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Carige

Banca Carige, come si divideranno i fondi tra Malacalza e Mincione?

L'articolo di Luca Gualtieri, giornalista di Mf/Milano Finanza, sulla disfida tra i maggiori soci di Banca Carige

Ferve l’attività dei grandi soci di Carige. È rimasta infatti solo una decina di giorni per presentare le liste in vista dell’assemblea del 20 settembre, una scadenza che si preannuncia decisiva per la banca genovese. Se Raffaele Mincione e Vittorio Malacalza sono determinati a scendere in campo per contendersi la maggioranza nel nuovo board, l’attore decisivo della partita potrebbe essere Assogestioni.

CHE COSA FARANNO I FONDI IN CARIGE FRA MALACALZA E MINZIONE

L’associazione non avrebbe ancora deciso se presentare o meno una lista e proprio per questa ragione sarebbe oggetto di particolari attenzioni da parte dei due contendenti. Oggi infatti una larga fetta del capitale di Carige è in mano a investitori istituzionali, entrati in gran parte nel corso dell’ultimo aumento di capitale da mezzo miliardo e della conversione dei bond subordinati.

CHI SONO I FONDI AZIONISTI DI CARIGE

Tra gli altri ci sono intermediari italiani come Intesa Vita, Fonspa e Generali , una controllata del Tesoro come Sga e soprattutto una pletora di soggetti internazionali tra cui spiccano i nomi di Chenavari (4,9%), BlackRock (0,6%), Dimensional Fund (0,4%), Charles Schwab (0,22%) e altri.

IL BIVIO DI ASSOGESTIONI

Se Assogestioni scendesse in campo, questi voti sarebbero canalizzati in una sola lista anziché disperdersi nelle formazioni di Malacalza e Mincione. Con il rischio che dall’assemblea non esca nessun vero vincitore, perché l’attuale statuto della banca richiede una solida maggioranza per controllare il board.

COME SI MUOVONO MALACALZA E MINCIONE

I due sfidanti sono consapevoli di questa possibilità e avrebbero avviato contatti con i principali investitori per sondare le intenzioni di voto e fare incetta di consensi. Per farlo avrebbero messo sul tavolo strategie di medio-lungo periodo, comprese eventuali aggregazioni.

CHI SI SCHIERA CON L’AD FIORENTINO

Mincione avrebbe scelto di muoversi in continuità con la linea dell’amministratore delegato Paolo Fiorentino, che dovrebbe essere candidato nella sua lista. Oltre che sul completamento del piano industriale, il finanziere di Pomezia ha scelto di puntare sul tema dell’aggregazione, delineando il profilo dei potenziali partner.

CHE COSA FARA’ MALACALZA

Malacalza invece avrebbe scelto di porre l’accento sulle potenzialità di una politica stand alone senza però escludere un matrimonio nel medio termine. Non è escluso peraltro che l’imprenditore piacentino inserisca nella rosa dei candidati per il board il nome di qualche banchiere o ex banchiere (tra gli altri è tornato a circolare da qualche giorno il nome dell’ex amministratore delegato di Bpvi, Francesco Iorio). Gli istituzionali insomma dovranno decidere tra queste due proposte industriali che nei prossimi giorni potrebbero arricchirsi di ulteriori elementi.

LO SCENARIO IN CARIGE

In ogni caso, come detto, il distacco in termini di voti tra le due liste sarà fondamentale per l’equilibrio della nuova governance. Soprattutto alla luce del fatto che molti degli attuali problemi di Carige derivano dai problemi di governo.

I SOMMOVIMENTI NEL CDA DI CARIGE

Dopo un lungo logorìo a giugno l’attuale consiglio di amministrazione ha cominciato a sgretolarsi pezzo dopo pezzo fino ad arrivare a un soffio dalla decadenza. A dare finora l’addio al cda sono stati l’ex presidente Giuseppe Tesauro, Malcalza, Stefano Lunardi, Francesca Balzani, Ilaria Queirolo e Lucia Venuti. Restano in otto e se uno di questi consiglieri dovesse rassegnare le proprie dimissioni prima dell’assemblea del 20 settembre, l’intero consiglio decadrebbe.

CHE COSA COMBINANO MALACALZA E MINCIONE

Intanto entrambi i contendenti avrebbero arrotondato le rispettive partecipazioni, anche se la scarsa liquidità del titolo non avrebbe permesso di staccare in maniera consistente l’avversario. Tra lunedì 6 e mercoledì 8 ad esempio sarebbero stati particolarmente intensi gli acquisti dei Malacalza che ora dovrebbero essere attestati tra il 23 e il 25% del capitale. Anche Mincione avrebbe consolidato la propria quota e, secondo i pronostici che circolano a Genova, sarebbe in procinto di allearsi con Gabriele Volpi (che non intende correre da solo ed esprimere dei consiglieri) per mettere in campo un listone.

(Articolo pubblicato su MF/Milano Finanza)

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