Non era neppure un anno fa che un esperto come Christian Bueger, proprio sulle pagine del nostro quadrimestrale di Start Magazine, sottolineava l’importanza della difesa della dimensione subacquea. I fondali marini sono uno spazio sempre più cruciale per la nostra società, un ambiente che ospita infrastrutture strategiche e dove le attività economiche si stanno moltiplicando, diceva Bueger, professore di Relazioni internazionali e direttore di SafeSeas, una rete dedicata alla ricerca sulla sicurezza marittima, tuttavia la protezione di questi spazi richiede una strategia militare innovativa e adeguata alle sfide contemporanee. È indispensabile considerare i fondali come un’area da difendere, al pari di terra, mare, aria e spazio.
Nei mesi successivi diversi incidenti, classificati dalle autorità come sabotaggi, hanno colpito cavi di telecomunicazioni nelle acque del Mar Baltico. L’ultimo episodio è avvenuto nei giorni di Natale, quando sono stati tranciati il collegamento elettrico Estlink 2 che collega la Finlandia all’Estonia, altri tre cavi sempre tra Finlandia ed Estonia e un cavo che collega la Finlandia alla Germania. Le autorità di Helsinki sospettano la Eagle S, una nave petroliera della cosiddetta flotta fantasma russa, una rete di mercantili che svolge commercio abusivo di idrocarburi in violazione alle sanzioni alla Russia, che è stata abbordata e bloccata nel Golfo di Finlandia. E appena un mese prima una nave cinese aveva tranciato due cavi sottomarini che collegavano Svezia, Danimarca e Lituania. In tutti questi casi le indagini puntano sul sabotaggio.
FONDALI MARINI, UNA DIMENSIONE TRASCURATA
I fondali marini, spiegava Bueger nel colloquio con il nostro quadrimestrale, sono una lacuna nel discorso strategico globale. Mentre l’attenzione sulla sicurezza marittima si è tradizionalmente concentrata sulla superficie – con porti e traffico navale in primo piano – le infrastrutture presenti sotto il livello del mare rimangono spesso ignorate. Eppure, i fondali ospitano elementi fondamentali per il funzionamento della società contemporanea: cavi sottomarini che trasportano il 95% delle comunicazioni globali, gasdotti, condutture energetiche e piattaforme per l’energia rinnovabile. Inoltre, le infrastrutture estrattive e i nuovi progetti legati a idrogeno e stoccaggio del carbonio stanno trasformando ulteriormente questi ambienti.
“Le infrastrutture sottomarine rappresentano la spina dorsale della nostra economia digitale e dell’energia”. sottolineava Bueger, tuttavia la loro sorveglianza è complessa e la loro estensione rende impossibile una protezione totale con i mezzi tradizionali. A ciò si aggiungono i rischi legati ai cambiamenti climatici e a un contesto geopolitico sempre più teso, come dimostrano appunto recenti episodi di sabotaggio.
I SABOTAGGI DEI GASDOTTI, UN CAMPANELLO D’ALLARME
Prima dei cavi elettrici era toccato ai gasdotti finire nel mirino degli attentatori. Sempre nel Mar Baltico, divenuta la nuova frontiera del confronto marittimo fra Occidente e Russia, erano stati attaccati il gasdotto russo-tedesco Nord Stream nel 2022 e quello estone-finlandese Balticconnector nel 2023. Questi episodi, spiega Bueger, hanno messo in evidenza la vulnerabilità delle infrastrutture subacquee e hanno agito da catalizzatore, portando i decisori politici e militari a riconoscere la necessità di nuove strategie per la protezione dei fondali.
Gli attacchi non sono avvenuti senza segnali di preavviso. La Nato, ad esempio, aveva già identificato i cavi sottomarini e le infrastrutture critiche come punti deboli strategici a partire dal 2015. Tuttavia, solo dopo il sabotaggio del Nord Stream sono stati presi provvedimenti concreti. Le forze Nato hanno intensificato il pattugliamento nel Mar Baltico e nel Mare del Nord, mentre è stata istituita una nuova cellula di coordinamento per le infrastrutture critiche sottomarine. L’obiettivo principale è migliorare la condivisione delle informazioni e la cooperazione tra autorità militari, civili e attori privati.
L’ITALIA GUIDA L’INNOVAZIONE NELLA DIFESA SUBACQUEA
Seppur lontana dal Baltico, in questo contesto di difesa dei fondali marini l’Italia si sta distinguendo come protagonista nella definizione di una strategia. D’altronde, la tensione riaccesasi nei rapporti internazionali non poteva risparmiare il Mediterraneo, come dimostra l’aumentato traffico di navigli russi. La Marina italiana ha avviato progetti innovativi, concentrandosi sulla cooperazione tra settori pubblici e privati e sull’utilizzo di tecnologie avanzate. A La Spezia prende forma un nuovo polo dedicato alla difesa subacquea, che fungerà da centro di eccellenza per lo sviluppo di operazioni di sorveglianza e protezione delle infrastrutture critiche.
Secondo Bueger, questo centro rappresenta un esempio virtuoso per le altre nazioni. La struttura sarà fondamentale non solo per garantire la sicurezza in ambito nazionale, ma anche per rafforzare la collaborazione internazionale, in particolare con paesi come Malta e Tunisia, oltre a fornire un contributo significativo agli sforzi della Nato e dell’Unione europea.
LE SFIDE ATTUALI E LA RISPOSTA DELLA NATO
Bueger ha descritto il ruolo chiave nella protezione delle infrastrutture critiche che la Nato è decisa a giocare, con iniziative come la creazione del Centro marittimo per la sicurezza delle aree critiche sottomarine e il lancio del progetto “Digital Ocean”, in collaborazione con la Svezia. Questo programma mira a sfruttare tecnologie avanzate – dai sensori autonomi ai satelliti – per migliorare il monitoraggio degli spazi subacquei.
Parallelamente, i centri di eccellenza della Nato in diversi paesi stanno sviluppando nuove capacità per affrontare le minacce sottomarine. Tra questi, l’Italia ha assunto un ruolo di leadership, contribuendo con iniziative all’avanguardia per la sorveglianza e il rilevamento di attività sospette, nonché per lo sviluppo di strategie operative innovative.
Il messaggio di Christian Bueger è chiaro: i fondali marini non possono più essere ignorati nei dibattiti strategici e di sicurezza. Gli attacchi nel Mar Baltico hanno dimostrato quanto siano vulnerabili le infrastrutture sottomarine, rendendo urgente un ripensamento delle politiche di difesa. Con il suo nuovo polo subacqueo e la partecipazione attiva agli sforzi internazionali, l’Italia si pone come capofila di una strategia innovativa, capace di rispondere alle sfide di un mondo sempre più dipendente dagli spazi subacquei.