Una lettera aperta da sindaci e governatori italiani, prevalentemente del centrosinistra ma non solo, inviata alla Frankfurter Allgemeine Zeitung, uno dei più maggiori quotidiani della Germania, per parlare direttamente agli “amici tedeschi”, invitandoli a schierarsi, davanti all’epidemia di Covid-19, con i “grandi Paesi dell’Ue” e non al seguito di “piccoli egoismi nazionali”.
A firmarla sono l’eurodeputato Carlo Calenda (Azione, gruppo S&D), seguito da Stefano Bonaccini, governatore dell’Emilia-Romagna, quello della Liguria Giovanni Toti, il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro, quello di Genova Marco Bucci, quello di Milano Beppe Sala, quello di Bergamo Giorgio Gori, ma anche Virginio Merola (Bologna), Emilio del Bono (Brescia), Sergio Giordani (Padova) e Francesco Italia (Siracusa).
I tre messaggi della lettera ai tedeschi pubblicata oggi.@Azione_it pic.twitter.com/83QdhAj68q
— Carlo Calenda (@CarloCalenda) March 31, 2020
“Cari amici tedeschi – si legge nella lettera – con il coronavirus la storia è tornata in Occidente. Dopo trent’anni in cui l’unica cosa rilevante è stata l’economia, oggi la sfida torna ad essere, come in passato, politica, culturale e umana. La prima sfida riguarda l’esistenza stessa dell’Unione Europea. Oggi l’Unione europea non ha i mezzi per reagire alla crisi in modo unitario. E se non dimostrerà di esistere, cesserà di esistere”. “Per questo – continuano – nove Stati europei (tra cui Italia, Francia, Spagna e Belgio) hanno proposto l’emissione di Eurobond per far fronte alla crisi. Non si chiede la mutualizzazione dei debiti pubblici pregressi, ma di dotare l’Unione Europea di risorse sufficienti per un grande ‘rescue plan’ europeo, sanitario, economico e sociale, gestito dalle istituzioni europee”.
In mezzo a una Pandemia noi non chiediamo cancellazioni ma di dotare l’UE di risorse. E viceversa siamo stati disponibili con loro in un momento di difficoltà. Se gli italiani che stanno nel mondo, finiscono per essere sempre sottomessi al mondo, rimarranno solo i Sovranisti. https://t.co/N3TqGyvLV3
— Carlo Calenda (@CarloCalenda) March 31, 2020
Questo è un giudizio di merito. Non lo condivido per nulla ma è un giudizio. Spiegare ai tedeschi direttamente che non chiediamo soldi per noi ma per un grande rescue plan Europeo è a mio avviso importante. https://t.co/E3VNz1MpUp
— Carlo Calenda (@CarloCalenda) March 31, 2020
Non hai letto la lettera. Perché spiega il contrario. Cioè che gli Eurobond servono alla commissione per fare un piano per l’Europa, non a noi per cancellare il debito. E che il posto di un grande paese non è con Olanda e co, ma con Ita/Fr e Sp. Di piagnone nulla. https://t.co/5SX2AfIh1h
— Carlo Calenda (@CarloCalenda) March 31, 2020
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ECCO IL TESTO INTEGRALE
Cari amici tedeschi,
con il Coronavirus la storia è tornata in Occidente. Dopo trent’anni in cui l’unica cosa rilevante è stata l’economia, oggi la sfida torna ad essere, come in passato, politica, culturale e umana.
La prima sfida riguarda l’esistenza stessa dell’Unione europea. Oggi l’Unione europea non ha i mezzi per reagire alla crisi in modo unitario.E se non dimostrerà di esistere, cesserà di esistere.
Per questo 9 Stati europei (tra cui Italia, Francia, Spagna e Belgio) hanno proposto l’emissione di Eurobond per far fronte alla crisi. Non si chiede la mutualizzazione dei debiti pubblici pregressi, ma di dotare l’Unione Europea di risorse sufficienti per un grande “rescue plan” europeo, sanitario, economico e sociale, gestito dalle istituzioni europee.
L’Olanda capeggia un gruppo di paesi che si oppone a questa strategia e la Germania sembra volerla seguire. L’Olanda è il paese che attraverso un regime fiscale “agevolato”, sta sottraendo da anni risorse fiscali da tutti i grandi paesi europei. A farne le spese sono i nostri sistemi di welfare e dunque inostri cittadini più deboli. Quelli che oggi sono più colpiti dalla crisi. L’atteggiamento dell’Olanda è a tutti gli effetti un esempio di mancanza di etica e solidarietà.
Solidarietà che molti paesi europei vi hanno dimostrato dopo la guerra e fino alla riunificazione.
Il debito della Germania dopo il 1945 era di 29,7 miliardi di marchi di allora. La Germania non avrebbe mai potuto pagare. Nel 1953 a Londra, ventuno Paesi (tra cui Francia, Italia, Spagna e Belgio) consentirono alla Germania di dimezzare il debito e di dilazionare i pagamenti del debito restante. In questo modo la Germania poté evitare il default.
Di quella decisione dell’Italia, siamo ancora oggi convinti e orgogliosi. Lo ripetiamo: in questo caso, con gli “‘Eurobond” dedicati al Coronavirus, non si cancelleranno o mutualizzeranno i debiti pregressi.
Cari amici tedeschi, la memoria aiuta a prendere le decisioni giuste.
Il vostro posto è con i grandi paesi europei. Il vostro posto è con l’Europa delle istituzioni, dei valori d libertà e solidarietà. Non al seguito di piccoli egoismi nazionali.
Dimostriamo insieme che l’Europa e più forte di chi la vuole debole.
Carlo Calenda, eurodeputato — Stefano Bonaccini, Governatore dell’Emilia Romagna — Giovanni Toti, Governatore della Liguria — Luigi Brugnaro, Sindaco di Venezia — Marco Bucci, Sindaco di Genova — Valeria Mancinelli, Sindaca di Ancona — Virginio Merola, Sindaco di Bologna — Giuseppe Sala, Sindaco di Milano — Emilio del Bono, Sindaco di Brescia — Sergio Giordani, Sindaco di Padova — Giorgio Gori, Sindaco di Bergamo — Francesco Italia, Sindaco di Siracusa.