Brembo come Exor, Campari, Cementir, Mfe e Ferrari.
Brembo infatti sposterà in Olanda la sede legale. L’operazione, riporta una nota del gruppo leader negli impianti frenanti, è per «incentivare la stabilità dell’azionariato e la crescita per linee esterne, rafforzando la vocazione internazionale», grazie alle norme olandesi sul voto maggiorato.
Quali sono i motivi della mossa del gruppo Brembo? “Lo fa per avere più forza nelle operazioni straordinarie e per garantire una maggiore presa agli azionisti di lungo periodo. Prima di tutto, ma non solo, la famiglia Bombassei”, scrive Paolo Bricco del Sole 24 Ore: “Con la decisione presa ieri la famiglia Bombassei costruisce un contesto in cui operare nei prossimi mesi alla ricerca di un partner o di una preda per compiere un salto dimensionale e per fare un altro passo in avanti verso il futuro”.
Ecco fatti, numeri, commenti e approfondimenti
COSA CAMBIA IN OLANDA PER BREMBO
Ad Amsterdam chi se ne avvale beneficia di un fattore di moltiplicazione fino a 10: ogni azione esprime un voto in più per ogni anno di possesso, fino a 10 voti massimi al 10° anno. A Piazza Affari le circa 70 quotate – tra cui Brembo – che a partire dal 2014 hanno adottato il voto maggiorato esprimono massimo due voti ad azione.
LE MOSSE DEL GOVERNO
“Il Ddl capitali allo studio del governo – sottolinea Repubblica – stima di aumentare da 2 a 10 il fattore di moltiplicazione: ma solo per aziende di prossima quotazione. Per questo, pochi giorni fa Assonime in audizione parlamentare ha suggerito di estendere anche a chi è già quotato la maggiorazione”.
I TEMPI DELLE NOVITA’ LEGALI PER BREMBO
La delibera del cda sarà votata da un’assemblea straordinaria il 27 luglio e, salvo eccezioni, entro fine anno si completerà la trasformazione transfrontaliera della società dall’Italia, che adotterà la forma giuridica di società per azioni a responsabilità limitata NV (naamloze vennootschap) regolata dalla legge olandese. La sede fiscale e la partita Iva rimarranno in Italia così come la negoziazione su listino.
LE PAROLE DI TIRABOSCHI
«Dobbiamo crescere per forza dimensionale e lo faremo con il nostro business, ma dobbiamo avere gli strumenti per farlo anche con acquisizioni», dice senza tanti giri di parole Matteo Tiraboschi, presidente esecutivo di Brembo. «Se guardo agli ultimi dieci anni abbiamo triplicato il fatturato, da 1,2 ai 3,6 miliardi del 2022 e questo è avvenuto in modo organico. La crescita per linee esterne si effettua con acquisizioni di una certa rilevanza e per farlo si può ricorrere al debito, cosa che non ci entusiasma, o a un aumento di capitale, che può comportare la perdita di controllo dell’azienda: il voto maggiorato consente invece di mantenerlo».
L’ESPANSIONE DEL GRUPPO
Al momento non ci sono target nei radar di Brembo, ma «è meglio farsi trovare pronti», chiosa il top manager. «L’automotive sta conoscendo una fase disruptive e la taglia diventerà un elemento sempre più importante: noi spendiamo oltre il 6% in ricerca e sviluppo, circa 240 milioni di euro; una cifra importante per Brembo, ma non ancora sufficiente per l’innovazione e la tecnologia che stanno entrando nel mondo dell’auto. La taglia allora diventa importante per arrivare a offrire soluzioni nuove ai clienti». A maggio Brembo ha stanziato mezzo miliardo di investimenti in Europa, Americhe e Cina.
CHE COSA CAMBIA PER BREMBO CON IL NUOVO STATUTO
Il nuovo statuto rafforzerà l’istituto del voto maggiorato adottando un meccanismo di voto speciale. Verranno aumentati i diritti di voto per i soci di lungo periodo, i cosiddetti loyal shareholder, abbinando le azioni a voto speciale di nuova emissione (non quotate su Euronext) a quelle ordinarie Brembo da loro detenute. Sono previsti nove tipi diversi di azioni a voto speciale che attribuiscono un numero progressivo crescente di voti da 1 a 9 ciascuna e che verranno emesse e assegnate ai loyal shareholder, in base al periodo di detenzione dei titoli ordinari, previa iscrizione delle proprie azioni ordinarie nell’apposito registro olandese istituito da Brembo.
L’ANALISI DEL SOLE 24 ORE
Ma che cosa cambia davvero con lo spostamento della sede legale? Scrive Paolo Bricco del Sole 24 ore: “Chi conserverà i titoli per più tempo riceverà un diritto di voto maggiorato in misura proporzionale: nella nostra legislazione nazionale al massimo si arriva a due diritti di voto per ogni azione detenuta, mentre in quella olandese si può arrivare fino a dieci diritti di voto per ogni azione detenuta. Questa normativa è, quindi, particolarmente generosa in Olanda. Con il diritto di voto multiplo, è possibile realizzare un aumento di capitale con cui poi finanziare una operazione straordinaria senza perdere la presa strategica sulla società: la famiglia Bombassei, per esempio, potrebbe scendere dalla maggioranza assoluta delle azioni (oggi complessivamente pari al 57%) a una quota inferiore ma significativa, mantenendo la maggioranza dei diritti di voto e così conservando il controllo tecnoindustriale e strategico dell’impresa”.
GLI ESEMPI DI EXOR, MEDIASET E NON SOLO
Lo spostamento ad Amsterdam della sede di Brembo segue – fra le altre – quelle delle principali società dell’antico gruppo Fiat e quella più recente di Mediaset, che ha assunto il nome di MediaforEurope. Le ragioni sono però diverse, secondo Bricco: “Per il mondo Agnelli la progressiva uscita dall’Italia è coincisa con il disimpegno strategico e produttivo dal nostro Paese che, non a caso, è sfociato nella nascita di una Stellantis a controllo francese e nella riduzione ai minimi termini del numero di autovetture prodotte in Italia. Per Mediaset la prospettiva è consistita anche nella necessità di dare coesione alle attività europee in un business maturo come la TV commerciale”.
I PROGETTI DI BREMBO
E il gruppo fondato dalla famiglia Bombassei perchè va in Olanda? “La cifra di Brembo appare prettamente industriale – secondo il Sole 24 ore – Con lo spostamento della sede legale in Olanda – in una ottica tecnicamente finanziaria ma nella sostanza manifatturiera – è lecito per Brembo prospettare più risorse in cassa e – come detto – lo stesso grado di controllo da parte degli azionisti industriali. Il tutto ingegnerizzando una operazione che ha un vantaggio secondario non da poco: evita la dipendenza dalle banche. Senza questo tipo di voto ultra maggiorato, per qualunque ipotesi di sviluppo la Brembo dovrebbe ricorrere al credito, che in questo momento viene erogato con parsimonia dalle banche anche ai clienti industriali e a tassi sempre più onerosi. In questo passaggio storico, il gruppo italiano specializzato nei freni è a un punto di svolta. Serviva una mossa per crescere. E questa novità giuridica ha appunto questa finalità. L’espansione di Brembo, appunto, può avvenire con una acquisizione o con una integrazione. In ogni caso con un sodalizio di natura complementare e orizzontale: tecnologie che si appaiano e comparti che si giustappongono. Pirelli resterebbe il partner ideale”. Anche, e soprattutto, dopo l’intervento del governo.