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Luci e ombre su Bper (che tracolla in Borsa)

Che cosa emerge dalla trimestrale di Bper e quali sono le prospettive della banca che ha acquisito Carige. L'articolo di Emanuela Rossi.

 

Bper Banca sotto pressione a Piazza Affari dopo la trimestrale che ha visto utili superiori alle attese ma con le azioni che ripiegano dopo il recente rally. Il titolo, fermo anche in volatilità, perde il 7,4% a 1.898 euro.

“La trimestrale ha superato le attese ed e’ stata approvata la scorsa settimana l’incorporazione di Carige – commenta un operatore con l’agenzia Radiocor – sono scattati un po’ di realizzi sul titolo, gli acquisti si stanno spostando su altre banche”.

COSA DICONO GLI ANALISTI

Gli analisti confermano il giudizio tengono ‘considerando le complessità che Bper dovrà affrontare nei prossimi anni, specialmente in relazione all’integrazione di Carige e delle iniziative di piano, in un contesto economico maggiormente sfidante’. Anche Intermonte ha rivisto il target price a 2,3 euro da 2,05 e le 2022-2024 per incorporare il migliore trend dei ricavi e il costo del rischio inferiore. Le di utile per azione da qui al 2024 sono state riviste al rialzo: +48% per il 2022, +12% per il 2023 e +8% per il 2024. Il dividend yield e’ atteso inferiore ai peers. Anche per Intermonte, la raccomandazione resta ‘neutrale’.

ECCO I CONTI DI BPER

Utile netto in forte crescita per Bper nei primi nove mesi del 2022, a oltre 1,4 miliardi di euro, anche grazie all’acquisizione di Banca Carige. Le spese per l’operazione, come riferito dall’amministratore delegato Piero Montani durante la conference call con gli analisti, “complessivamente saranno pari a 70 milioni circa di cui 35 già scaricati”. “Da qui a fine anno, dato che le cose sono andate meglio del previsto – ha proseguito, secondo quanto riferisce Radiocor – ci aspettiamo qualcosa di positivo, non di negativo”.

Sul fronte dei dividendi, ha chiarito l’ad, nei primi nove mesi del 2022 Bper ha maturato 0,075 euro per azione e per l’intero esercizio procede “in linea con le previsioni del Piano” dunque “cercheremo di mantenere quello che avevamo promesso” ovvero di erogare, entro il 2025, circa 1 miliardo.

I DATI DEI PRIMI NOVE MESI DEL 2022 PER BPER

Come si diceva, nel periodo gennaio-settembre Bper ha registrato un utile netto consolidato di 1.466,4 milioni di euro, +150% rispetto ai 586,2 milioni dello stesso periodo del 2021, grazie alla spinta dell’avviamento negativo legato all’acquisizione di Banca Carige, pari a 1,17 miliardi di euro (i risultati vengono consolidati nel conto economico a partire dal terzo trimestre).

Nella nota che accompagna la trimestrale si rileva che l’utile netto ordinario, si è attestato a 425,1 milioni di euro, di cui 108,6 milioni nel terzo trimestre, dopo aver spesato 123,3 milioni di costi sistemici. In forte crescita i ricavi, a 2.814,1 milioni (+13% a livello tendenziale e +13,7% a livello congiunturale) grazie alla spinta del margine di interesse (+12,6% su anno) e delle commissioni (+20,9% su anno), il cui contributo è pari a circa il 50% dei ricavi e superiore a quello del margine di interesse.

I crediti deteriorati del gruppo sono pari a 4 miliardi di euro (di cui 150,9 milioni di Banca Carige), con un’incidenza che nel trimestre passa dal 4,3% al 4,2% a livello lordo e dall’1,8% all’1,7% a livello netto, con una copertura dei crediti dubbi del 61,7%. L’indice Cet 1 ratio scende al 13,2% dal 13,5% di fine dello scorso anno.

