivante da una “grave perturbazione dell’economia” a causa delle difficoltà di Carige. Esiste il precedente di Mps che però allora era una banca di rilevanza sistemica nazionale.

In caso di veto, ed extrema ratio, ci sarebbe la liquidazione come accaduto per le banche venete. Questo, secondo fonti di Francoforte consultate da Reuters, sarebbe il “prossimo passo logico” con gli azionisti che verrebbero azzerati.

COSA PENSA LA BCE SU CARIFE

Sempre secondo Mf la Vigilanza della Bce ha definito “speculazioni” le indiscrezioni della Reuters e ha precisato di “fare pienamente affidamento sugli amministratori temporanei nel perseguire il loro sforzo di trovare una soluzione privata” per Carige. Dunque, le indiscrezioni trapelate ieri potrebbero essere solo un modo per mettere pressione all’istituto. Di sicuro entro le prossime settimane si capiranno meglio le cose: se l’emendamento potrà continuare il suo iter nelle sedi parlamentari o se la soluzione privata prenderà corpo. La strada è in salita e certamente la Vigilanza Ue starà ben attenta.

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