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Carige

Carige, ecco che cosa faranno Intesa Sanpaolo, Unicredit, Banco Bpm e Ubi Banca

Tutte le prossime tappe e le molte incognite sul futuro di Carige dopo la odierna riunione del Fondo interbancario di tutela dei depositi

Lo Schema Volontario del Fondo interbancario di tutela dei depositi dice no all’ipotesi di intervento su Carige “allo stato prospettata da un fondo di private equity”, Apollo, e si dice pronto a intervenire “anche in tempi stretti” per valutare proposte di intervento che “prevedano la partecipazione degli attuali azionisti e di partners pubblici o privati”.  E’ quanto riporta una nota del Fondo interbancario al termine della riunione odierna sul dossier Carige.

Il Consiglio di gestione – si legge nella nota – a valle di un “attento esame della situazione e delle prospettive di Banca Carige, ha ritenuto di non accogliere” la proposta del fondo e “ha manifestato il fermo intendimento di intervenire, anche in tempi stretti, nella soluzione della crisi della banca, con la disponibilità a valutare – nell’ambito dei propri organi e in coerenza con le disposizioni statutarie – proposte di intervento che prevedano la partecipazione degli attuali azionisti e di partner pubblici o privati”.

“Gia da domani”, martedì 25 giugno, lo Schema volontario avvierà un’analisi approfondita degli aspetti tecnici e organizzativi della banca, per definire il fabbisogno di capitale e le connesse proiezioni economico-finanziarie pluriennali, idonee a sostenere un piano industriale efficace e credibile”.

ECCO COSA SUCCEDERA’ A CARIGE

L’appuntamento del Fitd si è occupato dunque della bozza di offerta di Apollo, in cui l’investitore si immaginava un intervento nell’ordine dei 120 milioni nell’ambito di una ricapitalizzazione da 450-500 milioni di Carige, con la conversione in capitale dell’obbligazione per 318 milioni (convertibile per poco più di 313 milioni) sottoscritta dallo Schema volontario del Fitd. Anche se le ultime notizie parlano di una offerta in extremis da parte di Apollo. E altri rumors accreditano l’ipotesi di un intervento statale attraverso il Mediocredito centrale (Invitalia, controllata dal Tesoro).

L’INCOGNITA BCE SU CARIGE

Su tutto incombe comunque la decisione della Banca centrale europea: gli osservatori e gli addetti ai lavori si chiedono se la vigilanza darà ancora tempo per un salvataggio privato di Carige o si vada piuttosto a scenari più estremi, come la liquidazione.

IL RUOLO DI INTESA SANPAOLO, UNICREDIT, BANCO BPM, UBI BANCA E NON SOLO PER CARIGE

L’idea che il Fondo Interbancario possa intervenire in una soluzione complessa per Carige – un ‘piano B’ rispetto al salvataggio targato Apollo – era stata di fatto anticipata dal presidente Salvatore Maccarone.

LE PROSSIME TAPPE PER CARIGE

In settimana, a margine del consiglio ordinario del fondo, aveva per la prima volta aperto a un passaggio del bond dal cappello dello Schema volontario, che ha sottoscritto l’obbligazione, direttamente alla parte obbligatoria del fondo, come ormai ipotizzabile a valle della sentenza che ha stabilito come non ci siano stati ‘aiuti di Stato’ nel salvataggio di Tercas da parte del Fitd.

LE PAROLE DEL VERTICE DEL FITD SU CARIGE

Se l’operazione su Carige fosse “più complessa” rispetto alla sola conversione del bond “potrebbe essere opportuno” cambiare, aveva detto il presidente del Fondo, indicandola come “una cosa concettualmente ipotizzabile” e di cui cominciare a parlare. Tale operazione “complessa” potrebbe far forza su fondi del Fitd nell’ordine degli 1,5 miliardi.

I TRAMBUSTI TRA I SOCI DI CARIGE

Da capire la posizione del primo azionista Malacalza (con il 27,7%) che in settimana ha tuonato contro l’invito alla sobrietà giunto dai commissari, attaccando una possibile intesa tra Carige e Apollo, rispetto alla vendita delle compagnie assicurative Amissima. Ma si profila sempre più, come scritto da Start, una sorta di tutti contro tutti.

IL CROLLO DELLA RACCOLTA DI CARIGE

Nel frattempo da un’inchiesta di Affari & Finanza, il dorso del lunedì del quotidiano la Repubblica, emerge che tra il primo ottobre 2018 e il 31 dicembre del 2018 la raccolta diretta di Carige è crollata di 1,8 miliardi di euro

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