LE PROSPETTIVE PER IL 2022

Nei prossimi tre mesi, evidenzia la nota di gruppo, le prospettive saranno “ancora condizionate da un elevato grado di incertezza che dipende anche dall’evoluzione e durata del conflitto” in Ucraina. “I più recenti indicatori economici – si legge – indicano un rallentamento della crescita dell’area euro nella seconda parte dell’anno, con un’economia che dovrebbe continuare a ristagnare nel primo trimestre del 2023”. Però, per quanto riguarda Bper, la redditività “continuerà ad essere sostenuta da ricavi in crescita che continueranno a beneficiare sia del rialzo dei tassi di interesse che della buona tenuta delle commissioni nette e da azioni volte a compensare gli impatti inflattivi sui costi” e “la qualità del credito continuerà ad essere caratterizzata dal mantenimento di coperture elevate e da una politica degli accantonamenti

improntata alla prudenza. La posizione di capitale è attesa rimanere comunque su livelli elevati”.

MONTANI: CONSOLIDEREMO ULTERIORMENTE POSIZIONE GIA’ SOLIDA, NEL 2023 RICAVI A TRIMESTRE SOPRA 1 MILIARDO

Soddisfatto per il conto economico positivo l’amministratore delegato, Piero Montani. “Gli ottimi risultati registrati nei primi nove mesi dell’anno confermano la forte capacità del gruppo Bper di generare ricavi – ha commentato nella nota -. Un ulteriore impulso in tal senso arriverà dall’integrazione di Banca Carige, il cui completamento è previsto entro l’anno”. Per il futuro “ci focalizzeremo nel consolidare il posizionamento raggiunto da Bper a livello nazionale e nell’implementazione delle azioni previste dal nuovo piano industriale con l’obiettivo di migliorare l’efficienza operativa e aumentare strutturalmente la redditività del gruppo a vantaggio di tutti i nostri stakeholder, pur in un contesto esterno difficile” ha proseguito Montani secondo cui “la robusta posizione patrimoniale di Bper – unitamente ai progressi raggiunti nella qualità del credito – ci consentono di affrontare l’incertezza relativa all’evoluzione dello scenario macro da una posizione solida”.

Sempre guardando al futuro, durante la conference call Montani ha affermato che “la banca nel giro di 15 mesi ha un po’ più che raddoppiato la sua posizione e triplicato le complessità, dovendo integrare complessivamente 8.400 persone. Oggi come oggi – riferisce Radiocor – non dobbiamo guardare troppo avanti, dobbiamo guardarci in casa e sistemare quello che abbiamo. Dobbiamo completare le operazioni che abbiamo e consolidare la banca che si è formata. Di lavoro ce n’è tanto – ha sottolineato -, non ci pare il caso di distrarci con altre operazioni. Completiamo queste e poi vedremo”.

Entro fine anno Bper punta a vendere “1-1,2 miliardi di sofferenze” mentre la restante parte dei 2,5 miliardi di euro di dismissioni di crediti deteriorati previsti nel piano industriale entro il 2025 “verrà rimandato all’anno prossimo”. Inoltre, durante il 2023 il gruppo prevede di registrare ricavi ordinari complessivi trimestrali di “circa 1 miliardo, equamente divisi tra margine di interesse e commissioni”.

MONTANI NON CONVINCE

A pesare sul titolo, osserva un altro operatore, e’ anche lo stop a ulteriori ipotesi di M&A, magari con Mps per creare il terzo polo bancario. Piero Montani, nel corso della call, ha sottolineato che ‘la banca nel giro di 15 mesi ha un po’ piu’ che raddoppiato la sua posizione e triplicato le complessita’, dovendo integrare 8.400 persone. Oggi come oggi non dobbiamo guardare troppo avanti, dobbiamo guardarci in casa e sistemare quello che abbiamo’. Sul fronte dei conti, positivi i giudizi anche di Jefferies e di Ubs. Jefferies conferma il rating ‘buy’ sul titolo e sottolinea che l’utile netto e’ risultato di circa il 30% superiore al consenso grazie alla migliore generazione di ricavi e al costo del rischio inferiore. Anche per Ubs il consiglio e’ di acquistare le azioni e il target price a 12 mesi e’ a 2,35 euro, con il titolo che e’ sottovalutato rispetto alle altre banche italiane.

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